Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DAMASCIO - DAMASCO
      .d'imprigionar nei tagli il filo suddetto. E in tal guisa procede sino a lavoro terminato.
      Se vorrà conservar rilievo al filo, si contenterà di andargli sopra con un cesello a gola per ripulirlo; e se no, con una lima dolce o con una pietra da brunire ne torrà tutto il soperchio. Altro allora non rimarrà a farsi che a dar l'ultima pulitura a tutta la lama, e porla al fuoco per darle il turchino, se pur così vuoisi, a dar più spicco alTintarsiamento o damaschinatura.
      Tale è a un dipresso l'operazione del damaschi-natore.
      DAMASCIO {biogr.). — Di Damasco, donde derivò il suo nome, l'ultimo dei celebri maestri della filosofia neo-platonica in Atene, nacque sullo scorcio del quinto secolo dell'era nostra. È suo nome siriaco è ignoto. Ei trasferissi in giovane età in Alessandria, ove studiò rettorica sotto Teone, e matematica e filosofia sotto Ammonio, figlio d'Ermea, ed Isidoro. Da Alessandria Damascio passò in Atene, ove il neoplatonismo tramandava i suoi ultimi raggi sotto Marino e Zenodoto, successori del celebre Proclo. Ei divenne discepolo d'ambedue, e loro successore di poi, e fu l'ultimo che insegnò nella cattedra della filosofia platonica in Atene ; perocché nell'anno 529 l'imperatore Giustiniano chiuse le scuole pagane di filosofia in Atene, e i più dei filosofi, fra i quali Damascio, migrarono appo il re Cosroe in Persia. Appresso però par che Damascio tornasse in Occidente dopo che Cosroe ebbe stipulato in un trattato di pace che l'insegnamento della platonica filosofia avesse ad essere tollerato dall'imperatore bizantino (Buker, Hist.philos., ii, pag. 345; Agazia, Schol., ii, pag. 49, ecc.). Noi non abbiamo ulteriori particolari della vita di Damascio, e sappiamo soltanto che, dopo il suo ritorno, ei non fondò alcuna scuola in Atene od altrove, e che per tal modo ebbe fine la filosofia pagana nella sua esteriore esistenza. Ma le idee neo-platoniche della scuola di Proclo furono preservate nella Chiesa cristiana fino agli ultimi tempi del medio evo.
      Uno soltanto dei numerosi scritti di Damascio fu sinora stampato, vale a dire, \\7toptai xat Aura; 7CE.pl twv icpwTwv àp/wv (Dubbii e soluzioni dei primi prìncipii), pubblicato, ma incompiuto, da J. Kopp (Francoforte 1828). In questo trattato Damascio indaga il primo principio di tutte cose, ch'ei trova essere una inscrutabile ed ineffabile divina profondità. Gli sforzi ch'ei fa in questo trattato per esprimere in parole quello che non è suscettibile d'espressione, furono censurati da molti dei moderni filosofi come arida sottigliezza e tediosa tautologia, ma s'ebbero la giusta ammirazione di altri molti. Quest'opera è inoltre di non poca importanza per l'istoria della filosofia a cagione delle molte notizie in essa contenute intorno gli antichi filosofi.
      Le altre opere di Damascio sono la più parte commentarii sulle opere di Aristotile e Platone, fra' quali primeggiano: 1° 'Auoptat xaì Xucet? sì? tòv nXatwvoc Ilapaev^Tiv (Dubbii e soluzioni sul Parmenide di Platone), in un manoscritto a Venezia. 2° Una continuazione e un complemento del commentario di Proclo sul Parmenide di Platone, stampato nell'edizione delle opere di Proclo fatta da Cousin (Pa-
      rigi 1827). Sono anche citati alcuni commentarii di Damascio sul Timeo, l'Alcibiade e altri dialoghi di Platone, i quali par sieno andati perduti. 3° Dei commentarii di Damascio sulle optare di Aristotile noi conosciamo soltanto quello sul trattato De calo, un frammento del quale trovasi per avventura nel trattato nspiTouYewTjTou, pubblicato da Iriarte (Catal. mss. Bibl. Madrid, i, p. 130) sotto il nome di Damascio. Questo commentario è anche mentovato, come esistente manoscritto, da Labbes (Bibl nov. mss., pp. 112). Fabricio attribuisce inoltre a Damascio un epitome dei primi quattro e dell'ottavo libro della Fisica di Aristotile. 4° Ma di assai maggior importanza è la biografia ch'ei scrisse del suo precettore Isidoro ( 'lai&ópou forse una parte della *I>iXóIcTopi'*, attribuita a Damascio da Suida, i, p. 506), di cui Fozio (Cod., 242) ci ha tramandato un ragguardevole frammento. Questa biografia par fosse annoverata dagli antichi fra le opere più importanti dell'autore. 5" Aóyoi llFozio reca anche un sunto (Cod., 130), commentandone lo stile succinto,chiaro e piacevole, nel mentre ne combatte acremente, come cristiano, le pagane tendenze. 6° Oltre tutti questi scritti, hawi da ultimo in Monaco di Baviera un frammento manoscritto d'un commentario sugli Aforismi d'Ippocrate, attribuito a Damascio, del pari che un epigramma nella greca Antologia. Dei discepoli di Damascio i più chiari sono Simplicio, il celebre commentator di Aristotile, ed Eu-lamio. Per ulteriori particolari vedi la prefazione di Kopp alla sua edizione dei Dubbii e soluzioni dei primi principiò
      Vedi Fabr., Bibl. Grcec. (voi. in, pp. 79, 83,230).
      DAMASCIO (biogr.). — Autore di un breve commentario greco sugli aforismi d'Ippocrate, pubblicato primamente da T. R. Dietz nei suoi Scholia in Hippocr. et Gal. (Regim. Prass. 1834). Questo Damascio è per avventura identico al precedente celebre filosofo neo-platonico; ma ciò è al tutto incerto.
      DAMASCO (geogr. e stor.). — Questa città, chiamata già Damesk, ed ora detta dagli Arabi El-Sciam per essere la capitale della Siria che porta questo nome, è una delle prime che siano state costrutte dall'uomo. Noi non esamineremo la questione se ne fosse fondatore Abramo od Uz, pronipote di Noè, od altri patriarchi delle prime età. Nei tempi di Davide e di Salomone (III Re, ix, 24) Damasco era capitale di un regno indipendente, il quale fu in guerra cogli Ebrei sotto il nome di regno di Siria. Venne quindi annessa all'impero degli Assiri, e dal capitolo xvi del ìv libro dei Re rileviamo che Teglat-Falasar la rovinò e ne condusse gli abitanti nella Media. Il cap. xvn d'Isaia s'apre appunto con una profezia contro Damasco, la quale, dice il profeta, « cesserà di essere città, e diverrà come un mucchio di pietre di una casa demolita ».
      Nella sua descrizione della Siria, Strabone nomina appena Damasco; e fino alla venuta degli Arabi, la storia antica di questa città rassomiglia a quella delle altre città della Siria, conquistate successivamente dai Persi, dai Greci, dai Romani e dagl'imperatori d'Oriente.
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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