Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DANIELE FRANCESCO — DANILO I PETROYICH NJEGOSnomo di gran mente e di profondo sapere, e dicono che predicò la fede nell'unità di un Dio in tutta la Caldea, che ne convinse Ciro, e che questo principe gli diede il governo della Siria e il godimento della città di Damasco. Lo storico Giuseppe Flavio fa in poche parole un magnifico elogio di Daniele. « Egli ebbe, dic'egli, al dissopra di ogni altro uomo, la singolare e quasi incredibile fortuna di essere per tutta la vita onorato dai re e dai popoli, e di lasciare dopo morte una memoria immortale ». La più celebre delle profezie di Daniele è quella delle 70 settimane. Dodici capitoli de'suoi scritti sono per una parte in ebraico e per l'altra in caldaico. Le storie di Susanna e di Belo e il Dragone, come pure il Cantico dei tre fanciulli, non esistono nel testo ebraico, ma soltanto nella traduzione greca di Teo-dozione, da cui fu fatta la versione della Volgata ; e non furono unanimemente ricevuti come canonici se non dopo la dichiarazione del Concilio di Trento (V. Canonici libri).
Gli Ebrei, sebbene pongano gli scritti di lui fra i semplici agiografi, aventi meno autorità dei libri canonici, non hanno però giammai dubitato dell'autenticità di questo libro. Ma Giuseppe Flavio (Ant. Giud., x, 12) lo chiama grande e vero profeta e ispirato da dirette comunicazioni con Jehovah.
DANIELE Francesco [biogr.). — Storico ed archeologo, nato nel 1740 presso Caserta, morto nel 1812. Il marchese Domenico Caraccioli, ministro degli affari esteri di Ferdinando IV, lo fece ammettere nella segreteria, e lo fece nominare nel 1778 istorio-grafo reale. Nel 1787 fu eletto segretario dell'Accademia Ercolanese, istituita nel 1755, per dirigere gli scavi d'Ercolano, e pubblicarne i risultati. Egli esercitò degnamente cotesto ufficio, ed ebbe gran parte nella pubblicazione dei lavori notevoli di questa società, si che un gran numero d'accademie straniere, fra le quali mentoveremo quella della Crusca, la Società Reale di Londra e l'Accademia di Pietroborgo, si affrettarono ascriverlo fra' loro membri. Daniele professava segretamente opinioni assai liberali ; il perchè sposò le parti contrarie ai Borboni quando Championnet fondò a Napoli la Repubblica Partenopea. Ma questa repubblica non durò che alcuni mesi; il generale cardinal Ruffo rientrò nella città il 13 giugno 1799, e Daniele fu spogliato di tutti i suoi impieghi, finché giunto nel 1806 sul trono di Napoli Giuseppe Bonaparte, ebbe da lui una pensione e la direzione della Stamperia reale. Abbiamo di lui: Codice Federiciano, opera importante in cui tratta di tutta la legislazione di Federico II, imperatore d'Allemagna e re delle Due Sicilie; Forche Caudine illustr. (Caserta 1778,in-fol., con 5 tavole). L'edizione di Napoli del 1812 è preferibile alla prima, con tutto che assai bella. Assalito per quest'opera da Letieri, Daniele rispose con una dotta dissertazione stampata nel Giornale di Pisa del 1779, sotto il titolo di Osservazioni sulla topo-le sia delle Forche Caudine; 1 reali sepolcri del duomo di Palermo riconosciuti ed illustrati (Napoli 1784); Monete antiche di Capua (ivi 1803), opera contenente la descrizione di molte medaglie curiose, e una dissertazione sull'altare di Giove e di Diana e altre deità.
Vedi L Castaldi, Vita di Francesco Daniele,
DANIELETTI Daniele (biogr). — Architetto, nato a Padova nel 1752, morto nel 1822, studiò con ardore architettura, percorse una parte d'Europa per istudiarne i monumenti, e rimpatriatosi, succedè nella cattedra d'architettura all'abate Domenico Cerato, suo maestro. Gli edifizii costrutti secondo i suoi disegni sono pregevoli per naturalezza di stile. Egli era specialmente d'assai nel restauro degli antichi monumenti, quantunque gli si apponga a volte una soverchia licenza nelle proporzioni. Danie-letti ha lasciato una buona opera, intitolata Elementi d'architettura civile (Padova 1791).
Vedi Zabeo, Elogio di Danieletti.
DANIELL Giovanni Federico (biogr.). — Scienziato inglese, nato a Londra il 12 marzo 1790, morto il 13 marzo 1845. Nel 1814 cominciò col prof. Brande la pubblicazione del Quarterly Journal of science and art. Nel 1823 pubblicò i suoi Meteorological Essays; e nel 1814 ebbe un premio dalla Società orticola pel suo saggio On artificial climate. Nel 1839 diede alla luce la sua Introduction to chemical philosophy.
DANIELLO Bernardino (biogr.). — Letterato, morto ! a Padova nel 1565, era versatissimo nelle lettere antiche, ed assai prezzato come critico. Abbiamo di lui: La poetica (Venezia 1536) in dialoghi, la quale ebbe una certa autorità ; Sonetti e Canzoni del Petrarca con l'esposizione di B. Daniello (ivi 1541 e 1549). L'autore dichiara che questo commentario , sul Petrarca è opera in gran parte del celebre Trifone Gabriello, reputato il Socrate de' tempi suoi ; Traduzione in versi sciolti del li libro delV Eneide (ivi 1545), ristampata nel Virgilio Variorum di Do-minichi ; Le Georgiche tradotte in versi sciolti (Firenze 1556) ; Dante con l'esposizione di B. Daniello (Venezia 1568). Questo commentario su Dante, pubblicato dopo la morte dell'autore, ed assai stimato, è attribuito al sullodato Trifone Gabriello.
Vedi Borghesi, Lettere discorsive (in, 16).
DANILO I PETR0VICH NJEGOS (biogr.). — Principe del Montenegro, nato il 25 maggio 1826 da una famiglia in cui trasmettesi per successione collaterale la dignità di principe vescovo (vladika); ass-'issinato il 12 agosto 1860 alle bagnature nelle vicinanze delle Bocche di Cattalo. Fu educato a Vienna, e succedette, il 21 ottobre 1851, a suo zio Pietro Pe-trovich Njegos, nonostante gli ostacoli frapposti da un altro suo zio, Tommaso Petrovich, e in grazia principalmente dell'appoggio della corte di Russia. Proclamato, il 13 gennajo dell'anno seguente, alla presenza di tutti i capi di tribù, andò a ricevere l'investitura a Pietroborgo, donde tornò, in capo a sei mesi, con idee di riforme, di Ciri le più importanti erano state sottoposte all'approvazione dello czar. Ei cominciò per separare i due poteri religioso e civile, confusi fin allora nelle mani del vladika, trasmise le funzioni ecclesiastiche ad uno de'suoi parenti col titolo di archimandrita, e prese, in qualità di primo principe secolare del Montenegro, il titolo di Danilo I. Ei s'occupò di poi a tracciare una strada da Cattaro a Cettinie sua capitale, ingrandi quest'ultima, e promulgò un nuovo codice penale destinato a far scomparire in parte l'abuso delle atroci vendette montenegrine. La guerra sopraggiunta fra la Turchia e il Montenegro sullo scorcio
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