Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DANIMARCA
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dna novella dinastia uscita da linea femminina di discendenti di Canuto montò sul trono nel 1047 nella persona di Svenone Magno Estritson, e tenne Io scettro per quattro secoli ; ma il sistema feudale institnito da Svenone e da Canuto spogliò il sovrano della sua autorità, lo rese dipendente dai prelati ? dai nobili, ridusse i contadini alla condizione di servi, avvili l'agricoltura, e abbandonò il commercio alle città anseatiche della Germania. I monarchi furono costretti dall'assemblea detta Handfaestnin-gar a riconoscere gli Stati del regno come loro elettori, e ad assoggettarsi alla direzione di un Consiglio. I discendenti maschi di Svenone Magno si estinsero con Valdemaro III nel 1375, ed essendo morto nel 1387 Olao, suo nipote della linea femminina, la madre sua, Margherita, detta la Semiramide del Settentrione, restò padrona del trono di Danimarca, che divise con Erico della casa di Pomerania Meklenburg, suo figliuolo per adozione. Acquistò essa per eredità la Norvegia, ed avendo conquistato la Svezia, unì, nel 1397, i tre regni sotto una corona, per l'unione detta di Calmar (V.). Tuttavia gli Svedesi non poterono mai sopportare quest'unione; e dopo una lunga serie di lotte, se ne sottrassero finalmente sotto Gustavo Vasa. Queste contese fecero gran danno alla Danimarca, non meno che le continue gare tra il sovrano e i nobili da una parte, tra questi ed il clero dall'altra ; la popolazione diminuì grandemente, i mari adjacenti formicolarono di pirati, e il commercio e la navigazione furono quasi ridotti al nulla. Deposto, nel 1439, Erico, e morto Cristoforo il Bavaro, nipote di Ini, che gli era stato surrogato, gli Stati, nel 1448, elessero in re Cristiano, conte di Oldenburg, ma il regno de' suoi discendenti fu breve, poiché suo nipote, Cristiano II, soprannominato il Cattivo, essendo divenuto odioso a tutti, il trono fu trasferito a suo zio Federico, duca di Slesvig e di Holstein, che ricevè la corona di Danimarca e di Norvegia nel 1523. Fu questo re affatto schiavo dei nobili, che stabilirono la più abjetta servitù fra le classi degli operai, come parte della legge del paese. Il figlio suo, Cristiano III, uni i ducati di Slesvig e di Holstein in perpetuo alla corona di Danimarca nel 1533, e costrinse i turbolenti Norvegi a riconoscere la dominazione dei re danesi. Sotto il suo regno fu stabilita per tutto il paese la Riforma, e si promulgò un codice di leggi, intitolato il Recesso di Kolding. Le contese nate dalla partizione della maggior parte dello Slesvig e dell'Holstein fra i suoi fratelli divenne sorgente di gl andi mali per la Danimarca, che non ebbero termine finché il territorio alienato non fu riacquistato dalle mani del granduca di Kussia, che ne era allora possessore, con la cessione dell'Oldenburg e del Delmenhorst. Le guerre che Cristiano IV mosse agli Svedesi gli cagionarono tanti disastri, ch'ei fu obbligato, pel trattato di Bromsebro, nel 1645, a cedere alla Svezia le Provincie di Jempteland e di Herjedalen con le isole di Gottland e di Oesel. Il suo figlio e successore Federico III rinnovò le ostilità colla Svezia, il cui re Carlo Gustavo ne invase i dominii, e gli strappò finalmente nel 1660, pel trattato di Copenhagen, gli estesi distretti di Schonen, Hailand, Blekingen « Bàhus in Isvezia. Nello stesso anno i tre Stati delregno riconobbero Federico e i suoi successori come sovrani assoluti della Danimarca, nella Dieta solenne di Copenhagen, e confermarono la rinunzia dei loro diritti presentandogli l'atto conosciuto sotto la denominazione di Arfve-Enevolds-Rcgicrungs-Akt. Ciò diede occasione alla pubblicazione della legge reale (Konge Lov) nel 1660, fondamento della costituzione politica che fu in vigore nel regno fino ai cambiamenti avvenuti nel 1834. Cristiano V, figliuolo e successore di Federico, stabilì, nel 167', la Compagnia danese delle Indie occidentali, acquistò le isole di San Tommaso, Santa Croce e San Giovanni, e fondò uno stabilimento a Tranquebar. Dal figlio di lui, Federico IV, fu riaccesa la guerra tra la Svezia e la Danimarca ; ma fu questa condotta felicemente a termine nel 1720 per la pace di Fried-richsburg, in cui la Svezia cedè ai Danesi il diritto di riscuotere il dazio del Sund, e fu pienamente riconosciuto il diritto della Danimarca alla sovranità dello Slesvig, stato lungo tempo conteso. Succede quindi un secolo di non interrotta tranquillità, durante il quale lo Stato crebbe e prosperò. I più bei fatti di questo intervallo di pace furono l'abolizione della servitù dei contadini, cominciata ad operarsi nel 1767 da Cristiano VII, la soppressione della tratta dei Negri e lo stabilimento di una più ampia libertà della stampa. Nelle guerre della rivoluzione francese la Danimarca osservò una stretta neutralità; ma accostatasi poi ad un'alleanza di-fens'va con la Russia, la Prussia e la Svezia per impedire il diritto di ricerca sulle navi mercantili preteso dall'Inghilterra, ella venne a perdere le sue colonie delle Indie orientali ed occidentali, ed ebbe grandemente a soffrire nella battaglia navale datasi nel 1801 a vista di Copenhagen. Le colonie le furono poscia restituite col trattato susseguente : ma la pace di Tilsitt del 1807, in cui erano segreti articoli, giusta i quali tutta la flotta danese doveva essere consegnata all'imperatore dei Francesi, occasionò una nuova rottura coH'Inghilterra, che cominciò coll'apparire di una formidabile forza sotto lord Cathcart sulle coste di Selanda. Si venne quindi ad aperte ostilità in seguito al rifiuto del Governo danese di cedere la flotta, consistente in 15 vascelli di linea, 14 fregate e 3 brigantini, oltre le varie provvigioni navali ch'erano allora nei cantieri e nell'arsenale di Copenhagen; e gl'Inglesi bombardarono la metropoli danese dal 2 al 5 di settembre, la costrinsero a capitolare dopoché una gran parte della città fu incendiata, e menarono la flotta in Inghilterra. Nel seguente novembre il Governo inglese fece una dichiarazione formale di guerra, e la Danimarca, che l'oltraggio di Copenhagen aveva gettato in braccio alla Francia, fu nuovamente spogliata delle sue possessioni coloniali ; e non solamente perdette le isole di Anholt e di Heligoland, ma insieme tutto il suo commercio straniero. An
che dopo la distruzione degli eserciti di Napoleone in Russia, e non ostante gli sforzi delle Potenze alleate nel 1813, essa non si lasciò indurre a rinunziare alla sua alleanza colla Francia ; e l'esserle imposto di cedere la Norvegia alla Svezia la incitò viepiù a persistervi. La conseguenza fu che il principe reale di Svezia entrò nell' Holstein e nello Slesvig, e che Federico VI fu costretto a segnare il trattato di
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