Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DANIMARCAQlie ne aveva spacciato degli esemplari, e centot-tantotto cittadini di Ekernforde furono fastiditi con poliziesche sevizie per aver inviato all'Assemblea un indirizzo nel senso tedesco.
Gli animi irritavansi, esacerbavansi : il Governo usava destramente il potere per impedire le violente discussioni nell'Assemblea, che, cionnonostante, sfuggivano l'oculatezza del potere, e risuonavano minacciose quando meno si sarebbe creduto. Segna-lavansi per violenza oratoria il Lauritz Skau per la parte danese, e il De Rumolir per l'allemanna. Bollivano le ire da ambe le parti, e la stampa periodica danese rinfocolava le passioni ardenti, coll'accusare di ribellione gli Stati dello Slesvig e i deputati tedeschi, di fiacchezza il Governo che non li conteneva nel dovere. 11 20 marzo, la sessione fu chiusa. Contemporaneamente la sessione della Dieta danese procedeva tanto calma quanto l'altra burrascosa : vi si agitò con qualche calore la questione sulle strade f-rrate del Jutland, e fu chiusa il giorno 8 aprile. Ma non erano cessate le cagioni del malumore fra il Governo e lo Slesvig: dall'Assemblea degli Stati, la questione entrava nella fase diplomatica. Nella seduta del 4 maggio 1860, la Camera de'deputati di Prussia avea votato una mozione in favore del ducato; di che erasi doluto il Gabinetto danese, per mezzo del suo ambasciatore a Berlino, perchè i deputati prussiani entrassero nelle faccende interne della Danimarca, ed il ministro prussiano sulle relazioni estere avesse tenuto contegno disdicevole durante la discussione. Il ministro Schleinitz rispose il 29 maggio, e inviò a'suoi agenti all'estero un memorandum, dato a Baden il '29 giugno, cui replicò nella stessa forma il Gabinetto danese il 23 luglio: come generalmente accade nelle cose diplomatiche, ragioni e pretese si protendevano da una parte, pretese e ìagioni dall'altra, fondate per lo più sovra equivoci diplomatici. Intanto un nuovo incidente rimetteva in campo la questione intorno all'Holstein. L'8 marzo 1860, la Dieta di Francoforte aveva consentito le misure di esecuzione rimanessero sospese sotto varie condizioni, di cui la principale era che tutte le leggi, anco finanziarie, che sarebbero sottoposte al supremo consiglio della monarchia danese, sarebbero egualmente agli Stati dell'Holstein e del Lauenbui g, nè avrebbero forza legale in detti ducati se non precedesse la loro approvazione. Il bilancio danese del 1860-61 dando buona ragione di appiglio alla violazione del patto suddetto, i giornali tedeschi levarono la voce contro codesta violazione della risoluzione federale dell'8 marzo succennata: i Governi tedeschi eziandio condivisero i reclami, ed il 50 luglio l'Oldenborgo presentò alla Dieta di Francoforte una petizione contro i ripieghi finau-ziarii adottati dal Governo danese.
Buon per la Danimarca che la Dieta cessava pelle vacanze: il Governo, compresa la gravità dell'affare, dicesi si volgesse alla Svezia ed alla Francia per consiglio; ma veramente l'Inghilterra entrò mediatrice alla riapertura delle sedute della Dieta. Lord Russell inviò al ministro degli esteri di Prussia un memorandum contenente le idee fondamentali di accomodamento fra la Danimarca e la Confederazione. Erano per ventura le stesse conces-
sioni alle quali quella addiveniva, visto il pericolo; ma che pure non voleva essa stessa proporre, per non parere di riconoscere il diritto della Confederazione d'immischiarsi nelle bisogne dello Slesvig. Ma il ministro Schleinitz rispose, l'8 novembre, rigettando le proposte inglesi ; nè lord Russell insistè di vantaggio; anzi riconobbe che, per i dispacci scambiati nel 1851 e 1852, la Danimarca erasi obbligata a non incorporare lo Slesvig al reame, a lasciare liberamente svilupparsi gli Stati del ducato, e ad accordare gli stessi diritti nella provincia alle due nazionalità. Il Governo prussiano era deciso di spingere le cose all'estremo, ed il cangiamento che avvenne, il 2 gennajo 1861, in Prussia doveva contribuire ad affrettar la soluzione. Re Guglielmo I, infatti, insistè sui diritti dello Slesvig in tutti i suoi discorsi in occasione dell'avvenimento al trono, e, il 17 dello stesso mese, la Commissione esecutiva della Dieta gei-manica e quella per l'Holstein, nelle loro relazioni sulla proposta d'Oldenborgo, conclusero in favore della proposta, nonostante le contrarie allegazioni del rappresentante danese e le proteste. La Dieta, il 7 febbrajo, approvò le conclusioni della Commissione, conceduto alla Danimarca un lasso di sei settimane per acconciarsi alle disposizioni della risoluzione dell'8 marzo 1860. Ne fu scosso il reame danese, e i giornali più patriottici invocavano le armi. L'opinione pubblica accordavasi nella necessità di dover resistere alle pretese esorbitanti della Confederazione germanica: nè il Governo sembrava di diverso avviso ; perocché armamenti furono ordinati, richiamati i marinai, apprestata la flotta. Nell'Alieni agn a poi apparvero segni di moderanza; chè una frazione del partito liberale, desideroso di schifare ogni complicazione europea, levossi contro l'esecuzione federale ; tanto più che la flotta prussiana era nelle acque della Cina, e le coste tedesche del Baltico non avrebbero alcuno schermo contro un blocco della marina danese. Da altra parte, Francia e Inghilterra aveano consigliato alla Danimarca moderazione, e questa pareva disposta a novelli sacrifizii.
Dall'ottobre del 1861 fu un grande affaccendarsi della diplomazia. Noie senza numero furono scambiate fra Prussia e Austria da una parte, e Danimarca dall'altra. Re Federico VII concesse ai ducati dell'Holstein e Lauenburg costituzione ed amministrazione distinte. Nei ducati facienti parte della Confederazione germanica, il re, o meglio il duca può trattare in ciò che lo concerne; ma le pretese dell'Allemagna non si arrestavano punto all'Eider. 11 partito liberale, le società secrete, il Naiioualr vcrein vagheggiavano l'annessione dello Slesvig alla Confederazione, e i loro voti non erano sgraditi all'Assemblea federale. La Prussia pareva pensasse davvero a divenir potenza marittima, per lo che le abbisognava il porto di Kiel, di prim ordine fra quelli del Baltico, il quale appai tenendo al ducato d'Holstein, fa parte della Confederazione alleniamo come tutta la riva diritta dell'Eider. Ma sulla sinistra, che è territorio danese, si eleva un forte che domina la città ed il porto. Per divenire adunque signore di Kiel e farne porto di guerra della manna federale, abbisognava che l'Allemagua traversasse
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