Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
102
DANTE ALIGHIERIsue astiosità ghibelline ; altri vollero che il facesse per mettere in mostra il suo sapere e poetizzare la logica ; altri ch'ei volesse simboleggiare nei tre regni degli spiriti tre diverse disposizioni dell'anima umana, o serva delle passioni e tutta chiusa in esse, o sospesa intra buone e male vocazioni, o felice nella vita e nella contemplazione della sapienza. Foscolo, sagace critico ma passionato e sdegnoso non meno di Dante, e per sopraggiunta disperato d'ogni umana virtù, vero Capaneo della letteratura, tolse a dimostrare che tutti i commentatori di Dante l'avevano per miseria di cuore e per marcio iilgegno franteso; che l'Alighieri non aveva mai in vita sua mandato fuori intiera alcuna parte del sacro poema; che l'assunto del poeta era di predicarsi riformatore di Santa Chiesa ed apostolo novello, e di lasciar la trina cantica come la bibbia dell'innovato cristianesimo. Codesto tema sofistico fu poi peggiorato dal Rossetti, che volle tradurre tutta la lingua simbolica ed erotica di Dante, e di quant'altri scrissero d'amore nel xui e nel xiv secolo, in un gergo di settarii politici e di eretici neocristiani ; e i fallaci indizii furono volentieri raccolti testé dal francese Aroux per accusare d'ipocrisia scellerata e puerile tutte le lettere italiane. Per l'opposto, altri mostrò Dante non cristiano soltanto e mistico, e assetato d'ogni consolazione spirituale, ma ascetico sottilizzatore di frasi rituali, e architettore di claustrali arguità.
IX. Altre opere. — Monarchia e Convito. — Certo, dell'ortodossia di Dante non' può dubitarsi; e le prove abbondano nella storia della sua vita e nel corso di tutte le sue opere. Nimicissimo alle temporalità clericali, ei non era però meno riverente ai pontefici e ai dogmi cattolici ; di che ci fa prova pienissima il canto xuv del Paradiso, ove recita a san Pietro il simbolo della fede (veggasi inoltre una solenne sentenza nel canto v del Paradiso, vs. 76). E di questo ci conviene consentire col Balbo, col Giuliani, col Simonetti, colTOzanam, che hanno chiamato il punto controverso a sottile disamina, e che di articoli del Credo s'intendevano meglio che il Foscolo e il Rossetti. Altra e più disputabile questione si può fare intorno al vero senso delle dottrine politiche di Dante; il quale ai più pare ghibellino indracato, fino a chiamare l'armi straniere addosso a Firenze; altri, come notammo accennando della vita sua, lo credono sdegnosissimo predicatore di concordie impossibili. Ma le sue opinioni ci sono 'spiegate pienamente dal suo trattato della Monarchia, scritto in orrido latino intorno ai tempi della calata di Arrigo VII in Italia: e questo libro, più assai che l'ispido Convito (il quale al Foscolo parve, a torto, una palinodia politica, benché non si nieghi che fu una tentazione di apostasia poetica), vorrebbesi consultare per penetrare nella mente dell'Alighieri e comprenderne le sublimi allucinazioni. Tutta l'opera singolarissima e piena di travisamenti profetici s'imperna su questo sorìte : Ultimo scopo dell'umana compagnia è amorevole e pacifica convivenza : e a questo scopo conviene che provveda uno strumento conveniente; il quale è l'imperiale podestà, ordinata da Dio così come da lui è naturata la specie umana; podestà universale, perchè deve abbracciare tutte le generazioni umane;
suprema, perchè niuno scopo è più necessario al bene del genere umano. Ma onde venne l'imperio? da divina dispensazione, la quale si manifesta in tutto il corso della storia; avendo la Provvidenza disposto che ai più degni pervengano le lunghe e durabili signorie. E perciò il popolo latino, di cut giammai nè fu, nè fia più dolce natura signoreggiando, e più forte in sostenendo, e ptù sottile acquistando (Convito, iv, 4), fondò colle armi un imperio legittimato dalla virtù, e poscia per necessità comunicato all'imperatore. Quest'impero eroico è lontanissimo dalla tirannide ; anzi è drittamente l'opposto, come quello che si ferma in un ufficio secondo natura e ragione, il quale trova le leggi per istudio e non le crea per arbitrio di volontà, ed è ordinato a proteggere e non a sforzare la libertà dei popoli, a tutelare le franchigie delle città, a spegnere le sètte nimiche della carità sociale, a volgere una forza, che non teme contrasto, a benefizio deUa giustizia, di cui è facile e naturale la religione in chi per sua oltrapossanza non ha nulla a desiderare 0 a temere. Concetti superlativi, idealismo ghibellino, che nondimeno lasciavano luogo alla dualità feconda dei due supremi poteri ; poiché se nella teorica di Dante l'imperatore è il soldato della pace e il dichiaratore della giustizia, il papa rimane inviolabile maestro della fede e guardiano della Chiesa. E che non pur nelle dottrine, ma in effetto l'avvocato della monarchia volesse rispettata l'indipendenza del pontificato, e il papa raccolto coll'impera-tore nella propria e naturai sede di Roma, lo veggiamo in moltissimi luoghi delle sue opere (Roma metropoli della Chiesa. Infer., 11 ; Convito, iv, 5. — Il papa capo della Chiesa. Infer., 11; Purg., xx ; Parad., xxx. — La Chiesa gerarchica con autorità spirituale e dogmatica. Purg., 111, vi, e Convito, n, 6. — Lindi-pendenza dei dut poteri. Purg., xvi ; De monarchia, in fine), e più specialmente nella lettera scritta dopo la morte di Clemente V a confortare i cardinali che nell'elezione del nuovo papa non uscissero dal sangue italiano; lettera di cui ci rimane solo un brano, ma che dovette essere scritta dall'Alighieri tra il fine del 1314 e il principio del 1316, e quando appena egli aveva forse finito di ùettare la Monarchia. Questo sforzo continuo di sanare lo scisma profondo che lacerò il medio evo e aprì la via alla civiltà moderna ci rivela intiera l'allucinazione sublime che ingigantì il genio di Dante, e collocò il suo poema, come un monumento cifrato di arcani geroglifici e suggellato di minacciose profezie, sul bivio che divide due grandi età. Venuto al tramonto di quella lunga aurora boreale che fu il medio evo, e quando già i crepuscoli del giorno sopravvegnento si mescevano coi pallidi vampi della visione notturna, Dante riordinò, illuminò e compiè il sogno magnifico ma vacillante delle generazioni che le avevano preceduto, e tanto vi trasfuse di potenza ideale, che l'immagine di un passato irrevocabile divenne una delle più efficaci rivelazioni dell'intima virtualità umana, e una delle più vaste aspirazioni d'avvenire. Celebrando il gentile imperio delle genti affratellate a concordia cristiana, la devozione della cavalleria, le nobiltà graziose, le libere cittadinanze, la quieta drittura e fermezza dei costumi, l'ardore dell'umile santità, e sopratutto il fascino purifìca-
| |
Dante Capaneo Dante Alighieri Santa Chiesa Rossetti Dante Aroux Dante Convito Dante Paradiso Pietro Paradiso Balbo Giuliani Simonetti TOzanam Credo Foscolo Rossetti Dante Firenze Monarchia Arrigo VII Italia Convito Foscolo Alighieri Ultimo Dio Provvidenza Convito Dante Chiesa Roma Roma Chiesa Convito Chiesa Purg Parad Chiesa Convito Clemente V Alighieri Monarchia Dante Dante Foscolo Purg Purg
|