Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DANTI IGNAZIO - DANTINE (DON) MAURO FRANCESCO
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Vedi : Bayle, Dictionn. Critiq. — Oldoini, Aihen. UgusUcum (p. 168).
DANTI Ignazio (biogr.). — Uno dei più rinomati matematici del secolo xvr, nato in Perugia l'anno 1537 e morto vescovo di Alatri nel 1586. Vesti l'abito domenicano, ed applicatosi alle matematiche, vi fece tali progressi, che Cosimo de' Medici lo voUe a Firenze, dove nella facciata della chiesa di Santa Maria Novella veggonsi ancora un quadrante di marmo e l'armilla equinoziale e meridiana ch'egli vi costrusse. Passato a Bologna, vi professò le matematiche, e vi lasciò memoria del suo sapere astronomico nella gran meridiana da lui disegnata in San Petronio l'anno 1576, che fu poi perfezionata dal Cassini nel 1653.
Gregorio XIII lo chiamò a Roma a far parte della congregazione destinata alla correzione del calendario; e poiché aveva pur anche studiatola pittura, gli fece disegnare e dipingere le tavole della Geografia antica e moderna d'Italia in dive* si scompartimenti della galleria Vaticana, che era come una contrada da dipingersi, come dice il Lanzi, tanto è vasto quell'edilìzio. Nella quale opera si ebbe colleghi due suoi fratelli, Girolamo e Vincenzo. Nella continuazione delle loggie di Raffaello in Vaticano, il padre Danti ebbe la direzione suprema del lavoro affidato al Roncalli, al Palma il giovine, a Raffaellino da Reggio e ad altri per l'esecuzione artistica.
Nel 1583 fu promosso al vescovado d'Alatri ; ma poco ne potè godere, rapito dalla morte tre anni dopo. Lasciò molte opere, e le principali sono: Le sciente mattinati che ridotte in tavole: un Trattato deWuso e della costruzione dellastrolabio ; un Commento sulle regole della prospettiva pratica del Baro zzi.
Vedi Vermiglioli G. B., Elogio d'Ignazio Danti perugino (Perugia 1820).
DANTI Vincenzo (biogr.). — Architetto e scultore, nato a Perugia nel 1530, morto nel 1576, fu allievo di Michelangelo, quando questo grand'uomo annoverava di già ottant'anni, e fin dall'età di venti anni modellò e fuse la gran statua in bronzo di Giulio III inalzata sulla piazza di Perugia, sulla cui base sta scritto: Vincentius Dantus Perusinus, adhucpuber, faciebat. Questa statua è già notevole per brio, nobiltà e finezza di lavoro. Nella cattedrale di Perugia ammiransi due suoi bellissimi fonti battesimali, e sulle porte del battistero di Firenze tre non men belle statue in bronzo rappresentanti la Decollazione di san Giovanni Battista, e nella gran sala di Palazzo Vecchio il magnifico gruppo della Vittoria che incatena la Frode. Nella cattedrale di Prato, Danti ha scolpito una Vergine pel mausoleo di Carlo dei Medici, la quale, quantunque di stile largo e bella di forme, è un po' fredda, mentre il bambino Gesù è stimato per la sua aria ingenua e il vivo sentimento dello scalpello.
Danti studiò altresì architettura, e il granduca io nominò suo architetto. I disegni ch'ei fece per l'Escuriale, inviati da Cosimo I a Filippo II, piacquero tanto a questo principe, ch'ei tentò, comecché indarno, trar Danti in Ispagna. Ingegnere valente, ei ritrovò e raccolse, nel 1560, le acque smarrite della bella fontana di Perugia. Finalmente nel 1567
pubblicò un libro, divenuto rarissimo, contenente insegnamenti utilissimi sulle arti. Egli era nepote di Pietro Vincenzo, gentiluomo di Perugia, dotto matematico e versatissimo nell'architettura.
Vedi : Pascoli, Vite dei Pittori Perugini — Cico-gnara, Storia della Scoltura.
DANTINE (don) Mauro Francesco (biogr.). — Benedettino della Congregazione di San Mauro, archeologo e paleografo, nato a Gourieux, nell'antico principato di Liegi, il 1® aprile 1688, morto a Parigi il 3 novembre 1746, era figlio di un agiato coltivatore, e dopo studiata filosofia a Douai, vestì l'abito in età di ventiquattr'anni nell'abazia di San Luciano di Beauvais. Ei diessi allora a studiare a tutt'uomo, e insegnava con plauso filosofia all'abazia di San Niccolò di Reims, quando, avendo ricusato sottoscrivere la bolla Unigenitus,i\ cardinaleMailly, arcivescovo di Reims, fautore caldissimo dei Gesuiti, ordinò a' suoi superiori d'allontanarlo dalla diocesi. Chiamato all'abazia di Saint-Germain-des-Prés a Parigi, Dantine fu adoperato da principio a continuare la Collezione delle Decretali, interi-otta per la morte di D. Constant e D. Dopinot; indi a preparare una nuova edizione del Glossarium ad scriptores media et infima latinitatis di Du Cange, di cui tre volumi soltanto erano stati pubblicati nel 1678. Già erano venuti in luce i primi cinque volumi quando Dantine, sempre a cagione delle sue opinioni religiose, fu mandato a Pontoise, ove, pur continuando i suoi lavori filologici, s'occupò con ardore della lettura dei libri sacri, e tradusse i Salmi dal testo ebraico corredandoli di note Don Carpentier, collaboratore di Dantine nel Glossarium, pubblicò nel 1736 il sesto volume di quest'opera, e nel 1746, ma senza far motto degli obblighi che aveva a Dantine, un supplemento in quattro volumi in-folio, che gli tirò addosso l'accusa di plagio da molti. Dopo la sua morte quest'accusa fu rinnovata da don Tassin, che gliel'aveva mossa nel 1756, nel Journal des Savants. Nel 1737 Dantine hi richiamato a Parigi, ove intraprese con don Bouquet il Recueil des hittoriens des Gaules et de la France; sfortunatamente il suo lavoro relativo alle crociate è rimasto inedito. Egli diè poi opera a comporre L'Art de vérifier les dates, e già ne avea composto una gran parte quando fu colpito di apoplessia nel dicembre del 1743. Egli menò dipoi una vita languente, ma senza interrompere l'opera incominciata, di cui una parte era stampata allorché un secondo colpo apo-pletico lo privò di vita in età di cinquantanove anni. Clémencet e Durand ultimarono l'opera del loro dotto confratello, e pubblicaronla a Parigi nel 1750. Essa fu tosto compiuta e perfezionata da don Clément, che diede la seconda edizione in un volume in-folio (Parigi 1770), e la terza (1783 e 1792) in tre volumi in-folio formanti più di 3000 pagine. I signori di Saint-Allais, Julien de Courcelles e De Fortia-d'Urban ne hanno pubblicato una quarta edizione (Parigi 1818-1844, 38 volumi in-8°), aggiungendovi una continuazione dal 1770 sino ai di nostri, ed una parte relativa agli avvenimenti anteriori all'èra cristiana. Inalzando questo bel monumento di cronologia, Dantine rese alle scienze storiche un servizio che raccomanda il suo nome a tutti coloro che le coltivano. Quest'erudito era, per
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