Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
mDANTISCUS GIOVANNI
- DANTON GIORGIO GIACOMOaltra parte, un uomo dabbene, dotato di spirito giusto e di carattere dolce ed amabile.
Vedi : M. Polain, Notiee sur D. Maure Baritine, nella Revue Belge (voi. i, p. 265) — D. Tassin, Hist. litt. de la Congrég. de Saint-Maure (p. 633).
DANTISCUS Giovanni (biogr.). — Poeta neo-latino, nato nel 1485 a Danzica, morto nel 1548, derivò il nome dal suo luogo natio, fu ammaestrato all'Accademia di Cracovia, e, dopo aver servito lungo tempo in difesa della patria nell'esercito polacco, percorse la Palestina, la Siria, l'Arabia e la Grecia, finché rimpatriatosi, attrasse con le sue poesie l'attenzione del re Sigismondo I, che lo nominò suo segretario. Appresso entrò negli ordini, ma rimase in qualità di segretario a fianco al re, e lo accompagnò a Presborgo, ove procaeciossi con le sue poesie il favore dell'imperatore Massimiliano a tal segno che lo coronò poeta e gl^ conferì la nobiltà. La sua conoscenza delle lingue e la sua perizia nelle bisogne diplomatiche indussero il re di Polonia ad inviarlo all'imperatore Carlo V. Ei prese anche parte alle trattative di pace di quest'imperatore con Venezia, e fu presente alla Dieta di Augusta nel 1530. Dopo avere accompagnato l'imperatore Carlo V in Ispa-gna, tornò nel 1535 in Polonia, e divenne prima vescovo di Culma, indi d'Ermeland. Dantiscus era stretto d'intima amicizia con Copernico ed Osio, nonché con molti dei seguaci di Lutero. Le sue poesie, la più parte così dette d'occasione sugli avvenimenti di quei tempi, vanno distinte per pura latinità e chiarezza di pensieri, e furono raccolte da Bohm (Breslavia 1764).
DANTON Giorgio Giacomo (biogr.). — Avvocato francese, nato a Arcis-sur-Aube nel 1759, che ebbe una pai te principalissima negli avvenimenti dei primi anni della rivoluzione. Comparso appena nell'arena rivoluzionaria, Mirabeau conobbe quanto valesse, e procurò di trarlo al suo partito. Era in essi molta analogia d'indole e d'ingegno ; e Mignet, nella sua Stona della Rivoluzione, stabilisce fra di loro questo paragone : « Danton era un rivoluzionario gigante. Nessun mezzo gli pareva da condannarsi, purché tornasse utile, e, secondo lui, tant'uomo poteva quanto osava. Fu chiamato il Miiabeau del popolo, ed infatti aveva molti ti atti di somiglianza con quel tribuno delle classi alte; fattezze dure, voce tuonante, gestire impetuoso, eloquenza ardita, sguardo dominatore. Eguali erano pure i loro vizii: se non che quelli di Mirabeau erano di un gentiluomo, e quelli di Danton di un popolano. Ciò che vi era di audace nei concepimenti di Mirabeau trovavnsi pure in Danton, ma in un modo diverso, poiché in rivoluzione essi apparte-nevano ad epoche differenti ». A questo parallelo alcuni aggiungono che Mirabeau potè chiamarsi il Catilina della rivoluzione francese, e che Danton ne fu il Mario.
Di non comune aspetto per l'alta sua statura e per forme atletiche, accoppiava le sue fisiche doti alla veemenza del dire e ad un'immaginazione che aveva del gigantesco, e ciò contribuì grandemente a dargli autorità e influenza sulla moltitudine, sicché facilmente divenne uno dei fondatori e dei corifei della conventicola ossia club dei Cordiglieri (V.). Dopo l'arresto di Luigi XVI a Varennes,
fu uno dei caporioni all'assemblea del Campo di Marte che domandava la deposizione di quel monarca. Divenuto poi, in novembre 1791, sostituito del procuratore del Comune di Parigi, si vendette alla Corte e le fu ligio finché le sovvenzioni durarono : ma allorché queste furono cessate siccome inutili, benché avesse da questo contratto ricavato più di centomila scudi, tornò avversario implacabile del re, e durante tutto il 1792 fu in ostilità permanente contro il potere reale, e uno dei principali istigatori degli avvenimenti del 20 giugno e del 10 agosto. Il ministero della giustizia fu la ricompensa della sua cooperazione a quest'ultima giornata, e in tale uffizio si mostrò sanguinario, ambizioso, vendicativo e venale; ma fu ad un tempo coraggioso e destro nel maneggio dei pubblici affari in un tempo in cui ogni passo era accompagnato da pericoli.
Quando l'esercito prussiano ebbe varcato i confini della Francia, e la costernazione si era sparsa dappertutto; quando i capi repubblicani più non sapevano a qual partito appigliarsi per istomare la tempesta, Danton imperterrito dichiarava che per isconcertare gli agitatori ed arrestare il nemico conveniva atterrire i realisti. E però il dì 2 di settembre si presentava alla tribuna dell'Assemblea legislativa, e là rivolgendo la parola ai deputati tremanti, gridava: « Il cannone che udirete tuonare non è il cannone d'allarme ; è il passo di carica contro i nostri nemici..... Per vincerli, peratterrarli, di una sola cosa è mestieri.....audacia,
ancora audacia e sempre audacia ». Queste parole erano il segnale delle orribili carneficine di settembre, che cominciarono poche ore dopo e durarono quattro giorni.
Eletto secondo deputato di Parigi alla Convenzione nazionale, egli abbandonava il posto di ministro per adoperarsi a promuovere il giudizio e la condanna del re, e fu allora che rispose ad uno che gli rappresentava l'incompetenza della Convenzione a giudicare il sovrano: « Avete ragione; perciò noi non lo giudicheremo, ma l'uccideremo ». Quindi si può ben pensare com'egli fosse uno di coloro che votarono per la morte dell'infelice Luigi. Sospettato di essersi appropriata con Lacroix una buona parte dei quattro milioni stati loro consegnati dopo la morte del re per far insorgere il Belgio, egli pensò d'impor silenzio e d'incutere timore a chi mormorava dei fatti suoi mettendosi, al suo ritomo, a capo del movimento rivoluzionario. Propose allora e fece approvare una levata di 300,000 uomini, e per opera sua nel mese di marzo 1793 si decretò l'in?tituzione di un tribunale criminale straordinario, destinato a punire i nemici della rivoluzione, origine del famoso tribunale di sangue detto rivoluzionario, dal quale fu poi egli stesso mandato al patibolo.
Il Comitato di salute pubblica, nel quale dovevano concentrarsi tutte le forze del Governo, essendo stato istituito nel mese d'aprile, Danton ne fece parte fin dalla sua formazione. Non ripeteremo qui a questo riguardo ciò che si è detto sotto Comitato di salute pubblica (V.). Collega e rivale di Robespierre (V.), essi furono presto nemici irreconciliabili, e mentre egli cercava di perdere l'emulo
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