Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DANUBIO
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      zione. Ma pur troppo le correnti più poderose non sono sempre anche le più navigabili, dacché, ad onta della grande loro quantità d'acqua, o non si possono rendere navigabili, o per ridurle tali fa mestieri d'ingenti spese, ed assai sovente di canali artificiali accanto ai naturali, alimentati bensì da questi della necessaria acqua, ma indipendenti per l'esercizio della navigazione dalle loro rotture ed inondazioni. Ciò si applica benissimo al braccio di Stambul, il quale, sebbene trascini nel delta del canale di Kilia la massima quantità di acque da tutti i cinque bracci principali testé mentovati, trae nondimeno seco anche la maggior copia di materie eterogenee; e mentre tutto il grande seno da esso formato dev'essere stato pria di spettanza del mare, s'interrò il medesimo fino al livello del mare stesso per l'ingombro delle trasportatevi materie. La sua corrente dev'essersi diretta originariamente più al S. che all'È., e l'isola Cubanscov dovette emergere co' suoi sfondi e sollevamenti tanto più facilmente, quanto più trovò la corrente libero scolo. Ma l'acqua ostrutta per l'interramento totale del seno, cercò uno sfogo per la via più breve del nuovo canale di Stambul, rendendolo a poco a poco ampio e profondo. Se pertanto si desse mai il caso che l'antico braccio di Stambul s'interrasse ancor più, e per intero, e che il nuovo dovesse esportare non solo l'acqua, ma eziandio tutte le materie eterogenee del medesimo, si può benissimo ammettere che anche la fece del nuovo si ostruirebbe col tempo, e che la pressione delle acque alte del Danubio romperebbe ed aprirebbe l'antico braccio di Stambul, come dev'essere accaduto col bacino nelle vicinanze di Vilcovo, con cui questo tratto della corrente ha molta somiglianza. Dalle difficoltà fin qui esposte intorno a cotesto intricate ed involute condizioni del braccio in discorso si rileva di subito essere quasi impossibile l'aprire una grande navigazione ed assicurarne la durata, per il canale di Kilia al Mar Nero, senza ingenti spese.
      Ritornando ancora al C'iatal d'Ismail, vi scorgiamo il braccio di Tulcia, che qui si dirama al S. E., mentre la corrente principale del Danubio prosegue ampia e maestosa il suo corso verso N. E. Dicesi di Tulcia cotesto braccio, per la città dello stesso nome che sorge sulla destra sponda turchesca con circa 25,000 abitanti. Si riparte poi desso, 82 chilom. più verso il mare, nei due bracci in questo sboccanti di Sulina e San Giorgio, il secondo dei quali trasporta tre quarti della massa intera dell'acqua del braccio di Tulcia, mentre il canale di Sulina, più modesto, non ne riceve che un solo quinto. La giacitura di Tulcia, proprio nel mezzo tra il mare, il solitario Delta ed i porti principali del basso Danubio, è per la navigazione di grand'entità. Vi si soffermano volentieri i capitani delle navi, riparano ai sofferti danni, si apparecchiano al viaggio di mare, si approvvigionano, ecc. La corrente, che forma davanti alla città una sinuosità ben pronunciata, è qui discretamente forte, e lo scoglio che emerge dalle acque sotto la città, veniva considerato un di come gravissimo ostacolo alla navigazione; \ ed in vero il passaggio dinanzi a quella roccia diventa sovente assai pericoloso, per la straordinaria quantità di navi che vi stanno annualmente anco-
      rate. La larghezza media del braccio di San Giorgio si è di circa 510 metri, nè la sua profondità è mai minore di 7, essendo in molti punti assai più considerevole. Scorre desso nel Mar Nero per le'due foci principali di Kedrilles ed Olinca, presso il villaggio del primo nome, a 139 chilom. dal C'iatal d'Ismail e 118 dalla sua separazione dal canale di Sulina, non senza passar pria per curve assai grandi ed in gran parte alla navigazione moleste, le quali non s'incontrano affatto nel canale di Kilia, ed in quello di Sulina non sono almeno nè tanto numerose, nè tanto spiccate ; e dopo di essersi staccata da esso la Donavizza, in direzione S., verso il lago di Ramsen, e quinci per la Portizza, verso il Mar Nero. In tutto questo corso si muove desso, principalmente sotto il villaggio di Bes-Tepé\ in mezzo a deserti e solitudini, tra paludi e canneti, senza stabilimenti di rilievo ; gli è quindi un errore più fiate ripetuto che molte località su cotesto braccio fluviale potrebbero offrire vantaggi di varie specie alla navigazione; dacché ciò che vi è di vantaggioso sotto questo aspetto, non esiste che sul canale di Kilia. Sopra la foce di San Giorgio, ha la corrente, tra le basse rive che si elevano appena di qualche metro sullo stato medio dell'acqua, una larghezza di circa 500 metri sulla sua superficie, con 7 metri circa di profondità. Più in là, di fianco, la larghezza del letto della corrente diventa di metri 630, ma con meno di 6 di profondità; ma proprio sopra San Giorgio viene ripartita cotesta corrente in due bracci mediante un'isola (Olinca) lunga circa 1600 e larga, nella sua massima ampiezza, 660 metri. Alla punta superiore dell'isola hanno entrambi i bracci una larghezza quasi eguale di 460 metri, restringendosi però il braccio sinistro assai presto a soli 330 metri di larghezza sulla superficie. Ciò non ostante, appunto cotesto braccio sinistro trasporta evidentemente la maggior massa d'acqua, intacca visibilmente con ciò la riva superiore dell'isola, ed affonda da questa il letto della sua corrente, mentre il braccio laterale destro sembra compreso nell'interramento, e si riparte più in giù veramente in due canali. Come possa essersi formata cotesta isola nel bel mezzo di un letto fluviale bastantemente regolare e nelle sussistenti condizioni, gli è tanto più difficile lo spiegare, quanto più scorgesi che il suo terreno, perfino alla massima profondità, non consta già di sabbia, ma di solida melma ed argilla, che oppone resistenza alla corrente che gli piomba sopra e da lunge lo sferza, e contribuisce alla formazione di una ripa irta e compatta. Cotesti fenomeni ci suggeriscono il pensiero, che siffatta isola siasi formata assai meno da un'area mediana scavata dalla corrente nel suo letto, di quello che dalla rottura e dal perforamento della riva sinistra, al che corrisponde anche la conformazione del suolo dell'isola e la direzione generale della corrente. Comunque siasi, gli è certo che l'isola oggidì esiste colle sue rive abbastanza solide e ripide, almeno alla sua punta superiore, e forma una ripartizione di molto rilievo per la determinazione della corrente; e cotale ripartizione è tanto più importante, quanto più si congiunge con essa un aumento assai rapido della larghezza della corrente. Ciascuno compren-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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