Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DANUBIOderà di leggieri che la corrente non poteva rimanere navigabile in un letto che cosi rapidamente allargavasi. Gli è più difficile, all'incontro, il rendersi conto della formazione e dell'esistenza dei diversi canali fluviali in questo enorme letto della corrente, uguale ad un seno di mare. Che le onde abbiano la tendenza, tanto a destra quanto a sinistra, di trascorrere accanto all'isola Olinca con aumentata celerità, lo dimostrano i più profondi canali ivi esistenti, di cui il laterale sinistro si protrae quasi fino alla punta inferiore dell'isola Olinca, ed il laterale destro fino all'isola meridionale Loev, ch'è la piccola isola Olinca, mentre la ripartizione delia corrente nel suo letto insù, condizionata dalla grand'isola Olinca, è visibile accanto all'isola di San Giorgio. Presso alla punta poi della riva sinistra laterale la corrente non potè più vincere le ammassate materie, e quindi dovette prendere la via obliqua ancor più breve, quantunque più acutamente incurvata, nella direzione di E. N. E., verso il letto più profondo del mare. La barra propria di San Giorgio non ha più di due metri di profondità ed una larghezza certamente variabile, ma sempre meschina. Spingesi circa 4 cliilom. nel mare, calcolando dal centro dell'estrema foce, e la circondano da tutti i lati pericolosi banchi di sabbia.
      Eccoci al canale di Sulina, unica foce del Danubio finora interamente navigabile, e che rimarrà inoltre pur l'unica via di navigazione verso il Mar Nero, sebbene oltrepassi di rado i 200 metri di larghezza. La sua profondità non è dappertutto uguale, nè in diversi punti troppo considerevole ; fu tolto invero, la mercè dei lavori ordinati dalla Commissione europea del Danubio, il massimo ostacolo alla navigazione, quello dei banchi di Argagni; ma vi sono ancora alcuni punti che coll'acqua bassa non hanno più di 5 metri di profondità. Assai difficile alla navigazione si è l'ingresso nel canale di Sulina per la diramazione del braccio di San Giorgio, separandosi la Sulina dal canale di San Giorgio diretto al S. E., in un arco acutamente deviante a N. E., il quale, scostandosi poi rapidamente al S. e quinci volgendosi, dopo un angolo acuto, al N., e poscia ancora al S. E., forma un certo numero di curve pericolose, che cagionano grande irregolarità nell'acqua navigabile, sono di grave incomodo alla circolazione nell'incontro così frequente delle navi, e possono condurre facilmente ad urti ed investimenti assai dannosi, per l'esistenza di barche affondate nei passi più malagevoli. Appressandosi a questi, le navi a vela ammainano le loro vele, ed i piroscafi rallentano con grande cautela il corso, usando di precauzioni ancor maggiori quando fanno da rimorchiatori. Non lunge dal villaggio di Gor-gova cangia la corrente la sua generale e prevalente direzione, volgendosi ad angolo retto al N., per acquistare di nuovo, dopo moltiplici deviazioni al S. E. e al N., quella stessa profondità meridionale che aveva la corrente presso Gorgova. Che queste direzioni a?sai diverse della corrente ed in parte pienamente opposte debbano riuscire imbarazzanti alla navigazione e principalmente a quella a vele, gli è più che mai evidente. Dalle ultime ed inferiori di coteste concavità fino al luogo di Sulina, che n'è distante più di 8 chilom., le curvedella corrente diventano meno acute ed alla navigazione meno moleste, tanto più che vi è qui in generale sufficiente profondità, la quale giunge davanti e rasente Sulina fino a 10 metri. Per questa grande profondità e per la sua direzione quasi interamente diritta, il tratto di corrente davanti a Sulina è particolarmente adatto alla fermata ed all'ancoraggio delle navi entranti ed uscenti, le quali veramente ne profittano, aspettando qui in numero assai grande il vento propizio. La lunghezza del canale di Sulina dal Ciatal di San Giorgio fino al mare è in tutto di 112 chilom. Attesa la presenza di barche da scarico, sempre pronte vicino a Sulina, delle quali deve servirsi ogni nave più carica, proveniente dal mare o diretta a questo, per diminuire la sua immersione al passo della barra, il numero delle navi ivi ancorate è così strabocchevole, che fu mestieri di un regolamento di polizia e di un ordinamento del porto di Sulina, onde procacciare alle entranti ed uscenti navi, non solo la necessaria libera traversata, ma ben anche i punti di ancoraggio più adatti e comodi. Il luogo di Sulina, che si va ricostruendo e sempre più estendendo dopo la memoranda guerra della Crimea, giace sulla riva laterale destra del braccio danubiano dello stesso nome, che qui si versa in mare. Il terreno su cui sta il discretamente popolato paesello componesi di fondo alluviale, e principalmente di fina sabbia, che il mare gettò a poco a poco oltre all'ordinaria, anzi alla massima altezza dell'acqua. Eino a dove giungono le rive dell'uniformemente limitato letto della corrente, quegli scavi di sabbia non formano che una proporzionatamente assai scarsa e sull'ordinaria altezza dell'acqua poco emergente striscia ripuaria, dietro la quale stendesi una palud e larga e profonda coperta di canne. In vicinanza e sotto alla bella e massiccia lanterna, tenuta con poca cura, aumentano a vista d'occhio gli scavi di sabbia nel loro allargamento, ed in una direzione meridionale alquanto retrocedente verso il corso del fiume, si spinsero di già circa 900 metri infuori nel mare, mentre la riva sinistra laterale del Danubio, con una soprastante trinciera, che serve ora da cimite.o, finisce in una punta abbastanza acuta, ancor sempre riinpetto alla lanterna. Ad eccezione di questa e dell'attigua casa di guardia, tutte le altre case erano state costrutte di legno senza mura fondamentali, e poche di esse soltanto erano internamente murate di mattoni. Il suolo di coteste case di legno posa sopra un sottoposto piano, formato di fortissimi e talvolta doppi ed incastrati travi, il quale viene sorretto da forti, non tanto infitti con berte, quanto piuttosto affondati pali e fusti di alberi. Coteste palafitte spuntano tanto da terra in su, che il pavimento della casa rimane in media 1 metro e 10 centimetri sopra l'ordinaria altezza dell'acqua, ed è quindi in regola senz'acqua. Le palafitte restano però comunemente alla distanza di 3 metri dalla medesima, perfino quelle dei magazzini destinati alla conservazione delle merci e delle derrate da esportarsi. Cercansi invano in Sulina cantieri e darsene, in cui si possano agevolmente collocare le navi, caricare e scaricare; e quindi il travaglio maggiore si è ancor quello del travaso e trasferimento dei
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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