Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
&ARCET GIAN PIETRO - DAftCY (TUBO DI)
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l>elins, Darcet fa, nel 1799, chiamato a sedere nel Senato conservatore, allorché si creò questo corpo in cai furono riuniti tanti uomini illustri della Francia. Egli moriva l'anno 1801, lasciando un gran nome come scienziato, reso più venerevole ancora per la nobile e generosa sua indole, accompagnata da nna rara semplicità di costumi e di maniere.
Yedi M. G. G. Dizé, Précis hisforique sur la vie ei les Iravaux de J. Dnre.pt, mrmbre du Sénat conserva fettr. ecc. (Parigi 1*02, in-8°).
DARCET Gian Pietro Giuseppe (biogr.). — Celebre chimico francese, figlio del precedente, nato a Parigi nel 1777, morto nell'agosto 1«44, fu nominato, dopo compiti gli studii matematici e scientifici, saggiatore alla zecca ed impiegato dal Governo nella fabbricazione delle polveri, nella quale introdusse importanti migliorie. Datosi in pari tempo agli studii chimici, fondò o diresse molte fabbriche importanti, dalle quali, in grazia a'suoi metodi, uscirono lavori più perfetti ed a miglior mercato, che procacciarongli l'approvazione e le ricompense dell'Istituto. Darcet chiarì molte quistioni dubbie prima di lui, quali sarebbero la composizione dei cementi degli antichi, la tempra delle loro armi, la fabbricazione dei cimbali e dei tamtam, ecc. ; fabbricò l'allume ad imitazione dell'allume di Roma, perfettamente simile a quello che somministra l'Italia; e quando non conoscevasi per anche la vera natura della potassa e della soda, dimostrò come questi due alcali contengano, nella loro maggior Durezza, acqua di combinazione, di cui mostrò la presenza calcinandoli col ferro. Si occupò lungo tempo della estrazione della gelatina dalle ossa, ed immaginò a tale effetto un processo particolare, che pubblicò nel 1828. Era suo pensiero di far uso della gelatina per comporne brodo a buon mercato in servigio degli ospedali e della povera gente; ma l'esperienza dimostrò in appresso che tale sostanza non è alimentosa, e perciò cadde in breve la nuova industria. Darcet succedette, nel 1823, a Berthollet nella sezione di chimica dell'Accademia delle scienze. De' suoi scritti numerosi, cospicui tutti per chiarezza e precisione, mentoveremo i seguenti: De Vassainissement des ateliers de do-revr<, che riportò, nel 1818, il premio fondato da Ravrio: Sur fantélioraiion des aliments des pauvres au moyrn de la gelatine des os; Description des nppareils à furti igution (Parigi 1818); Description (fune salle de bain (ivi 1827) ; Amélioration du regime alimentaire des hòpitaux, des pauvres et des (jrandcs réunions (Thommes vivant en commun (ivi 1844), oltre un gran numero d'articoli negli Annales de chimie et de physique e negli Annales d'hygiène ot
Yedi: Notice sur J.-P.-J. Darcet, comm. gén. des nonnaies membre de VAcadétnie roy. des sdences (Parigi 1844).
DARCET (lega di) (cliim.). — Gianpietro Giuseppe Darcet, figliuolo di Giovanni (Y. l'articolo preced.), trovò una lega metallica composta di stagno, piombo e bismuto, avente la proprietà di fondersi a temperature poco elevate. Altri chimici scopersero poscia altre leghe di facile fusibilità, delle quali tutte parleremo nell'articolo Leghe fusibili.
DARCI (tubo di) (idraul. sperim.). — Da gran ,
tempo gl'ingegneri, che si occupano d'idraulica, avevano riconosciuto che le formole del Prony intorno al moto dell'acqua nei canali scoperti, e nei tubi di condotta, siccome dedotte da esperienze in numero troppo limitate, ed in troppo speciali circostanze eseguite, riuscivano di applicazione assai incerta. Nell'anno 1854 essendosi dall'Accademia delle scienze di Parigi approvata una favorevole relazione del generale Morin, sulle prime interessanti ricerche del Darcy intorno al moto dell'acqua nei tubi di condotta, fu confermato il voto del relatore che tali ricerche venissero proseguite non solo, ma estese eziandio al corso dei canali scoperti; e tosto l'appoggio del ministro dei pubblici lavori ed il concorso di abili ingegneri, devoti alla scienza, non mancarono a soddisfare i più vivi desiderii del Darcy, il quale, coadjuvato dagli ingegneri Baumgarten e Ritter, aveva di già nel 1856 ultimati i preparativi necessarii per continuare le desiderate esperienze. Venutogli meno di poi il concorso dei due valenti ingegneri, per aver essi ricevuta dal Governo nuova destinazione, ed associatosi il Bazin, malgrado che crudeli sofferenze lo distogliessero qualche volta da' suoi favoriti studii, proseguì le sue esperienze con incredibile attività ; quando nei primi giorni dell'anno 1858 una morte altrettanto improvvisa quanto prematura lo tolse alla scienza. Toccò allora al suo giovane collaboratore il completare e discutere i risultati di tanto numerose e delicate esperienze, ed il dedurne, per l'arte dell'ingegnere, le più importanti conseguenze. Chi volesse conoscere quelle esperienze, che cominciate nel 1855 finirono solo nel 1862,le discussioni cui diedero luogo, e le conseguenze che se ne derivarono, potrà consultare la voluminosa opera del Bazin, cui è titolo; Recherches hydranliques entreprises par M. H. Darcy et contimi ées par M. H. Baein (Parigi 1865). Essa è corredata di un atlante di 32 amplissime tavole in rame; è tratta dalle memorie dell'Istituto imperiale di Francia (tom. xix).
Siccome lo studio della variazione di velocità dell'acqua nei diversi punti di una stessa sezione d'un canale è questione la più delicata e controversa, che occupi maggiormente gli idraulici, e che deve solo venir risolta dall'esperienza, così la ricerca degl'istru-menti da impiegarsi a determinarla presenta grandissima importanza; ed in quest'articolo vogliamo dire delle modificazioni introdotte dal Darcy all'apparecchio antichissimo conosciuto sotto il nome di tubo di Pitot (V. PI tot [tubo di]). Egli seppe renderlo di uso comodissimo, ed abbastanza sicuro, mentre prima non ispirava che mediocre fiducia agli sperimentatori.
Fin dal ? 732 Pitot presentava all'Accademia delle scienze di Parigi l'apparecchio semplicissimo a cui diede il nome. Erano due tubi in vetro giustapposti ad una tavoletta in legno, l'uno orizzontalmente incurvato alla estremità inferiore, l'altro verticalmente disteso fino al livello della parte ricurva del primo. Era opinione di Pitot che, immergendo in parte i due tubi in una corrente, la differenza in altezza delle due colonne acquee salite in ciascun tubo segnasse l'altezza dovuta alla velocità del filo d'acqua nel punto che si considera ; per il che riusciva , facile il calcolare la velocità richiesta Y per mezzo
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