Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DARDANELLI - DARDANIA
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      eguale a 0.993. È rimarchevole come la media fra questo valore e quello dato dal primo metodo sia esattamente eguale all'unità, e fu diffatti ritenuto anche pev amor di remplicità j* — 1 in tutte le esperienze che fecero quagli insigni idraulici ; non occorre pur anco il dire come quel coefficiente sia affatto speciale al fubo di cui essi si sono serviti, e come una modifica, ione qualsiasi anche inavvertibile nella forma o nelle ikiensioni dei tubi addizionali o di qualsiasi altra pa^te possa far variare di assai il valore del coefficiente (u, che deve sempre determina» si una volta tanto per ogni singolo strumento che vogliasi adoperare.
      Terminiamo col dire che-il tubo di Darcy ha sempre lavorato nelle mani del suo inventore e de' suoi collaboratori nel modo il più regolare e soddisfacente, e che la presenza dei piccoli tubi addizionali non ha mai impedito la libera entrata ed il libero efflusso dell'acqua per essi. Noi abbiamo esaminato quest'apparecchio semplicissimo non sì tosto è arrivato alla Scuola di applicazione degl'ingegneri in Torino, che ne fece l'acquisto, e non possiamo a meno di raccomandarne l'uso agl'ingegneri italiani, giacché esperienze precise non sarebbero possibili cogli strumenti idrometrici fin qui in uso, come, ad esempio, col reometro, specialmente quando si trattasse di piccoli canali, in cui colla sola loro presenza modificano notevolmente la velocità richiesta.
      DARDANELLI (geogr.). — Sono fortificazioni erette sopra ambo i lidi dell'Ellesponto, che da esse prende anche il nome di stretto dei Dardanelli. Questo stretto che divide l'Europa dall'Asia, e unisce il mare di Marinara coll'Arcipelago, stendesi nella direzione di sud-ovest fra i 24° e i 25° di long. E., e i 40° e 40° 30' di lat. N. La sua lunghezza è di circa 83 chilometri, ma varia assai nella larghezza. Presso il mare di Marinara è largo circa 15 chilom., e si va man mano restringendo, tanto che di rincontro a Gallipoli non è che della larghezza di chilom. 2,77, e questa è la larghezza media del rimanente della sua estensione. Verso l'estremità meridionale ristrin-gesi ancor più, e in alcuni luoghi fino a chilom. 1,85 e meno. Una forte corrente va del continuo dal mare di Mannara all'Arcipelago, e i Turchi hanno eretto fortificazioni a questi luoghi ristretti a fine d'impedire che si assalga la capitale dal lato del Mediterraneo. Queste fortificazioni consistevano dapprima in quattro castelli, due in Europa e due in Asia. Due, detti i Castelli Nuovi, sono situati presso l'entrata dello stretto dal lato dell'Arcipelago, dov'è della larghezza di circa 4 chilom. Il castello d'Europa è detto Kilid Bahr, e quello d'Asia Kum Kalesi ; il primo è fornito di 70 cannoni e 4 mortai, e il secondo di 80 cannoni e 4 mortai. A 27 o 28 chilom. circa al nord-est sono i Castelli Vecchi ; quello d'Europa, che è l'antica Sesto, dicesi Sed Bahr, e quello dell'Asia, che è l'antica Abido, chiamasi Khanuk Kalesi. Nel primo sono 50 cannoni, e nel secondo 84. Pare per altro che il nome di Dardanelli si applichi ora specialmente ad alcune fortificazioni erette in tempi moderni fra i detti Castelli, ma assai più presso ai Vecchi che ai Nuovi. In queste nuove costruzioni sono 64 cannoni in Europa e 120 in Asia. Il numero dei cannoni in batteria in tutte queste fortificazioni e in alcune altre di minore importanza è di 689, ol-
      Nuova Encicl. Ital. Voi.
      tre ad 8 mortai. < Muniti come eono i Dardanelli, dice l'inglese Keppel, dove l'occhio si posa dappertutto su cannoni che dominano sopra un breve ed angusto passo, la parte più pericolosa è quella che è presso i Castelli Vecohi. La loro forza consiste nella posizione del castello di Sesto, dove, per la na tura della corrente e per le spiaggie molto sporgenti in fuori, una nave è soggetta ad essere orribilmente travagliata per poco che la batteria sia ben diretta ». Lo stesso scrittore dice che le opere sono ben costrutte e poste in luoghi giudiziosamente scelti, e che il maggior numero dei cannoni sono a fior d'acqua.
      DARDANELL0 (eool.). — Specie di rondine più comunemente conosciuta col nome di Topino (V.).
      DARDANIA (lat. Dardania o Dardanice, gr. Aap-8*vt«) (geogr. ant.). — Territorio dell'antica Mesia, i cui confini non sono abbastanza chiaramente fissati. Strabone, per esempio (p. 565), è d'avviso che Omero ponesse la Dardania sopra Ilio, sulla Parorea di Troja, ossia sulla regione montanina ad essa appartenente, ed altrove (p. 596), descritte le posizioni di Abido, Dardano e dei luoghi sulla spiaggia dell'Ellesponto fino al Sigeo, soggiunge: sopra di esse giace la pianura trojana, stendente si molti stadii fino all'Ida; vi è angusta la Parorea, stendendosi da un lato al S. fino ai dintorni di Scepsi, e al N. fino a quelli di Licia intorno a Zelea. Scorgesi da questa incertezza non esservi mai esistita una provincia Dardania veramente storica, e le parole di Strabone essere una mera interpretazione dell'7-linde (n, 819; w, 425), ove di Dardani o Dardanii si favella, comandante dei quali era Enea. Riferendoci alla leggenda mitologica, troviamo che Dardano, fi glio di Giove, si stabilì nella Dardania molto tempo prima che fosse fabbricato Ilio sulla pianura ; fu desso il proavo di Priamo, ed eranvi cinque generazioni da esso a questo (11., xx, 215, ecc.). Dardano fu viaggiatore di ventura in Asia, e sembra che la leggenda abbia conservata la tradizione dei Dardani partiti dall'Europa e impadronitisi di pai te della Misia nell'Asia Minore ; trovò il paese occupato dai Teuci i sotto un re che Teucro pure si addimandava, e sposò una figlia di costui. Se si voglia aggiustar fede all'antico storico Cefalone Gergizio (Steph. B.,$.tw. 'Afto^ e AoIpSovo?), Dardano giunse dalla Samotracia (odierna Samotraki, e sovente Samandraki, isola nel N. dell'Arcipelago), e sposò la figlia di Teucro, senza che egli sia d'accordo con Ellanico sul nome di costei. Strabone nota un promontorio Dardanide o Dar-danio (Dardanis, Dardanium) circa70 stadii (12 chi lometri 3/5) al sud di Abido, e sembra essere l'odierno Kefiz Burnu dei Turchi, e Punta dei Barbieri per gli Europei (Strab., pp. 587, 595), e probabilmente quella che Plinio chiama Tropeza. Correva la tradizione che i discendenti di Enea si fossero conservati, dopo la guerra di Troja, in una parte interna del territorio della Dardania, e Senofonte (Hell., nr, 1, § 10) parla di un certo Zenide o Dardaneo, avente un principato nella Misia, con Scepsi e Gergita, due delle sue piazzeforti; ma il territorio da costui posseduto non era l'antica Dardania, dicendosi dallo stesso Senofonte la Eolide di Farnabazo.
      Chiamasi Dardania anche un territorio nel S. 0. della Mesia, perchè Dardani ne erano gli abitanti (Ptol., ni, 9, § 6), e forma oggidì la porzione più me-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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