Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DARIOIl vantaggio di questa strada è evidente, specialmente in vista del rapido incremento del commercio di San Francisco. Mentre attualmente s'impiegano 130 giorni da Nuova York a S. Francisco dal capo Horn, se ne impiegheranno 45 dal canale di Darien.
Il canale di Suez costò oltre 80 milioni di dollari. Il canale di Darien, che non costerà più di 75 milioni di dollari, darà almeno un lucro del 10 per 100, e il dott. Cullen valuta a 48 milioni, cioè circa la metà del costo di costruzione, il risparmio che il commercio farebbe in un solo anno (V. Panama).
DARIO {biogr. e stor. ant.). — Nome di varii re persiani.
Darlo I, comunemente detto Bario lstaspe, o figliuolo d'Istaspe, apparteneva alla famiglia reale degli Achemenidi, e salì sul trono nell'anno 521 avanti Cristo, dopo di avere, coll'opera di sei altri cospiratori, messo a morte l'usurpatore Smerdi. Secondo Erodoto (in, 82 e segg.), essi accordaronsi fra di loro che si troverebbero insieme in sul mattino a cavallo, e che quegli il cui cavallo avrebbe primo nitrito al sole nascente avrebbe regnato. Il cavallo di Dario fu il primo a nitrire, ond'egli venne salutato re. Dario fu colui che ordinò in regno regolare i paesi che Ciro e Cambise avevano soltanto soggiogati. Divise il suo vasto impero in venti sa-trapie o provincie, fissò il tributo da pagarsi, e le provvigioni da mandarsi regolarmente per l'esercito e per la real Casa, e stabili un sistema di comunicazione fra le varie parti dell'Impero per mezzo di corrieri stazionati a certe distanze per la trasmissione dei messaggi reali.
Poco dopo ch'ei fu salito sul trono, fu visitato da Silosone, fratello di Policrate tiranno di Samo, il quale gli ricordò avergli fatto presente di un mantello quando in Egitto era guardia di Cambise. Egli si offri di dargli qualunque compenso avrebbe bramato, ed egli chiese di essere mandato a Samo ed ivi posto in possesso del trono del morto fratello. Dariò spedi Otane con un esercito a Samo, che ben presto ridusse l'isola in suo potere. A Meandrio, che a quel tempo n'era signore, fu concesso l'andarsene fuori dell'isola. Intanto un altro affare di maggior importanza chiamò a sè l'attenzione del re. I Babilonesi eransi ribellati e facevano grandi apparecchi per la resistenza ; egli mosse loro contro con grandi forze e li tenne assediati per un anno e otto mesi, ma indarno, finche l'artifizio di Zopiro lo mise in possesso della città. Quest'officiale di Dario essendosi tagliato il naso e le orecchie e lacerato il corpo in modo orribile, ne andò ai nemici, dicendo loro che il suo re l'aveva così trattato, e che perciò era passato da essi onde ajutarli a vendicarsi del tiranno. I Babilonesi lo ricevettero con gioja, e non dubitarono punto della verità di quanto diceva, per gradi gli affidarono l'intiera città, ch'egli diede nelle mani a Dario. Questi fece impalare 3000 dei principali cittadini e distrusse le mura e le porte della città.
Scilace di Carianda, navigatore greco, fu da lui incaricato di seguir l'Indo fino all'Oceano e di esplorare il paese ; e alle scoperte da lui fatte tenne dietro la conquista di una parte dell'India. Uno degli avvenimenti principali del regno di Dario fula sua spedizione contro gli Sciti. Si vuole che muovesse contro di essi con sette od ottocentomila uomini. Un ponte di navi fu costrutto sul Bosforo da Mandrocle di Samo, il quale fu dal re generosamente ricompensato della maestria spiegata in quell'opera. Continuò Dario la sua marcia, attraversando la Tracia e varcando il Danubio, sino al Don, ma la spedizione fu infelice e a fatica gli venne fatto di mettersi in salvo. Rivalicò pertanto il Danubio, e tomossi nell'Asia, lasciando Megabazo nella Tracia con ordine di soggiogare i Peoni. Questi li sottomise e li trasportò nell'Asia, dove il re assegnò loro un distretto nella Frigia.
Pochi anni dopo avvenne un'insurrezione degli Stati della Jonia, eccitata da Aristagora governatore di Mileto, la quale terminò con la caduta di questa città, l'anno 494 avanti Cristo. Allora fu che gli Ateniesi, andati in soccorso di Aristagora, così acerbamente s'inimicarono Dario, che egli mandò nell'Attica un esercito comandato da Dati ed Artaferne, la cui invasione diede luogo alla celebre battaglia di Maratona (Y.) (490iavanti Cristo), in cui i Persi furono compiutamente sconfitti da Milziade. I vinti tornarono nell'Asia. Dario incominciò a fare apparecchi per un'altra spedizione contro i Greci, come pure per domare gli Egizii che eransi ribellati ; ma morì prima che si cominciasse la guerra (485 avanti Cristo) dopo un regno di 36 anni. Egli nominò a suo successore il figlio Serse. Prima di diventar re, Dario aveva tre figliuoli, due de' quali furono chiamati Artabazane ed Ariabigne ; in appresso n'ebbe quattro da Atossa e parecchi da altre mogli.
Yedi: Scultetus, Dissert. duDario Medo (Wittemberg 1663) — Leenuerts, Annalium Darti, Histaspis filii, libri VII (Amster. 1746) — S trave, Feldeug des Darius gegen die Scythen ecc. (Dorpat 1812).
Darlo II. Fu detto Oco o Noto perchè figliuolo illegittimo di Artaserse. Poco dopo la morte di Serse II, questo Dario riuscì a balzare dal trono Sogdiano e a salii vi egli stesso, nell'anno 423 av. Cristo. Dalla moglie Parisatide ebbe Artaserse Mnemone e Ciro il giovine ( V. questi nomi). Sotto il suo regno non accadde cosa notabile, da alcune guerre in fuori, felicemente condotte da Ciro e da altri capitani. Darlo II morì nell'anno 404, dopo di aver regnato diciannove anni, e succedettegli il figliuolo Artaserse, il quale dicesi domandasse al padre in punto di morte come egli si fosse regolato nel governare, a fine di poterlo imitare e ottenere l'esito stesso. Narrasi che il re rispondesse: aver egli sempre seguito, per quanto era in lui, la via della giustizia e della religione (Senof., Anab., i, 1 ; Diod., xu, 71 ; Giustino v, 11).
Darlo III, detto Codomano, ultimo dei monarchi persiani, succedette ad Artaserse III nell'anno 336 avanti Cristo, dopo breve intervallo in cui fu re no minale Arce, il più giovane dei figliuoli d'Artaserse, Bagoa aveva avvelenato Artaserse, e posto quindi Arce sul trono onde regnare egli in suo nome ; ma due anni dopo ne lo depose e vi mise in sua vece Dario Codomano. Visto poi che questi non gli si mostrava, quant'egli voleva, ossequioso, pensava di spacciarlo come già aveva fatto d'Artaserse. Ma
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