Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
138 DARWIN ERASMO — DASCHKOFF (PRINCIPESSA DI) CATERINA ROMANOWNAch'egli non abbandonò mai i suoi diletti studii let-terarii, per cui come storico, oratore e poeta fu aggregato all'Accademia francese.
La sua riputazione come poeta fu stabilita dalla sua traduzione in versi di Orazio, la cui prima edizione vide la luce nel 1800, e confermata dal poema sv\Y Astronomia, opera postuma, che La Place gli aveva consigliato di comporre, e attorno alla quale impiegò dieci anni di lavoro. Come oratore lasciò buon numero di elogi accademici; e finalmente come storico due opere attestano i suoi lunghi studii, e sono il miglior titolo ch'egli abbia alla gloria di scrittore. Esse sono la Storia dei duchi di Bretagna, in cui infelicemente la materia non corrisponde all'ingegno dell'autore, e la Storia di Venezia, la quale è senza dubbio una delle produzioni più importanti della moderna letteratura. Questa fu stampata per la prima volta in sette volumi nel 1819, e fu poscia più volte riprodotta. Si rimprovera a buon diritto all'autore di essersi lasciato dominare dapregiudizii nazionali e da troppa ammirazione per Napoleone ; si desidera in lui una maggiore imparzialità, avendo in tutto il suo lavoro dato prova di molto mal volere contro quel sapiente Governo, calunniandone spesso gl'intendimenti. Le sue asserzioni vennero vittoriosamente confutate con documenti dal Tiepolo, dal Romanin e da altri benemeriti Veneziani. Ciò non ostante non può negarsi che i suoi studii hanno gettato molta luce sulla storia della Repubblica veneta. Ella fu fatta italiana con preziose giunte e rettificazioni da A. Bianchi-Giovini.
L'operosa vita e le alte qualità di mente e di cuore ottennero al conte Daru grandi onori tanto da Napoleone quanto dai Borboni. Il primo gli dava tutta la sua confidenza, Luigi XVIII lo inalzava alla dignità di pari ; ma egli sedeva nella Camera alta non per essere servile al potere che ve lo chiamava, bensì per difendere con coraggio e con zelo i principii che credeva dovessero assicurare la felicità della sua patria. Morì nel 1829, e benché vivesse in un'epoca per politici rivolgimenti pericolosa, ebbe sempre riputazione d'uomo incorrotto ed illibato.
DARWIN Erasmo (biogr.). — Medico inglese, fisiologo e poeta, nato ad Elton presso Newark nel 1731 e morto nel 1802. Nel 1781 pubblicò il suo poema intitolato Giardino botanico (Botanic Garden) ; nel 1793 la Zoonomia, ossiano leggi della vita organica, cui nel 1796 tenne dietro una continuazione, il tutto formante due voi. in-4°; e nel 1800 la Phytologia ossia filosofia dell'agricoltura e del giardinaggio, in un voi. in 4°. Tutte queste opere, che eccitarono una grande attenzione al loro apparire, furono da alcuni soverchiamente lodate, da altri sragionevol-mente disprezzate, e sono presentemente poco lette e consultate. Con tutto ciò sono ben lungi dal meritare di essere neglette e dimenticate.
Il Darwin ebbe fuori di dubbio un intelletto originale e non comune. Versatissimo nella fisica dei suoi tempi, aveva un'attitudine singolare per afferrare e illustrare le analogie naturali, e soprattutto sentiva profondamente le importanti verità dell'universale semplicità e armonia di disegno che predomina in tutto il creato. Vero è che spesso le sueanalogie sono immaginarie, che talvolta le sue teorie non possono sostenersi, e che forzate sono le illustrazioni; ma molti di questi errori erano inevitabili nello stato in cui trovavasi a'suoi giorni la storia naturale, e non ostante ogni suo difetto egli meriterà sempre di essere tenuto in conto di fisiologo perspicace, ingegnoso e soventi volte profondo. Il suo Giardino botanico è diviso in due libri, i quali sono assai ineguali sì in mole come in merito. 11 primo, che spiega i principali fenomeni della vegetazione, è per ogni rispetto superiore al secondo, consecrato a ciò che l'autore chiama gli amori delle piante. Di questa parte abbiamo una bella versione italiana in isciolti, fatta dal Gherardini. Questo poema didascalico è massimamente pregiato per molti passi descrittivi di oggetti naturali, scritti in uno stile e in un linguaggio poetico impareggiabili. La Phytologia, se abbonda di errori, è pur anche notevole per le molte idee nuove ed ingegnose che contiene. Esse erano troppo avanzate al tempo della loro pubblicazione perchè potessero essere molto apprezzate dai contemporanei ; ma esse vanno singolarmente d'accordo con molte di quelle opinioni, le quali o sono pienamente riconosciute per vere, o sono ancora sotto discussione con molta probabilità di essere adottate. Il nipote di Erasmo Darwin, l'immortale Carlo Darwin, ha oggidì inalzato questo nome all'apogeo della gloria.
Vedi: Seward Anna, Memoirs of the life of Dr. Darwin, chiefly during his residence at Litchfield, with anecdotes of his friends and criticisms of his works (Londra 1804) — Boisseau, Notice sur Erasme Darwin (Parigi 1821).
DARWIN (monte e golfo) (geogr.). — Sono sul lato S. 0. della Terra meridionale del re Carlo, la più grande delle tre principali isole che formano insieme la Terra del Fuoco, a mezzodì del Nuovo continente.
DARWINISMO (filos. e se. nat.). — Dal nome di Carlo Darwin così viene designata la teorica, secondo la quale le specie si trasformano, di guisa che quelle oggi esistenti sono derivate da altre delle epoche anteriori. La cernita naturale, la lotta per la vita, la cernita sessuale, l'adattazione all'ambiente sono i principali fattori di questa Evoluzione (V. questo vocabolo, gli articoli Distribuzione geografica degli animali e delle piante, Razze, Specie, e la nostra Prefazione alla presente Enciclopedia).
DASÀ (geogr.). — Comune nella provincia di Catanzaro, circondario di Monteleone, con 1632 abitanti.
DASCHKOFF (principessa di) Caterina Romanowna (biogr.). — Nata contessa Woronzoff, celebre gentildonna nata nel 1744, morta a Mosca nel 1810t ricevette fin dalla prima giovinezza un'educazione scientifica e tentò specialmente appropriarsi, mercè lo studio incessante dei Greci e Romani, lo spirito dell'antichità. Ella rimase vedova a diciotto anni, fu amica intrinseca di Caterina II e cooperò strenuamente alla sua assunzione al trono. Come uno dei capi della congiura contro Pietro III, ella condusse in uniforme e a cavallo una parte delle truppe all'imperatrice, la quale si pose alla loro testa, ma non avendo voluto quest'ultima concederle di comandare in qualità di colonnello il reggimento della guardia imperiale, si allontanò dalla Corte e con-secrossi intieramente alle scienze. Solo dopo unat^iOOQLe
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