Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DATA - DATAME
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A Narbona e nel paese di Foix il Natale era il primo giorno dell'anno. Nel Delfinato sino alla fine del secolo x n l'anno si aperse il 25 marzo; ma nel secolo xv cominciò più spesso al Natale e dissesi siyle delphinal. Nella Provenza nei secoli xi, mi e un si cominciò l'anno variamente, cioè : al Natale, il T gennaio, il 25 marzo e a Pasqua.
La Nascita di G. C. è tenuta da alcuni di cinque anni anteriore all'era nostra ; ma secondo altri calcoli sarebbe anteriore di sette ; Gervasio di Cantor-berì la pone ventidue anni prima, e Urbano II ventitre. Tuttavia vi fu accordo intorno gli anni di G. C. dopo l'uso di contar il tempo dall'Incarnazione, introdotto, come si è detto, da Dionigi il Piccolo in Italia nel secolo vi.
Sin qui sì è detto dei diversi cominciamenti dell'anno dall'Incarnazione; ma si contò talvolta dalla Passione, e per giudicare di questa data bisogna avvertire che tutti gli scrittori non s'accordano riguardo all'età di G. C., alcuni dicendolo morto nell'età di trentadue anni, altri di trentatre, altri di trentaquattro, onde leggendo le cronache bisogna tener conto di queste tre opinioni.
Altra avvertenza è pur necessaria, cioè: che l'anno della Passione è qualche volta confuso con quello dell'Incarnazione, detto auvus grati ce.
Un'altra data di cui si è fatto qualche uso per indicare l'anno dell'Incarnazione è questa : annus trabeationis Christi, da trabea, specie di veste adoperata per gli Dei e dai re e magistrati dell'antichità; giacche si disse del Verbo incarnato trabea carnis indu/us. Importa pure di osservare che spesso, contando gli anni dall'Incarnazione, per brevità si omette un numero di questi anni, cioè qualche Tolta il mille, e qualche altra il cento. Cosi prati-cossi dal sec. i\ al xvi inclusivamente. Noi abbiamo veduto ai tempi nostri alcuni esempi di questa omissione, come pegli anni 1789 e 1793, talvolta semplicemente detti 1V9 e il 93.
La data di luogo è l'indicazione più o meno minuta del luogo in cui un atto fu disteso. Si usò raramente prima del sec. mi, ma dopo quest'epoca fu scrupolosamente osservata, e si menzionò financo la posizione della camera in cui l'atto fu stipulato, ecc.
La data delle persone è relativa alla determinazione del tempo per mezzo della menzione di consoli, edili, imperatori, re, papi, vescovi, governatori, ecc.
Finalmente le date dei fatti od istoriche sono quelle che segnano il tempo col citare un avvenimento. Così a Milano nella chiesa di San Leonida vedevasi un monumento del secolo v colla data dell'anno 404 della Chiesa cristiana, ed è una delle più antiche date storiche che si conoscano nel periodo che separa l'antichità dal medio evo. A partire dal secolo xi incontrasi spesso questa maniera di date nelle carte laicali. In una del 1105 si comincia a contar gli anni dall'apparizione di una cometa; e nell'Histoire du Languedoc di D. Yaissette si trova quest'espressione: Anno quo infideles Franci regem suum Carolum inkonestaverunt, cioè l'anno (922) in cui i Francesi deposero il re Carlo (il Semplice). Le date dei fatti sono ajuti della memoria di un grand'uso nella conversazione ; così, per es., ri ode dire l'anno del grand'inverno, dell'invasione, della pestilenza, eco.
Fra tutte le opere che si sono pubblicate intorno alla materia delle date, la più utile e la più celebre è senza dubbio quella dei Benedettini di San Mauro, intitolata Art de vérifier les dates. Di essa, come delle altre principali sull'argomento della cronologia, si è fatto cenno sotto questo vocabolo (Y. Anno, Calendario, Cronologia Epoca, Ira).
DATA (giurispr.). — È l'indicazione del tempo e del luogo in cui una scrittura qualunque è seguita o un atto è stato fatto o stipulato. Ella è una formalità considerata come essenziale e necessaria per la perfezione degli atti giudiziali e stragiudiziali, e serve a chiarire fatti importanti o ad impedire le frodi e le supposizioni. Quanto alle obbligazioni, siccome le circostanze nelle quali si contraggono sono uno degli elementi principali per poter apprezzare il contratto, la data acquista un alto grado d'importanza, e questa diviene ancora maggiore quando da quella è determinata la scadenza. La data comunemente consiste nell'indicazione dell'anno, del mese e del giorno ; ma non è da dubitarsi che, se il caso si presentasse, si darebbe la preferenza all'atto che indicasse anche l'ora su quello che accennasse solamente il giorno, a quello che portasse per esempio la data delle 11 del mattino, su quello che contenesse l'espressione meno circostanziata di « avanti mezzogiorno ». Dai notai e dagli altri pubblici ufficiali si esige pure la data del luogo, e in certi casi si richiede eziandio un'indicazione più speciale. Questa formalità è soprattutto necessaria per evitare che i pubblici ufficiali facciano certi atti fuori dei limiti nei quali soli hanno facoltà di esei citare il loro uffizio.
La falsificazione delle date è severamente punita, a cagione della facilità con cui si può operare, e delle importanti conseguenze che può avere. A renderla meno facile, per quanto è possibile, è stabilito che negli atti autentici le date debbano essere espresse per disteso in lettere e non in cifre ; e sarebbe da desiderarsi che la stessa precauzione fosse adottata nelle scritture private.
DATAME {biogr. e stor. ant.). — Cario di nascita, figlio di Camissare per madre scita, suo padre essendo satrapo di Cilicia sotto Artaserse II (Mnemone) e in gran favore appo questo monarca, ei divenne uno delle guardie del corpo del re ; ed essendosi in tal qualità segnalato nella guerra contro i Cadusii, fu nominato successore del padre (spento in questa guerra) nel governo della Cilicia. Quivi ei diè prova così dei suoi talenti militari come del suo zelo in servizio del re, e sottomise due satrapi: Tio, governatore della Paflagonia, ed Aspi di Cataonia, ch'eransi ribellati ad Artaserse. 11 perchè il re persiano gli affidò il comando supremo d'un esercito pel ricupero dell'Egitto. Ma le mene de' suoi nemici alla Corte persiana e i rischi cui era conseguentemente esposto lo indussero a mutar disegno e a ribellarsi al re. Ei ritirossi con le truppe sotto il suo comando in Cappadocia, e fece causa comune con gli altri satrapi ch'eransi ribellati alla Persia. Artabazo, uno dei generali rimasti fedeli, si avanzò contro di lui dalla Pisidia, ma fu pienamente sconfitto. La grande riputazione acquistata da Datarne indusse Artaserse a fare ogni sforzo per sottometterlo; ma Autofradate, spedito contro di lui con unt^iOOQLe
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