Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DATISCA (GIALLO DI) - DATISCiNA
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      terminati ciascuno da due stimmi lesiniformi; cassala oblunga, trigona, tricorne, a una sola loggia contenente un gran numero di semi piccoli, ovoidi, alquanto zigrinati. La specie più interes ante di questo penero è la seguente:
      Datisca cannabina o Canapa di Creta (datisca cannabina L.). — Erba perenne che rassomiglia molto alla canapa pel suo aspetto e per la forma delle sue foglio. Sorge ogni anno dalla radice un gran nnmero di steli fascicolati che giungono all'altezza di due metri e più, muniti di ampie foglie alterne, pennate c       Questa pianta, nativa del Levante, è meritevole di essere coltivata per la materia colorante di un giallo magnifico e solido, che si ottiene per decozione dalle sue foglie ed anche, ma in minore quantità, dalle sommità fiorite e dai giovani fusti.
      Quest'erba cresce in qualunque terreno, a tutte le esposizioni, senza uopo di concio, resiste a tutte le intemperie, e la sua radice sopporta senza pregiudizio il freddo più intenso.
      DATISCA (giallo di) (chim. e tecn.). — Principio giallo particolare che si estrae dalle foglie e dai giovani steli della datisca cannabina (V. Datisca [hot.]).
      Questa materia colorante ha forma di una massa riallo-brunastra e trasparente, di sapore amaro, solubilissima nell'acqua ; la soluzione è gialla ; gli acidi la rendono più pallida e gli alcali più scura ; l'allume avviva il color giallo ; l'acetato di piombo non precipita la soluzione ; i sali mercuriali vi cagionano un precipitato. Il principio giallo è poco solubile nel-l'aleoole. Questo corpo comunica una tinta gialla molto persistente alle lane alluminate.
      DATISCETINA, OH«°06 (chim.). — S'ingenera dall'azione degli acidi diluiti o della potassa concentrata sulla datiscina, che soggiace ad uno sdoppiamento, come fanno i glucosidi, senza che vi intervengano gli elementi dell'acqua. Nè l'emulsione nè la fermentazione sono capaci di produrre tale decomposizione:
      C*iH*>0»* — C,5H10O® + <>Hi*0<5
      dmtlsoinadfttlsoetina
      glUCOBOPer ottenerla, si fa bollire per alcuni minuti la datiscina coll'acido solforico debole. 11 liquido s'intorbida e depone la datiscetina in aghetti scoloriti.
      Si può anche preparare pigliando le acque madri della datiscina, precipitandole col sottoacetato di piombo, per cui la datiscina che vi si contiene si depone in composto piombico insolubile, indi decomponendo questo coll'acido solfidrico: la datiscina, resa libera, rimane sciolta nel liquido. Visi aggiunge acido solforico, si fa bollire, e la datiscetina si separa in istato cristallino, come si disse. Così otte-iuta, si purifica facilmente facendola cristallizzare per una seconda volta.
      La datiscetina cristallizza facilmente in aghi scoloriti; è insipida, quasi insolubile nell'acqua, solubile nell'alcoole acquoso, d'onde l'acqua la precipita in gran parte, solubile facilmente nell'etere, da cui cristallizza in aghetti per evaporazioue. ScaldandolaNuova Emcicl. Itau Voi.
      si fonde a temperatura superiore ai 160° c., e regolando il calore con precauzione, si sublima in parte, mentre in parte si decompone con odore di cara-mele. Quando il calore è forte si accende, e brucia di seguito.
      È intaccata con violenza dall'acido nitrico, anche a freddo, con isprigionamento di vapori nitrosi e formazione di una sostanza resinosa, la quale poi vi si discioglie in rosso: colla evaporazione del liquido se ne ritrae dell'acido picrico, ma non dell'ossalico. Bollita con acido nitrico allungato, composto di 1 p. di acido e 10 p. di acqua, ingenera dell'acido nitrosalicilico. Distillandola coll'acido solforico debole e il bicromato di potassa, fornisce un liquido acquoso, che tinge di rosso i sali ferrici e possiede l'odore dell'acido saliciloso.
      Si discioglie facilmente negli alcali acquosi, d'onde è ri precipitata col mezzo degli alcali. Allorché si faccia cadere a poco a poco sull'idrato di potassio in fusione, svolge idrogeno e si scioglie in colore arancione vivo; saturando con acido cloridrico la materia raffreddata, se ne separa una sostanza resinosa, la quale scaldata si sublima in cristalli scoloriti ed aghiformi, aventi l'aspetto dell'acido benzoico, e che producono coi sali ferrici la reazione dell'acido salicilico.
      Quando si mescolano soluzioni alcooliche di acetato di piombo e di datiscetina, se ne ottiene un precipitato giallo scuro, della formola C^HBPbO6.
      DATISCINA, C^H^O1* (chim.). — Glucoside con-tenuto nella datisca cannabina, scoperto da Bra-connot nel IH 16 nelle foglie della pianta e studiato con grande accuratezza. Per lungo tempo se n'ebbe cognizione si poco esatta, che fu creduta comunemente non diversa dall'inulina, onde fra i sinonimi di questa si trova negli autori anche il nome di datiscina. Stenhouse nel 1855 avendone ripreso lo studio, dimostrò all'evidenza che il composto scoperto da Braconnot era una sostanza speciale, troppo diversa da quella con cui era stata contusa.
      Per prepararla si fa un estratto con alcoole metilico dalla radice ben pestata della datisca cannabina, si svapora a consistenza di sciloppo e si mesce con mezzo volume di acqua ; si decanta il liquido dalla materia resinosa che si è deposta, e si pone a svaporare spontaneamente. Ne cristallizza la datiscina impura, che si spreme fra carta bibula e si ridiscio-glie nell'alcoole, a cui si aggiunge acqua perchè determini una seconda posatura di materia resinosa; la soluzione diluita dopo un certo tempo depone il glucoside quasi puro. Replicando in ultimo il trattamento alcoolico ed acquoso riesce quasi scevro dì materie eterogenee; tuttavolta un poco di tannino intromesso nella soluzione alcoolica ne separa un po' di gelatina, con che la purificazione riesce più perfetta.
      La datiscina pura cristallizza in aghi setacei e scoloriti quando si separa dalla soluzione alcoolica bollente. È poco solubile nell'acqua fredda ed assai più nella calda, da cui si depone in laminette mentre il liquido si raffredda. Si scioglie con facilità nell'alcoole freddo ed in qualsivoglia proporzione nel bollente,d'onde l'acquala precipita immediatamente se la soluzione è concentrata ; se diluita, occorre un certo tempo. Si scioglie meno nell'etere, d'onde siVII. 10
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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