Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
BATTILI — DATT1LI0MANZIA
119
A tal uopo vanno essi a raccogliere nelle selve gli spadici degli individui maschi quando è prossima l'epoca dell'emissione del polline, ed arrampicandosi fino alle sommità delle palme femmine scuotono fortemente lo spadice sicché spandasi il polline. Cotesta operazione è talmente necessaria, che, ove non possa eseguirsi, la raccolta dei datteri manca affatto ; il che accadde appunto nei dintorni di Kassora nell'anno 1779, in cui i soldati di Kerini-Khan, ad oggetto di meglio eseguire l'atroce idea di devastazione generale concepita da quel barbaro sovrano, distrussero tutti i datteri maschi, riducendo così gli abitanti all'estrema penuria. A simile sventura andò soggetto l'Egitto nell'anno 1800, in cui Francesi e Musulmani, desolando a vicenda quelle fertili campagne, impedirono i pacifici lavori dell'agricoltura. E però siffatti disastri, non infrequenti nelle regioni d'Oriente, resero cauti i coltivatori onde evitarne possibilmente le conseguenze funeste; a tale oggetto raccolgono essi il polline e lo serbano all'uopo, ammaestrati dall'esperienza che la sua virtù fecondatrice si può conservare per molti anni.
Contatisi all'incirca venti varietà di dattero, stabilite sulla forma, consistenza, grossezza, colore e sapore dei frutti, una delle quali varietà è priva di nocciolo ; i frutti migliori sono i più grossi, semitrasparenti, alquanto glutinosi, di consistenza ferma, di colore giallo dorato, d'odore soave.
La carne dei datteri è assai nutritiva e di facile digestione ; venne lodata come rimedio addolcitivo e leggermente astringente, contro la tosse, la diarrea, le malattie d'irritazione dei reni e della vescica, ed entra in alcuni preparati faimaceutici, come l'e-lettuario diafenico; ma questi frutti sono oggidì disusati come rimedio in Europa, dove ordinariamente per la via del commercio giungono soltanto frutti d'infima qualità.
DATTILI (mitoh). — Nome che, secondo alcuni mitografi greci, portavano i primi sacerdoti di Ci-bele. Furono soprannominati Idei, perchè abitavano sul monte Ida nella Frigia, e al dire di alcuni furono chiamati Dattili dal greco Sax-nAoq, dito, perchè erano in numero eguale alle dita delle due mani, cioè cinque garzoni e cinque fanciulle. Altri ne contano più o meno di dieci, e discordano sui loro nomi come sul numero. Gli uni li dicono figliuoli di Giove e della ninfa Ida; altri li fanno nati dall'imposizione delle mani d'Opi sul monte Ida, quando questa dea passò in Creta. Confondonsi talvolta coi Cureti, coi Coricanti ed anche coi Cabirl ( V. questi nomi) ; ma gli avversarli di quest'opinione tengono che i Cureti fossero figliuoli dei Dattili, e che i Cabiri avessero un culto più esteso e più antico. Ercole fu talvolta compreso nel novero dei Dattili. Essi erano riguardati come scopritori dell'uso del fuoco, del rame e del ferro, e dell'arte di lavorare questi metalli, e come i primi sacerdoti e istitutori dei popoli nei paesi in cui erano nati. Passarono dalla Frigia nell'isola di Creta, seguendo Minosse, e furono i primi a stabilire misteri religiosi nella Grecia, recandovi pure quella specie di medicina e d'incanto, che era accompagnata da formole magiche. Dopo di essere stati lunga pezza sacerdoti di Cibele, furono posti anch'essi nel novero degli Dei e venerati come Lari
o divinità domestiche. Il solo loro nome serviva di preservativo e invocavasi con fiducia nei maggiori pericoli. Secondo Plutarco, essi avevano anche insegnato ai Greci l'uso degli strumenti musicali.
Chiamavansi pure dattili idei alcune pietre cui attribuivasi una virtù miracolosa e colle quali face-vansi talismani o amuleti che portavansi al pollice.
DATTILIDE (Dactylis) (boi. e agric.). — Genere di piante appartenenti alla triandria diginia del sistema linneano, alla famiglia delle graminacee, tribù delle bromee, i cui caratteri sono: gluma, moltiflora, a due valve disuguali, carenate, acute ; perigonio a due valve carenate, di cui l'una è munita al suo apice di un'arista brevissima. Questo genere comprende poche specie, le quali sono erbe perenni; la più comune è la seguente.
a bPig. 2022. — Dactylis glomerala.
a) Fiorellino colle paleole; b) Spicola molto ingrandita.
Dattilide aggomitolata (dactylis glomerata L.; festuca ylomerata Ali., Spr.). — Culmo eretto, articolato, alto sino ad un metro ; foglie lineari, piuttosto larghe, ruvide al tatto; pannocchia composta,, coi rami allungati, volti da una banda, carichi di spi-cole piccolissime, numerose, compresse, ristrette insieme in piccoli mucchi; fioiisce in maggio. Questa graminacea è assai comune nei prati e nelle siepi di quasi tutta l'Europa.
Ove trattisi di faro scelta di ottime graminacee per formar pi ati, questa specie vuol esserne esclusa. Secondo Schreber, nessun animale la mangia,tranne il cavallo, e certo essa ha troppa durezza perchè gli animali la possano mangiare quando non è molto giovane. Essa riesce in qualunque terreno ed anche in quei luoghi dove le altre graminacee non possono sussistere; cresce e rinnovasi prontamente,e quanto più si taglia, tanto più mostrasi vigorosa. I cani la mangiano per procurarsi il vomito.
DATTILIOGRAFIA e DATTILIOLOGIA (arch.).— Quella parte dell'archeologia, che meglio dicesi glittica, e che tratta degli anelli e delle pietre incise. DATT1LI0MANZIA (scienz. occ.). —- Era una specio^.ooQie
| |
Kassora Kerini-Khan Egitto Francesi Musulmani Oriente Europa Ci-bele Idei Ida Frigia Dattili Sax-nAoq Giove Ida Opi Ida Creta Cureti Coricanti Cabirl Cureti Dattili Cabiri Dattili Frigia Creta Minosse Grecia Cibele Lari Plutarco Greci Dactylis Fiorellino Spicola Ali Spr Europa Schreber Qie Ercole
|