Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DATTOLIERE - DATURA
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      ventre e dell'ano di color roseo; la dorsale anteriore bigia con isbattimenti di un azzurro più cupo: la dorsale posteriore trasparente e i suoi raggi di color pallido, macchiato di bruno.
      DATTOLIERE (òo/.). — Genere di piante (phoenix) della famiglia delle palme, tribù delle coritinee,che produce il Dattero (V.).
      DATURA (Datura) (bot. e mat. med.). — Genere di piante appartenente alla pentandria monoginia del sistema sessuale, alla famiglia delle solanacee, tribù delle nicozianee, e che distinguesi per i seguenti caratteri: calice tubuloso a cinque denti, la cui parte superiore staccasi per un taglio circolare, e cade, intanto che la sua base orbicolata persiste e continua a crescere ; corolla imbutiforme, con cinque a dieci denti ed altrettante pieghe, stimma bi-lamel-lato: cassula tubercolosa o spinulosa, raramente liscia, divisa in quattro logge alla sua base, in due solamente alla sommità.
      Questo genere comprende da dieci a dodici specie (inclusevi quelle che da alcuni botanici ne furono distratte per formare altri generi), le quali sono erbe, raramente frutici, native di varie parti del globo, a foglie per lo più sinuato-angolate, fiori ordinariamente solitarii, corolle ampie, di bella forma, talvolta soavemente olezzanti: tutte sono velenose.
      Sono particolarmente osservabili le specie seguenti :
      Datura stramonio, o pomo spinoso, o noce spinosa, o noce puzza, o erba del diavolo, o erba da incantesimi (datura stramonium L.). — Erba annua a radice assai grossa, bianchiccia, fibrosa; fusto cilindrico, eretto, dicotomo, ramosissimo, alto da 15 a 90 centimetri, glabro del pari che le foglie; foglie ovate «1 ovali-oblunghe, inegualmente sinuato-dentate, acuminate, picchiolate, cuneiformi o sub-cuoriformi alla base, sottili, di un verde carico, ampie ; corolla mediocre, bianca o violacea; cassula grossa quanto una noce, ovoidea, echinato-spinosa, a spine lesi-niformi, folte, divergenti.
      Questa specie, non rara in Europa ed in Asia, vuoisi originaria dell'America; tutte le sue parti esalano un forte odore viroso spiacevolissimo; inghiottite alla dose di parecchi grani, agiscono a guisa dei veleni narcotici più attivi, producendo vertigini, sete ardente, dolori di ventre, susseguiti talvolta da copiose dejezioni, delirio, convulsioni, perturbazione dei sensi della vista e dell'udito, polsi irregolar issimi, talora una sorte d'ubbriachezza accompagnata da paralisi delle estremità, ed anche la morte ove la dose del veleno sia stata alquanto forte e non siasi recato a tempo conveniente soccorso. I rimedii da amministrarsi sono, come per gli altri veleni narcotici, da principio gli emetici, quindi le bevande acidule.
      Storch, dietro a molti sperimenti, lodò questa pianta come efficace rimedio contro la manìa, l'epilessia ed altre malattie nervose ; la quale virtù dello stramonio sembra confermata dalie osservazioni di altri medici, principalmente di Germania e di Svezia, ed in particolare da quelle di Greding ; però questo rimedio, come gli altri di simil fatta, vuol essere adoperato colla massima circospezione. Si amministra ordinariamente l'estratto di questaerba alla dose di mezzo grano ad un grano, da ripetersi alcune volte nella giornata. Le foglie contuse calmano i dolori delle scottature e delle emorroidi. Kirchhoff trovò utilissime le frizioni fatte con tintura di stramonio nelle nevralgie. *
      Fig. 2026. — Datura stramonio.
      Nessun animale, tranne il porco, addenta lo stramonio. Vuoisi che i semi di questa pianta, amministrati giornalmente a piccole dosi, siano valevoli a far ingrassare i porci in breve tempo ed a rinvigorire i cavalli immagriti : la qual cosa non è inveì esimile; giacche l'eccessivo appetito è uno dei sintomi che produce nell'uomo l'uso interno dello stramonio. Acosta e Garet dicono che le cortigiane dell'India e i ladri del Malabar e delle Canarie usano di far prendere a coloro che cadono nelle loro mani un mezz'ottavo di semi di stramonio (ovvero di altra specie di questo genere) misti con un liquore gradevole, ad oggetto di turbare la loro mente e poterli più facilmente derubare, dal che forse derivò il nome d'erba da incantesimi dato a questa pianta.
      Datura odorosa (datura suaveolens Willd., brug-mansia suaveolens Sweet, brugmansia candida Pers., datura arborea Hortul.). — Arbusto folto, ramosissimo, alto da 9 a 15 centim.; foglie ovali od ovali-lanceolate, acuminate, intierissime, picciuo-late, disugualmente cuneiformi alla base, sottili, munite inferiormente di finissimi peli, spesso geminate, lunghe da 1 a 2 centimetri; peduncoli ascellari o laterali, più o meno inclinati, solitarii, uniflori, ingrossati alla sommità; calice sub-tubu-loso, turgido, a cinque angoli, non persistente, assai più breve della corolla, disugualmente fesso alla sommità in cinque lacinie triangolari, acute ; corolla lunga da 2 a 3 centimetri, bianca, imbutiforme, pieghettata, stami quasi lunghi quanto la corolla; antere oblunghe, erette; stilo più lungo che le antere; pericarpio oblungo, liscio, glabro, pendente; semi trigoni. Questa specie, originaria dell'America meridionale, coltivasi spesso per ornamento, principalmente per la sua corolla odorosissima; vuole una esposizione calda; si moltiplica facilmente per talee.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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