Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DAUMAS MELCHIORRE G. E.
- DAUNOU P. CL. FRANCESCOdopo Cristo), intorno ad alcuni beni stabili in Dau-lide, e fu registrata e dall'inglese Leake e dal tedesco Bòckh (n° 1732). Nella stessa iscrizione si fa cenno di una strada conducente all'Archegete, ch'è senza dubbio la cappella dell'eroe mentovato da Pausania ; ed uno dei tratti di terra vien detto Pla-tanus nell'iscrizione, da cui deriva probabilmente il nome dell'odierno fiume Platania. Sur una delle alture soprastanti a Davlia sorge il monastero di Gerusalemme, e la via che vi conduce dal villaggio, e da questo alle eminenze superiori del Parnaso, è certamente quella stessa che fu con molta accuratezza descritta da Pausania come più lunga che l'altra da Delfo, ma meno disastrosa.
Vedi: Dodwell, Tour through tìreece during the years 1801,1805 and 1806 (Londra 1819,2 voi. in-4°) — Leake, Travels in Northern Greece (Londra 1835, 4 voi. in-8 ) — Ulrichs, Reisen und Forschungen in Griechenland (Brema 1840) — Fiedler, Reise durch alle Theile des Kònigsreichs Griechenland (Lipsia 1840-41, 2 voi. in-8°) — Buchon, La Grece continentale et la Morée (Parigi 1843).
DAUMAS Melchiorre Giuseppe Eagenio (biogr.). — Generale e scrittore francese, nato il 4 settembre 1803 ; defunto ai primi di maggio 1871 nel suo podere di Camblary, presso Bordeaux. Entrò volontario nell'esercito fin dal 1822, e poco dipoi, nominato sottotenente, andò alla Scuola di Saurnur. Mandato in Algeria nel 1835, sotto gli ordini del maresciallo Clauzel, fece le campagne di Mascara e di Tlemcen. Studiò l'arabo e divenne sperto della geografia, della storia, degli usi e costumi di quei popoli, e per due anni ebbe domicilio a Mascara, in qualità di console, presso Abd-el-Kader; poi il generale Lamoricière gli affidò la direzione delle vertenze arabe nella provincia sotto il suo comando ; e non molto dopo il maresciallo Bugeaud estese le sue attribuzioni su tutta l'Algeria. Istituì i bureaux arabes; sopravvegghiò l'emiro nel forte Lanialgue e, nel 1849, col grado di generale, diresse una spedizione contro le tribù insorte. L'anno appresso ebbe la direzione delle cose dell'Algeria al ministero della guerra. Generale di divisione dai primi del 1853, e consigliere di Stato in servigio ordinario fuori sezione, quattro anni dipoi fu creato senatore e decorato della gran croce della Legion d'onore, e finì la sua carriera militare col grado di comandante generale a Bordeaux. In mezzo alle tante sue incumbenze, trovò modo di dettare preziose scritture, volte in tedesco ed in ispagnuolo, più fiate impresse in Francia : Exposé de Vétat actuel de la société arabe, du gouvernenient et de la législation qui la régit (Algeria 1845, in-8°) ; Le Sahara algé-rien (Parigi 1845); Le Grand desert, ou ltinéraire d'une carovane du Sahara au pays des Nègres (2a ediz. 1849; nuova ediz. 1861, in-18°), in collaborazione con M. A. de Chancel ; La Grande Kabylie (1847, in-8°), con M. Fabar, morto nel 1849 all'assedio di Roma; Mosurs et coutumes de l'Algérie (1857 , 3d ediz. in-18°); Les chevaux du Sahara, e Principes généraux du cavalier arabe (1858, 5» ediz.); La Kabylie (1857, in-32°), ecc.
DAUN (conte di) Leopoldo Giuseppe (biogr.). — Generalissimo degli eserciti imperiali nella guerra dei Sette anni, nacque in Vienna nel 1705, colsei primi suoi allori nella guerra contro i Turchi (1737-39), e si distinse in altri fatti posteriori, dopo i quali fìi creato gran mastro d'artiglieria, e nel 1757 feld-maresciallo generale. In quell'anno medesimo riportò la sanguinosa vittoria di Koelin sui Prussiani, salvò la monarchia austriaca da un pericolo imminente, e sforzò il gran Federico a sgombrare la Boemia.
Nel 1758 fu pure per lui gloriosa la giornata di Hochkirchen, in cui avrebbe interamente distrutto l'esercito prussiano senza le lentezze del principe di Durlach. Ma la fortuna non lo secondò sempre, ed ebbe a provarlo a Leuthen, a Torgau e in altre battaglie in cui fu vinto. Tuttavia il gran Federico rese la debita giustizia al merito di Daun, e lo considerò sempre come un avversario pericoloso. Il principale rimprovero che gli si possa fare è quello, comune a quasi tutti i generali della sua nazione, di non aver saputo trar profitto della vittoria. Daun morì nel 1766, sommamente onorato, e ricolmo dei favori della sua sovrana Maria Teresa.
Per maggiori notizie vedi Henderson, Memoirs of the field-mareshal Leop. count Daun (Londra 1757) — Klein, Oratio in laudem comitis Leop. Daun (Vienna 1758) — Leben und Thaten des Grafen Leop. v. Daun, oder der deutsche Fabius Cunctator (Francoforte 1759).
DAUNG (geogr.). — Territorio sui confini della presidenza di Bombay in India.
DAUNIA (geogr. ant.). V. Apulia.
DAUN0 (biogr. e stor. ant.). — Figlio di Licaone in Arcadia e fratello di Japice e Peucezio. Questi tre fratelli sbarcarono, in un con gl'lllirii e i Mes-sapii, sulla costa orientale d'Italia, cacciarono gli Ausonii, presero possesso del paese e lo divisero in tre parti, Daunia, Peucezia e Messapia. Le tre tribù portavano il nome comune di Japigiani (Anton. Lib.,31).
DAUNOU Pietro Claudio Francesco (biogr.). — Celebre erudito, pubblicista e uomo di Stato francese, nato nel 1761 a Boulogne-sur-mer, morto il 20 giugno 1840, entrò, nel 1777, nella Congregazione dell'Oratorio, ma slanciatosi dipoi nel vortice della rivoluzione, fu eletto, nel 1792, rappresentante del dipartimento del Pas-de-Calais alla Convenzione nazionale, ove impugnò coraggiosamente, in un col suo conterraneo, Tommaso Payne, la competenza dell'Assemblea come Corte di giustizia nel processo di Luigi XVI. Per questo e per la sua difesa dei Girondini contro la parte della Montagna, ei fu gittato in prigione. Scampato a certa morte mercè la caduta di Robespierre nel 9 termidoro, egli acquistò una grande influenza nella Convenzione pigliando attiva parte a tutti i progetti di legge ri sguardanti la nuova organizzazione dello Stato in isfacelo, e compilando la Costituzione dell'anno iil Ei non rimise punto della sua attività nel Consiglio dei Cinquecento, fu incaricato dal Governo dell'organizzazione della Repubblica romana, e dopo il IH brumajo cooperò alla Costituzione dell'anno vi». Appresso, dopo aver ricusato l'ufficio di consigliere di Stato, entrò nel Tribunato, dal quale fu poi allontanato dal primo console pel combattere ch'egli faceva i suoi disegni monarchici, fu nominato bibliotecario del Panthéon, direttore dell'Archivio del
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