Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DAYIDOWICH (BARONE DI) PAOLO
      — DAVILA ENRICO CATERINODAYIDOWICH (barone di) Paolo (biogr.). — Generale austriaco, nato in Servia verso il 1750, morto a Comorn nel 1820, fece con molto valore le sue prime armi nella Bosnia contro i Turchi dal 1789 al 1793, combattè i Francesi nei Paesi Bassi, e segnalossi nell'ottobre 1793 a Marchiennes e sotto Maubeuge. Divenuto nel marzo 1796 feld-maresciallo, ei passò all'esercito d'Italia, ove rese servigi segnalati. 11 combattimento del 29 luglio sull'Adige, gli scontri dall'8 al 12 ottobre fra Borgo e Brussak, la presa di Trento il 4 novembre, gli assalti dei castelli di Bassano e della Pietra, di cui s'impadroni il 7 dello stesso mese, finalmente la battaglia di Rivoli, in cui fece prigionieri i generali Fiorella e Yallet, furono le occasioni in cui segnalossi particolarmente. Adoperato, nel 1805, sotto l'arciduca Carlo in Italia, Davidowich ebbe una menzione onorevole nei rapporti di questo principe, e tornato, dopo una missione in Servia, a Vienna, ottenne il suo congedo nel 1807. Due anni dopo fu nominato governatore della fortezza di Comorn, e conservò quest'ufficio fino alla morte.
      DAVIDSON Lucrezia Maria (biogr). — Poetessa dell'America del Nord, nata il 27 settembre 1808 nel villaggio Plattsbury sul lago Champlain, morta il 27 agosto 1825 nella verde età di diciassette anni, diè prova, fin dalla più tenera infanzia , di rare doti poetiche. Alcuni versi pieni di entusiasmo e di sentimento profondo, composti in età di undici anni, l'anniversario di Washington, attrassero primamente l'attenzione sopra di lei, destando in pari tempo il sospetto ch'essi derivassero meramente dalla memoria della fanciulla. Questo sospetto indusse Lucrezia a comporre nuove poesie che vittoriosamente lo dileguarono; ma la sua salute cagionevolissima fu rovinata al tutto dalla tensione incessante delle sue facoltà. Le sue poesie, pubblicate da Morse sotto il titolo di Amir Khan and others poems, the remains of Lucretia Maria Da vidson (Nuova York 1829), si sollevano, nonostante la manchevolezza della forma, dalla comune.
      Vedi Miss Sedgwick, Life of Lucretia Davidson (Londra 1840).
      Sua sorella, Margaret Miller Davidson, nata nel 1823, dotata anch'ella di ardente immaginazione e profonda sensibilità, soggiacque ad una lenta tisi nel 1838. Il celebre scrittore Washington Irving ne raccolse e pubblicò le poesie, corredandole d'una biografia sotto il titolo di Biogr aphy and poetical Remai ti s of the late Miss Margaret Davidson (Filadelfia 1841).
      Vedi Quarterly Revietc (fase, lmx, p. 91)
      DAVIDS0NITE (miner). — Silicato di allumina misto con una certa quantità di silicato di ossido di ferro (V. Donlo).
      DAVIESIA (bot). — Genere di piante della famìglia delle papilionacee, formato di arbusti originarli dell'Australia, con foglie alterne e fiori giallastri disposti in grappoli o in ombrelli.
      DAVD5T DK P0NCENEX (biogr). — Generale e geometra savojardo, nato a Tlionon nel 1734, morto a Casale nell'agosto 1799, recossi di buon'ora a Torino, ove imparò le matematiche sotto Lagrangia. I suoi progressi furono tali che l'Accademia delle scienze di Torino lo accolse fra' suoi membri nel
      1778, e che il re di Sardegna lo nominò brigadiere de' suoi eserciti e gli confidò l'amministrazione della sua marina. Daviet divenne poscia governatore di Sassari e di Villafranca, cavaliere dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ed accusato, nel 1792, di debolezza o tradimento per aver ceduto, senza sguainar la spada, Villafranca ai Francesi, allegò aver ricevuto ordini superiori per ciò fare. Checchi ne fosse, ei fu imprigionato per lo spazio di un anno a Torino, e cadde in disgrazia del Governo. Dopo la sua morte fu detto che le più delle sue memorie scientifiche altro non erano che il frutto delle ispirazioni di Lagrangia ; ma non avendo questo grande scienziato fatto mai veruna protesta a questo riguardo, la questione si rimane dubbia. Abbiamo di Daviet: Mémoire sur les logarithmes des quantités négatives, pubblicato nel 1° volume delle Miscellanea Taurinensia (1760) ; Eelaircissements sur les quantités imaginaires, stessa opera (voi. ii, 1761); Récit d'une foudre ascendante éclatéesur la tour du fanal de Ville franche, nella Biblioteca oltramontana (1789) ; Principes fondamentaux sur la méca-nique, ecc. (Torino 1799), e molti manoscritti d'algebra e geometria.
      DAVILA Enrico Caterino (biogr). — Uno dei migliori storici italiani, nato a Piove di Sacco nel territorio di Padova l'anno 1576. Ancor giovinetto fu condotto dal padre, già contestabile del regno di Cipro, alla Corte francese di Caterina de' Medici, sua protettrice, ed ivi rimase come paggio della regina, o, come altri asseriscono, del figliuolo di lei Enrico III, fino all'età di diciott'anni. Entrò allora Caterino nella milizia, e durante le guerre civili della Francia si distinse in varii fatti d'armi, e specialmente agli assedii d'Honfleur (anno 1594), dove gli fu ucciso sotto il cavallo, e di Amiens (anno 1597), in cui, combattendo sotto Enrico IV, fu ferito di un colpo di partigiana in un ginocchio. Richiamato però due anni dopo dal padre, il quale poco appresso la morte della regina, avvenuta l'anno 1589, aveva abbandonato Parigi, il giovine Davila tornò a Padova portando seco molte note e memorie, che con assidue cure era andato da ogni parte raccogliendo intorno alle guerre civili di Francia, delle quali già aveva fatto pensiero di scrivere la storia.
      Giunto in patria, venne tostamente ammesso ai servigi della Repubblica di Venezia, che gli affidò onorevoli cariche militari in Candia, nel Friuli, nella Dalmazia e altrove ; e un decreto fatto a quei giorni in suo favore stabilì che, allorquando intervenisse in Senato, potesse prender posto e sedere presso al doge, conformemente all'uso de' suoi antenati, allorché erano contestabili del regno di Cipro. Così visse sino all'anno 1631 ; nel qual tempo andando da Venezia a Crema per comandarvi la guarnigione, fu ucciso in un contrasto avuto con un contadino del Veronese, detto il Turco, il quale ricusava di somministrargli i carriaggi ordinati dalla Repubblica. Moriva in quella rissa anche il cappellano di Davila, ma gli uccisori non rimasero impuniti. Antonio Davila, giovinetto di diciott'anni, vendicava in sull'istante la morte del padre togliendo il Turco di vita, e i complici di lui venivano pubblicamente giustiziati. Aveva Davila, l'anno innanzi, pubblicata la sua storia in 15 libri col seguente titolo:
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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