Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DAUMAS MELCHIORRE G. E. - DAUNOU P. CL. FRANCESCOranno al primo una somma fissa all'anno, dietro un calcolo preventivo sopra gli oggetti venduti nel corso dell'anno.
I due primi metodi si usarono generalmente nelle grandi città e nei comuni di qualche importanza. Il terzo si pratica più ordinariamente nei piccoli municipi i, ove non si avrebbe tornaconto ad istituire una linea daziaria, che costa molte spese. Ma esso può utilmente estendersi ai grandi centri. Quand'anche un celebre esempio nostrale e recente non ce ne avesse dimostrato l'indole odiosa e vessatoria, il metodo per appalto ci si paleserebbe pur sempre di tutti il più viz'oso, siccome quello che affida l'esazione del dazio ad un avido speculatore, il cui doppio interesse è di dare il meno possibile all'autorità colla quale ha contrattato, e cH prendere il più possibile ai contribuenti. Oltreccnè è sempre cosa sopra modo disgustosa vedere un diritto di sovranità esercitato da un privato che, per quanto l'abbia comperato a denari, non ispira mai quel rispetto che sempre dovrebbe circondare i rappresentanti della pubblica autorità. Laonde noi preferiremo sempre all'appalto l'esercizio diretto ogniqualvolta fra il comune e gli esercenti non si potesse venire ad un accordo per abbuonamento. Ma potendosi questo accordo stabilire, sarebbe ognora la forma da prescegliersi.
E naturale che la materia dei dazii di consumo abbia sempre preoccupato.grandemente i legislatori e gli economisti, siccome quella che tocca ai più vitali problemi giuridici e finanziarli, e ch'esercita nobilissima influenza sul commercio, sugli usi locali, sulla produzione e distribuzione della ricchezza. Le quistioni d'ordine generale che vi si riferiscono verranno in più opportuno luogo trattate da noi nell'art. Tasse ed in quelli ivi richiamati ; qui ci limiteremo ad indicare le principali materie sulle quali generalmente è lecito ai comuni stabilire i loro dazii.
Queste materie sono :
1° Le bevande ed i liquidi ;
2° I commestibili ;
3° I combustibili ;
4° I materiali da lavoro e da costruzione ;
5° I foraggi ;
6° Merci varie.
La maggiore o minore estensione che nei varii tempi e paesi è stata data a queste varie categorie, è argomento che mal potrebbe trattarsi nell'economia del nostro lavoro. Ci basterà però il notare che presso di noi si è, specialmente in alcuni grandi comuni, enormemente abusato del dazio sui consumi , determinando un artificiale incomportabile incarimento dei prezzi della vita.
DAZIO (san) (in lat. Dacius e Datus) (biogr.). — Vescovo di Milano, morto nel febbrajo 552. Dell'illustre famiglia Alciati, successe nel 530 al vescovo san Magno ; esortò gli abitanti di questa città a difendersi contro i Goti, i quali però se ne impossessarono e misero a fil di spada, secondo Procopio, trecentomila persone. Dazio ricoverossi a Corinto, e dipoi a Costantinopoli, ove ricusò firmare una costituzione dannosa al clero, pubblicata dall'imperatore Giustiniano. Fu attribuita erroneamente a san Dazio una cronaca manoscritta che trovasi nella biblioteca di Milano ; essa porta per vero il nome di Dazio, male diverse scritture addimostrano ch'essa fu scritta da varii autori ; la prima infatti è di Landulfo, la seconda di Arnulfo, e la terza di Landulfo il giovane. D'altra parte questo manoscritto contiene l'istoria della Chiesa di Milano dal secolo vii fino al 1067, ed è per conseguente posteriore alla morte di Dazio. Ben compose questo vescovo una cronaca, ma non possediamo che un frammento del cap. x. Esiste inoltre una Lettera di Cassiodoro a Dazio. La festa di questo santo ricorre addi 14 gennajo.
Vedi Bellarmino, De scriptoribus ecclesiasticis.
DEADDÉ Edoardo, più conosciuto sotto lo pseudonimo di SAINT-YVES (biogr.). — Letterato francese, nato nel 1810; morto il 23 luglio 1871. Sotto lo pseudonimo di Saint- Yves compose parecchi vaudc-villes, pieni di grazia e di spirito. Cooperò anche, ma col suo vero nome, a varie raccolte, specialmente Enciclopédia di persone colte, nella quale puossi osservare lo stile naturale e facile de' suoi articoli. Nominato direttore del piccolo teatro Beau-marchais, fu momentaneamente per lui causa di ruina. Sua madre, sorella del generale Defrance, aveva sposato in prime nozze il De Lostange, dal quale ebbe un figliuolo, che sotto il nome di eonte Alessandro De Lostange firmò e diresse lungo tempo il giornale legittimista La Quotidienne. La madre della sua genitrice era figliuola di Champré, autore del Dizionario delle favole, ed aveva sposato il dottore Defrance, medico, membro della Convenzione Nazionale e di altre assemblee politiche; componeva versi graziosi, e s'era fatta conoscere per alcune imitazioni poetiche d'Anacreonte e di Orazio. Così Deaddé poteva vantare nella sua famiglia celebrità militari, politiche e sovrattutto letterarie, il che gli fu di eccitamento a coltivare il suo amabile spirito, ed a segnalarsi con tante graziose produzioni teatrali. Fra le produzioni drammatiche si hanno a ricordare: Odette (1832); Léonie (1833); La jeunesse de Louis X/F(1836); Rose et Colas (1838); Béatrix (1839, dramma in quattro atti); Cocorico (1840) ; Au Vert tìalant (1842); Les fem-mes et le secret (1843); Le fils du Diable (1847, dramma, col Férol); Le Trotégé de Molière (1848, commedia in versi) ; Marius de la (tarde (1849) ; Belphégor (1851); Marie Simon (1852, dramma); Lhéritage de ma tante (1855); Le fils du Diable (1860), ed altri.
DEAL (geogr.). — Città marittima del Kent, in Inghilterra, con 8009 abitanti.
DEAL (Isola) (geogr.). — Isola nello stretto di Bass, tra l'Australia e la Tasmania.
DEBBIO (agric.). — Forse dall'arabo dabnlon o daJmla (concime), è l'operazione di abbruciare sterpi e legni, onde rendere fertile il terreno. Si pratica per solito nei paesi sterili, ove è scarsità di concime.
DEBBORA {stor. sacr.) — Profetessa degli Ebrei e moglie di Lapidoth, la quale esercitava le fun zioni di giudice, e dimorava sotto un palmizio fra Rama e Betel (Giudici, iv, 4, 5). Ella mandò a chiamare Barac, figliuolo di Abinoam, dichiarandogli che era scelto da Dio per liberare gli Ebrei dalla servitù sotto cui li teneva da vent'anni Jab i" re de' Cananei s< t ontrionali, e lo invitò ad assalire Sisara, generale dell'esercit > di lui, P™"^ tendogli vittoria. Barac ricusò di obbedire se Debbora
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