Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (176/532)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      mDEBITO
      cento. Questo sistema è il più antico, e si può considerare come la sorgente di tutti gli altri.
      Il debito con annualità si presenta sotto due forme assai poco differenti l'una dall'altra, che sono, cioè, o di fare il rimborso a tempo fisso, aggiungendo ogni anno agl'interessi una porzione del capitale, o di estinguere il capitale mediante un interesse più elevato da pagarsi per un certo numero di anni, per esempio, in 50, 60, 70 anni, più o meno (V. Annualità).
      Il debito vitalizio si costituisce mediante una rendita, che si estingue colla vita del prestatore. Esso differisce dalle annualità in ciò, che in queste il termine dell'estinzione è determinato, mentre nell'altro va soggetto ad eventualità ignote che possono renderlo più o meno lontano. Questa specie di debito presenta ancora altre combinazioni, di cui citeremo più sotto un esempio ; ma allora entra nella classe delle lotterie e delle tonfine.
      Il debito fondato o consolidato è quello che somministra perpetuamente un interesse al prestatore, mediante la di lui rinunzia al capitale. È questo da lungo tempo il metodo che i Governi mettono più in uso ; e sembra che l'abbiano adottato di preferenza , perchè questa sorta di debito, dissimulando il principale per lasciar soltanto vedere l'interesse, serve a nascondere la vera condizione in cui si trovano, e li libera dall'inquietudine dei rimborsi.
      Finalmente il debito fluttuante è formato dalla quantità dei buoni a brevi scadenze, emessi dal tesoro per supplire a un dejieit accidentale sorve-nuto nei fondi bilanciati per le spese ; deficit che può provenire sia da mancate riscossioni, sulle quali si faceva capitale, sia da un aumento di spese non prevedute. Un debito di tal fatta è uno spediente per guadagnare tempo; esso non ha altra guarentigia tranne la confidenza che inspira l'amministrazione che lo crea. In Inghilterra il debito fluttuante è alimentato dai bills dello Scacchiere, e in Francia dai buoni reali.
      Nel significato più ordinario il debito è sempre il risultamento di un imprestito consumato; esso suppone per parte del mutuatario un avere almeno uguale alla somma pigliata a mutuo, che serve a guarentire il credito del mutuante. Questa guarentigia presso i Governi sta nel prodotto annuale delle tasse o delle imposte. Un Governo è in istato di solvibilità finché può prelevare sulle rendite dello Stato di che far fronte agl'interessi, e cessa di esserlo tosto che le sue obbligazioni superano ciò che può percepire.
      Tutti i Governi sono presentemente più o meno impegnati nel sistema dei debiti permanenti, da quello della repubblica di Brema, di pochi milioni, sino a quello della Gran Bretagna, che è di parecchie migliaja di milioni, I debiti delle Potenze d'Europa si tacevano, non ha guari, ascendere alla complessiva somma di 40 migliaja di milioni.
      I Governi hanno avuto debiti in tutti i tempi ; ma egli è principalmente presso le nazioni moderne che il modo di provvedere a una parte del servizio pubblico mediante gl'imprestiti ha pigliato un più grande sviluppo. Genova e Venezia furono i primi Stati in cui si vide praticare questo sistema; l'Olanda in appresso lo perfezionò, e la Spagna, laFrancia, l'Inghilterra lo adottarono. Sin dall'assunzione della dinastia austriaca al trono di Spagna, nel 1517, le spese pubbliche in quel paese avendo costantemente superato le entrate ordinarie, questa mancanza di equilibrio vi fece nascere un debito che oggidì è assai considerevole. In Francia sotto Francesco I, in Inghilterra sotto Arrigo Vili, come in ogni altro luogo, il debito ebbe la medesima origine. La facilità con cui a principio i Governi trovavano chi loro desse a prestanza, mercè l'allettamento di una certa larghezza di patti, fece riguardar questo mezzo come inesauribile. Essi non s'avvidero che un prestito ne chiama sempre un altro, e che una volta entrati in questa, via fatale non avrebbero più trovato modo di uscirne. Invece di cercare nell'economia i mezzi che dimandavano all'usura, essi aumentarono le loro spese in proporzione delle somme che si procuravano. Ogni giorno si trovarono più aggravati di debiti, e quando vollero ricorrere alle combinazioni di finanza per liberarsene, non riuscirono col mezzo delle annualità e dei vitalizii, se non a far nuovi debiti. Tanto pei Governi quanto pei privati v'ha una sola via per liberarsi dai debiti, come l'insegnano e il buon senso e gli economisti, ed è coll'eccedente dell'entrata sulle spese. In questi ultimi tempi gli Americani provarono con un fatto senza replica la giustezza di questa dottrina. In vent'anni di una ben intesa economia essi pervennero ad estinguere il loro debito, che nel 1816 ascendeva a 128 milioni di dollari (693 milioni circa di lire nostrali).
      L'impossibilità riconosciuta dai Governi di giu-gnere mai al rimborso, quando le loro obbligazioni si furono elevate a un certo grado, e le difficoltà in cui li gettavano le scadenze dei pagamenti, li fecero pensare alla consolidazione. Sotto Carlo IX la Francia, indebitata della somma di 40 milioni (quasi il quadruplo delle sue entrate), ebbe ricorso a questo mezzo. Arturo de Cossé creò parecchie rendite perpetue sulla città di Parigi al dodicesimo (8 J/8 per cento). Ventisette creazioni di questo genere vennero fatte nel solo spazio di quattordici anni. Esse composero un capitale di 21,528,000 lire, portante un interesse di 1,794,000. Guglielmo III in Inghilterra ricorse al medesimo sistema, costretto dalla condizione in cui si trovava di non potere, nella lotta che aveva a sostenere contro la Francia, levare per mezzo d'imposizioni le somme che gli abbisognavano per la guerra. Quando si addivenne in quel paese alla consolidazione del debito, l'interesse legale era del 6 per cento, e fu poscia nel 1714 ridotto al 5, ma la tassa non ne fu sempre così moderata. Si può anzi attribuire in gran parte l'aumento dei debiti nazionali agli esorbitanti vantaggi che i Governi offerivano ai prestatori. Nel secolo xvi sembra persino che siasi sollevata tra essi una specie di gara per assicurarsi il danaro dei capitalisti. Francesco I aveva aperto l'imprestito all'8 per cento; Carlo V, per rivaiizzare colla Francia, lo portò al 10; Arrigo Vili in Inghilterra al 12; e nel 1554 il successore di Francesco I lo fece salire al 16. Se si aggiungono a questi gravosi interessi i pesi ancora più gravosi delle tontine, dei premii, delle annualità a lunghi termini ed a vita, ecc., si comprenderà facilmente perchè i Go-
     


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

Pagina (176/532)






Governi Inghilterra Scacchiere Francia Governi Governo Stato Governi Brema Gran Bretagna Potenze Europa Governi Venezia Stati Olanda Spagna Inghilterra Spagna Francia Francesco I Inghilterra Arrigo Vili Governi Governi Americani Governi Carlo IX Francia Cossé Parigi Inghilterra Francia Governi Carlo V Francia Arrigo Vili Inghilterra Francesco I Genova Sin Guglielmo III Francesco I