Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEBRECZIN — DE BROSSE CARLO
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      lliaeos intra muros peccatur et extra (V. Contro-stimolante, Medicina [storia della]). Sauvages costituiva una classe di malattie che chiamava debilità, entro la quale riponeva tutte le affezioni che presentavano indebolimento od abolimento delle funzioni intellettuali, della facoltà sensoria o locomotiva, oppure della vita vegetativa. Questo modo di classificazione è stato oggidì abbandonato, perchè in tal guisa vengono a classificarsi insieme malattie d'indole affatto diversa (V. Nosologia).
      DIBRECZIN [geogr.). — Dopo Pesth, la più grande e popolosa città d'Ungheria nel comitato di Bihar, in un'adusta pianura arenosa, è il vero tipo d'una città ungherese. Essa ha otto porte, molti splendidi edifizii, un collegio riformato, il più antico e fiorente in Ungheria, con 24 professori e 1800 allievi all'incirca, un collegio di Scolopii, una scuola superiore cattolica, una biblioteca con 40,000 volumi, e molti istituti di beneficenza. I suoi 61,283 abitanti, di stipite magiaro, appartengono, tranne 2000 cattolici, alla religione riformata, e dànno opera alla fabbricazione di tessuti di lana, mantelli, cuoio, scarpe, pettini, sapone e pipe. Grande, oltre di ciò, è il commercio che si fa, in quattro grandi fiere annue, delle bestie bovine, de' cavalli, del lardo e del miele.
      Debreczin ebbe assai a soffrire così nelle guerre fra' Turchi e Ungheresi, come dipoi a cagion della fede, quando gli abitanti convertironsi, in un sinodo congregato nel 1567, alla religione riformata. Nell'ultima rivoluzione ungherese la Dieta e il governo rivoluzionario, fuggendo, al principio del 1849, dalle truppe imperiali, posero stanza a Debreczin, ove rimasero dal 9 gennajo al 30 maggio.
      DE BROSSE Carlo (biogr.). — Primo presidente nel Parlamento di Borgogna, nacque a Digione il giorno 17 febbrajo 1709. Studiò con ottimo successo e rapidità, ed approfittò per tempo delle lezioni de* suoi maestri e di quelle del padre suo, uomo commendevole per la sua dottrina. Destinato alla magistratura, attese allo studio delle leggi senza trascurare le lettere e le scienze, per le quali mostrato aveva inclinazione e disposizioni. Lo studio particolare che aveva fatto della storia romana gli fece nascer brama di vedere l'Italia, e la visitò nel 1739 in compagnia di uno de' suoi amici, La-curne di Sainte-Palaye. Ritornato in Francia, pubblicò le sue Lettere sullo stato attuale della sotterranea città (FErcolano (Digione 1750, in-8°). Era questo il primo scritto intorno a tale soggetto; venne tradotto in lingua italiana ed inglese. Dieci anni dopo, De Brosse pubblicò una dissertazione sopra il Culto degli Dei fetisei (1760, 1 voi. in-12°). L'autore vi combatte le opinioni di Giamblico e degli ultimi Platonici intorno alle figure ed alle allegorie egizie, e cerca di stabilire come l'antica religione d'Egitto altra cosa non era in origine che l'attuale idolatria dei popoli della Nigrizia. Tale dissertazione venne ristampata nell'Enciclopedia metodica (Dizion. della filos. antica). Dietro eccitamento di Buffon, amico suo dall'infanzia, De Brosse si occupò di una Storia delle navigazioni alle terre australi, e la fece di pubblica ragione nel 1756, in 2 voi. in-4°, con carte di Roberto di Vaugondy; è dessa pure oggidì la storia migliore dei progressiNuova Encicl. Itau Voi.
      della geografia nel grand'Oceano. Ed in questo libro appunto il presidente De Brosse primo propose di considerare quelle nuove scoperte come quinta parte del mondo, e stabilì le divisioni à'Au stralasia e di Polinesia, che adottate da Pinkerton si resero indi poi volgari. Nell'epoca in cui De Brosse scriveva, credevasi già all'esistenza di un continente australe : ma i viaggi del capitano Cook dissiparono l'errore e resero inutile una terza divisione delle nuove scoperte, alla quale De Brosse aveva dato il nome di Magellania. A tal opera susseguii una produzione di un genere affatto opposto, che la vastità e varietà annunziava delle cognizioni del suo autore; è questa il Trattato della meccanica formazione delle lingue (1765, 2 volumi in-12°), ristampata nell'anno ix (1801). Queste scritto venne tradotto in tedesco (Lipsia 1777, in-8°); contiene desso parecchie nuove e profonde ricerche, ipotesi e vedute ingegnose, ma non è scevro da quello spirito di sistema che sembra indivisibile da tutti quei che ricercano l'origine delle cose e che della scienza etimologica si occupano. Il presidente De Brosse aveva preparato ima nuova edizione di quest'opera, aumentata di un volume ; intendeva parimente ed inteso aveva, durante l'intera sua vita, ad un lavoro che non doveva essere di men pregio agli occhi degli eruditi ; aveva formato il progetto di tradurre Sallustio e di empiere le lacune di quello storico. Pubblicò finalmente la Storia del secolo settimo della Rimana Rrpubblica (Digione 1777, 3 volumi in-4°). Tale opera avrebbe ottenuto più luminoso successo, se il merito dello stile avesse corrisposto alla profondità e sagacità delle ricerche. La Storia della Romana Repubblica è preceduta da una dotta VitaSallustio, che venne ristampata in fronte della traduzione dello storico latino da A. Dureau de Lamalle. Ai tre primi volumi dell'opera di De Brosse doveva susse-guitare un quarto, tutto scritto in latino; questo quarto volume conteneva: 1° il testo di Sallustio, corretto dalla mano di De Brosse dietro gran numero di manoscritti ; 2° la storia ristabilita o i frammenti di Sallustio, con supplementi in latino, secondo il disegno annunziato nella prefazione dell'opera francese; 3° il commentario latino, contenente le osservazioni critiche e grammaticali sopra i citati testi, ed i nomi storici che si trovano nella francese edizione; 4° una tavola dei frammenti disposti con ordine dei numeri con cui sono citati ; 5° un catalogo delle variazioni; 6° un dizionario critico delle locuzioni particolari a Sallustio. Il manoscritto di tal opera importante, che si credeva smarrito, è stato ritrovato dopo la morte del presidente De Brosse: ma siccome sarebbe riuscito troppo voluminoso, non vennero pubblicate che le varianti ed i frammenti (42 p. in-4°) e le tavole degli autori donde sono tratti (34 p. in-4°) ; questo supplemento, che devesi trovare alla fine del terzo volume, manca in molti esemplari. Tanti lavori non impedirono però a De Brosse di adempiere con lustro le funzioni di magistrato e di tenere un commercio di lettere non interrotto con gli eruditi e coi letterati più chiari di quel torno. Del resto, durante la sospensione dei Parlamenti nel 1771, egli si applicò interamente a'suoi più considerabiliVII. 12
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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