Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DECANDRIA - DECANOMa avanzatosi a poco a poco ad nna più vasta generalità di cognizioni, concepì il gigantesco disegno di pubblicare una descrizione particolareggiata di tutti i vegetali noti, di esaminarne partita-mente tutte le specie, classandole secondo il metodo naturale da lui modificato. A tale effetto eragli forza visitare le principali collezioni d'Europa, a fine di determinare le specie dubbiose e di stabilire le sinonimie. Imprese quest'opera colossale e la condusse fin oltre il secondo volume ; ma vedendo che a terminarla si richiedevano non meno di cento e venti anni, ne ristrinse il disegno e pose mano al Pro-dromus sys tematis regni vegetabili s, lavoro immenso, giacché abbisognarono sedici anni d'incessante fatica a pubblicarne sette volumi, nei quali è descritta circa una metà dei vegetali del globo finora conosciuti, e che formano il più vasto manuale che oggi esista.
      Siffatti furono, oltre ad un'infinità di memorie e di scritti d'ogni genere, i lavori di questo grande scienziato. Tornata libera la sua patria, rinunziò nel 1816 alla cattedra di Mompellieri, e passò a Ginevra ad occuparvi quella di storia naturale. Quivi attese del continuo all'incremento della scienza che da tanti anni formava l'oggetto de1 suoi studii, e morì il 9 di settembre del 1841.
      Suo figlio Alfonso, che gli succedette nella cattedra di botanica all'Accademia di Ginevra, continuò il Prodromus, e pubblicò altre opere molto importanti.
      Tedi i due Elogi storici di Dunal (Mompellieri 1842) ediFlourens (Parigi 1842) intorno all'illustre botanico, non che Morren, Notice sur la vie et les travaux d'A. P. De Candolle (Brussella 1843) — Daubeny, Sketch of the writings and philosophical character of A. P. De Candolle, negli atti della Società Linneana.
      DECANDRIA (Decandria) (bot.). — Nome dato da Linneo alla decima classe del suo sistema sessuale, che comprende le piante a fiori ermafroditi, provvedute di dieci stami. Questa classe si divide in cinque ordini, che traggono il nome dal numero dei pistilli, e diconsi monoginia, diginia, triginia, pentaginia, decaginia, secondo che i fiori sono muniti di uno, due, tre, cinque o dieci pistilli (V. Sistema [bot.]).
      DECANO (Decanus) (stor. civ. ed eccl.). — È vocabolo che ha nella storia accettazioni diverse, e serve a indicare funzioni disparatissime. Nell'esercito romano, secondo Vegezio, il decano era un bass'uffiziale che comandava a dieci soldati, e portava una verga come segno distintivo del suo grado. A Costantinopoli, dove la gente di servizio del palazzo formava una numerosa popolazione, eravi una carica il cui titolare portava il nome di decano, perchè aveva sotto la sua direzione dieci altri individui. I decani dipendevano dal gran ciambellano, di cui erano, per così dire, la milizia. V'ebbe pure a Costantinopoli una specie di confraternita (Nov. Just43, 59) composta di quasi mille persone incaricate di rendere ai morti di ogni condizione i doveri della sepoltura, i membri della quale, tratti da professioni differenti, ebbero esenzione dalle imposte ordinarie, e furono detti decani e lecticariit cioè portatori. Divisi per isquadre di dieci uomini,
      a ciascheduna di esse fu affidato un cataletto per l'adempimento del loro pietoso ministerio. Erano essi conosciuti anche sotto il nome di copiates (Jfossarii), ciò che indica tutta l'estensione dei loro uffizii, i quali consistevano non solamente a trasportare i defunti, ma eziandio a scavare le fosse destinate a riceverli. Questi decani parvero cosi utili nel servizio della Chiesa, che furono in appresso stabiliti a Roma, come pure nelle Gallie.
      A Costantinopoli gli apparatori o littori portavano anch'essi il nome di decani.
      I monaci, la cui origine risale ai primi secoli del cristianesimo, eransi così rapidamente moltiplicati, che fu d'uopo pensare ad introdurre qualche regola nei monasteri, la cui popolazione ascendeva talora a più centinaja di persone, e a fine di pervenirvi, si divisero i religiosi in gruppi di dieci, aventi ciascheduno un decano. La stessa divisione fu Catta nelle diocesi di qualche estensione, in cui furono stabiliti i decani, specie di vicarii che avevano la ispezione sui curati di campagua, e venivano però detti decani rurali. Nel ìx secolo in Francia, in Allemagna e in Inghilterra essi tenevano talvolta luogo di corepiscopi (Y. Coreplscopo) ; e nei Paesi Bassi furono detti decani della crtstianità. Sconosciuti in Italia sino al xv secolo, perchè le diocesi essendovi più numerose, vi erano molto più circoscritte che non altrove, i decani rurali furono stabiliti nella diocesi milanese da san Carlo Borromeo.
      Ai di nostri il decano nelle chiese cattedrali è il primo o secondo dignitario e il presidente del capitolo, la qual presidenza, nell'odierno sistema, è qualità di onore anziché di giurisdizione.
      I Longobardi e i Visigoti tolsero dalla società romana questa classificazione, creando in Italia e nella Spagna giudici inferiori che avevano ciascuno dieci villaggi sotto la propria giurisdizione. Alcuni secoli dopo, il grande Alfredo, riconquistato colle sue vittorie il trono della Gran Bretagna, credette di mettere un freno ai pubblici disordini dividendo tutta la popolazione in diecine, aventi alla testa un capo di famiglia ossia decano, il quale rispondesse di tutti i delitti commessi nel suo distretto.
      Presentemente in certe Università il capo eleggibile e temporario di alcune facoltà porta il titolo di decano, senza che egli sia nè il più vecchio, nè il più anziano, nè, bene spesso, il più dotto. Egli vi gode di molti vantaggi e prerogative.
      In Roma i collegi prelatizii hanno il decano nella persona più anziana nell'ammessione al corpo ; il decano della Rota ed il decano di Camera sono riguardati come collocati in posto cardinalizio.
      II decano del Sacro Colbgio è il cardinale più anziano in ragion di tempo dall'esaltazione siila porpora, presente in curia, uno dei sei suburbicarii ed ordinariamente vescovo di Ostia e Velletri. Dopo il papa è la prima dignità della gerarchia cattolica. Sonovi però esempi di cardinali decani non vescovi, ma solo dell'ordine dei preti, come il cardinal Capponi ; e di parecchi che sebbene pertinenti all'ordine dei vescovi, noi furono di Ostia e Velletri. Moltissime sono le prerogative di esso ; le precipue : consacrare il sommo pontefice nella basilica Vaticana, quando l'eletto non è vescovo; durante i novendiali della sede vacante, nelle sue case si
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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