Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DECAZEVILLE — DECEMBRIO (FAMIGLIA)
      hanno creato in un paese disabitato un ricco comune di 4000 anime, che porta il suo nome. Egli era membro della Società imperiale e centrale di orticoltura e presidente onorario della Società imperiale d'orticoltura.
      DECAZEVILLE (Francia, dipartimento dell'Aveyron, con 4948 abitanti ed officine siderurgiche.
      DECCAN o DECKÀN (geogr.). — Sotto questo nome, che significa contrada d*l mezzodì, comprendevasi anticamente tutta la penisola dell'India situata al mezzodì del fiume Nerbudda e delle frontiere meridionali del Be gala e di Bahar, e inchiudeva quasi una metà del territorio generalmente conosciuto sotto il nome d'impero del Mogol. Gl'invasori maomettani non riuscendo in più secoli a stabilirsi al sud del Kistna, il nome di Deccan venne a dinotare i paesi situati fra i fiumi Nerbudda e Kistna, e quest'ultimo considerasi tuttora come suo confine meridionale. E perciò il Deccan comprènde le seguenti divisioni, cioè Khandisch,Gundwana, Orissa, Berar, i Circari settentrionali, Beeder, Aurengabad, Hyderabad e Bejapore. La prima invasione del Deccan per parte dei Maomettani seguì sul finire del secolo xiir, sotto il regno di Feroze. Il nipote di questo principe, Alla, marciò quindi a Deoghur e riscosse gravi tributi per prezzo della sua ritirata. Succeduto a Feroze, nuovamente invase il Deccan, nel 1304, ne saccheggiò più distretti che spartì tra 5 suoi Omrah, e posto assedio a Deoghur, ne costrinse il ragia a riconoscersi suo dipendente. Nel 1310, Cafur, uno dei grandi d'Alia, fu rimandato nel Deccan e penetrò sino al Carnatico, che saccheggiò facendone prigione il ragia, e raccogliendo grandi tesori. Mohammed III, salito che fu sul trono, mandò un grande esercito nel Deccan, e ridusse tutto il Carnatico sotto il suo dominio. Pochi anni di poi non solo traslocò la sede del governo a Deoghur, il cui nome mutò in Dowlatabad, ma vi trasportò di forza tutti gli abitanti di Delhi, lasciando deserta l'antica capitale. Morto Mohammed in tempo d'insurrezioni scoppiate in tutte le parti de' suoi dominii, i capi ribelli si accordarono ad eleggere un sovrano, e fu un Afgano chiamato Ismaele. Dopo regnato pochi anni, questo principe rinunziò al trono in favore di Hussun, uno de' suoi generali, che in origine era stato schiavo di Afgano, e che salito sul trono assunse il titolo di Sultan Alla ad Dien Hussun Kongoh Bhamini, e fu fondatore della dinastia dei Bhamini. Durante il suo regno di undici anni, questi soggiogò tutti i distretti del Deccan che già avevano riconosciuto in altri tempi la sovranità degl'imperatori di Delhi, e fu il primo sovrano indipendente del Deccan. Morì nel 1357, e il suo regno fu segnalato per saggezza e moderazione. Regnarono dopo lui dodici sultani consecutivi della dinastia dei Bhamini, l'ultimo dei quali, che fu Mohammed Scià Bhamini, mori prigione nel 1518. Il Deccan fu quindi diviso in cinque regni, cioè di Bejapore, Golconda, Berar, Ahmed-Nagor e Beeder, i cui sovrani furono sempre in guerra fra loro. Sul finire del secolo xvr il Deccan fu invaso da Akbar, e il territorio di Ahmed-Nagor conquistato e ridotto a provincia del Mogol. Sotto l'imperatore mongolo Scià Jehan, il celebre Aureng-Zeb, suofigliuolo, ebbe il comando dell'esercito sulle frontiere meridionali dell'impero, e non tardò a trovare pretesto per invadere il Deccan, i cui sovrani ridusse ben presto a stato di dipendenza. Questo p rincipe, tosto che fu salito sul trono, fece guerra a quei sovrani dipendenti, e ne ridusse tutti i paesi sotto il suo potere immediato. Queste operazioni non furono compiute fino al 1700. Nel regno susseguente di Ferokhsere, fu mandato viceré nel Deccan Nizam al Mulk, che ne divenne ben presto sovrano vero. Infatti, sin dal 1717 l'intiero paese fu indipendente dall'impero del Mogol, e tale continuò ad essere sino al 1818, nel quale anno una gran parte del Deccan venne sotto U dominio della Compagnia inglese delle Indie, che divise il territorio acquistato in quattro collettorati, cioèdiPuna, Ahmed-Nagor, Darvar e Khandish. Come il resto dell'India inglese, il Deccan passò alla Corona. Le altre parti del Deccan sono possedute dal ragia di Berar, dal Nizam e dal ragia di Sattara sotto la protezione britannica (V. India).
      DECEBALO (biogr.). — Re guerriero della Dacia, che per qualche tempo lottò con fortuna contro l'imperatore Domiziano, ma fu poi vinto dal suo successore Trajano, che gli concedette la pace a coudizione che gli restituisse le armi e le bandiere da lui tolte nella precedente guerra ai Romani. Il trattato conchiuso non essendo rispettato dall'impetuoso Decebalo, Trajano mosse nuovamente contro di lui, lo sconfisse e riunì la Dacia all'Impero (anno 105). Decebalo, vinto, si uccise di propria mano, e la sua testa fu portata in trionfo a Roma. In memoria di questa guerra fu eretta la colonna Trajana (V. Colonna e Trajano).
      DÈCEMBRE. V. Dicembre (cronol.).
      DECEMBRI0 (famiglia) (geneal. e biogr.). —Ti primo di questa casa che si presenti degno di essere ricordato è Uberto, nato a Vigevano, uomo dotto, che fu segretario di Pier Filargo da Candia, che poi fu papa col nome di Alessandro V. Passò poscia al servizio di Giammaria Visconti duca di Milano, e morì podestà in Treviglio l'anno 1417. L'Argelati ne accenna molte opere, niuna delle quali vide la stampa; poesie latine, trattati di filosofia morale, di politica, ecc., traduzioni dal greco, tra le quali i libri della Repubblica di Platone, cui diede l'ultima mano il suo figliuolo Pier Candido, così detto dal lodato Pietro da Candia, che ebbe per lui una singolare affezione. Nato questi in Pavia, l'anno 1399, si distinse ben presto per esquisita educazione, ed entrò segretario del duca Filippo Maria Visconti a Milano. Nei trambusti popolari avvenuti per la morte del duca senza legittima prole, Pier Candido fu uno dei più contanti difensori della patria libertà, e ci lasciò una pittura vivissima e commovente dei mali allora sofferti dalla dilaniata Milano. In questi scompigli il Decembrio fu mandato oratore al re di Francia e ad altri principi per implorare soccorso; e quando la città dovette arrendersi a Francesco Sforza, egli ebbe l'incarico di consegnare le chiavi al vincitore. Niccolò V papa gli conferì l'ufficio di segretario apostolico, e dopo la morte del suo benefattore Pier Candido fu accolto nella stessa qualità di segretario da Alfonso re di Napoli. Restituitosi finalmente a Milano, vi mori nel 1477.
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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