Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DECLINAZIONE DELL'ACO MAGNETICO 197
mità nord dell'ago calamitato deviava di 11° 30' all'oriente del meridiano magnetico; nel 1663 la declinazione era nulla, e dopo di essere rimasta per due anni in questa posizione, divenne occidentale, e crebbe successivamente fino al 1814, giungendo a 22° 34'; da quel tempo in poi è andata continuamente scemando. Paiagonando le ossei vazioni fatte a Parigi ed a Londra, si riconosce che il maximum di deviazione all'oriente ha avuto luogo in queste due località nel 1580; che a Londra la declinazione fu nulla dal 1657 al 1662, e che divenuta occidentale vi aumentò progressivamente fino al 1815. Quindi il maximum delle declinazioni all'oriente ed all'occidente a Parigi ed a Londra ebbe luogo presso a poco alle medesime epoche. Dalle osservazioni fatte al CapodiBuona Speranza si raccoglie che nell'emisfero australe come nel boreale la declinazione va soggetta alle medesime leggi, poiché vi fu leggermente orientale nel 1605, nulla dal 1605 al 1609, poscia occidentale; e dopo di avere aumentato fino al 1791 si vide di poi retrocedere verso l'oriente.
Barlow ha tentato di dedurre da una forinola questi cangiamenti progressivi e secolari cui va soggetta la declinazione, ammettendo che il polo magnetico che agisce sull'ago calamitato a Londra eia nel 1818 collocato sotto la latitudine nord 75° 2' e la longitudine ovest 67° 41'. Ne dedusse la conseguenza che il moto era uniforme e di 14° 10' in dieci anni ; e calcolando dietro questo principio la declinazione a Londra dal 1660 al 1818,trovòdiffereuze poco notevoli tra i risultamenti ottenuti e quelli dell'ossei vazione.
Oltre alle dette variazioni secolari, la declinazione è ancora soggetta in ogni luogo a variazioni periodiche annue e diurne, che sembrano dovute alla posizione del Sole al dissopra dell'orizzonte, ed a variazioni subitanee ed irregolari prodotte dall'apparizione delle aurore boreali, dalle eruzioni vulcaniche, ecc. (V. Ago magnetico e Aurora boreale). Ad osservare le variazioni giornaliere dell'ago calamitato si richiedono strumenti sommamente dilicati e capaci di una grande precisione, che diconsi Bussole delle variazioni diurne (V.).
Dopo scoperta la declinazione, i viaggiatori che hanno percorso il globo nei due ultimi secoli si sono applicati a scoprire le variazioni alle quali soggiace nel passare da uno in altro luogo. Le prime tavole, alquanto esatte, che comprovano questo fenomeno importante sono state composte nel 1599 dai navigatori olandesi per ordine del principe di Nassau. Halley tentò di riunire e disporre con metodo le osservazioni fatte prima di lui; e nel 1701 pubblicò una carta nella quale le linee di uguale declinazione erano tracciate di 5° in 5°. Ma a motivo dei cangiamenti continui della declinazione e del perfezionamento dei metodi di osservazione non si tardò a riconoscere come fosse difettosa la tavola di Halley. Quindi Mountain e Dodsen pubblicarono nel 1745 e 1746 una nuova carta delle declinazioni. In un'opera di Hansteen venuta alla luce nel 1787 trovasi una tavola, la più compiuta che mai si fosse fatta, delle osservazioni di declinazione, con un atlante magnetico nel quale sono segnate tutte le linee di uguale declinazione. Dalla figura di queste linee Hansteen ha creduto poter dedurre l'esistenza di due poli magnetici in ogni regione polare, dotati d'intensità di-
versa ; questi quattro poli avrebbero un moto regolare intorno ai poli terrestri ; i due poli del nord si moverebbero dall'occidente all'oriente in una direzione obliqua, e gli altri due pure in una direzione obliqua, ma dall'oriente all'occidente. Il moto dei quattro poli magnetici servirebbe a spiegare i cangiamenti progressivi della declinazione. Secondo Hausteen, i due poli più potenti si trovano all'estremità di un asse magnetico, e i due poli più deboli all'estremità di un altro asse, la cui posizione cangia in virtù di forze non ancora conosciute. Ma questa ipotesi non è generalmente ammessa.
Barlow, raccogliendo le nuove osservazioni fatte nei viaggi recenti, principalmente nelle vicinanze dei poli, costrusse, nel 1833, una nuova carta delle declinazioni, ed espose in una memoria inserita nelle Transazioni filoso fiche di Londra i principali fatti relativi alla situazione presente delle linee di uguale declinazione e dei cangiamenti che provano alla superficie del globo. Secondo questo celebre fisico, l'andamento e la curvatura singolare delle linee senza declinazione sono incompatibili coll'esi-stenza supposta di quattro o più poli magnetici. Inoltre Barlow ha osservato che là dove si è tenuto nota esatta delle declinazioni, e dove è stato notevole il cangiamento progressivo di situazione, questo moto di tramutameuto ha sempre potuto ridursi alla rotazione circolare di un certo polo magnetico preso verso il polo della terra. Churchmann sembra essere stato il primo che abbia avuto l'idea di attribuire un polo a ciaschedun luogo, e che partendo da questo principio abbia calcolate le declinazioni che soi.o state osservate a Londra di 10 in 10 anni, dal 1622 fino al 1800, Paragonando queste declinazioni con quelle presentemente osservate, non s'incontrano notevoli differenze. Simile confronto è stato pur fatto da Barlow, non già assegnando il luogo del polo, ma determinandolo in ragione dell'inclinazione e della declinazione. Egli suppose che i fenomeni magnetici del globo terrestre sono analoghi a quelli che offre un semplice globo di feno, e stabilì i suoi calcoli sulle migliori osservazioni di declinazione e d'inclinazione fatte in diverse parti della terra. I risulta-menti ottenuti hanno presentato una differenza non minore di 55° in longitudine e di 10° in latitudine. Donde Barlow conchiuse che ogni luogo aveva il suo polo magnetico.
Duperrey si è assicurato che i poli magnetici di Hansteen non potevano essere la conseguenza di alcuna delle anomalie che si osservano nel complesso delle osservazioni sia della direzione, sia dell'intensità delle forze magnetiche. Egli è inutile, dice Du-perrey, di ricorrere a più poli magnetici della superficie della terra siccome a più di due centri d'azione nell'interno della massa per rendersi ragione della posizione rispettiva delle linee di uguale declinazione, di uguale inclinazione, di uguale intensità, ugualmente che dei meridiani e dei paralleli magnetici. Basta lo esaminare primieramente qual è la vera condizione di queste diverse curve sopra un corpo magnetico di forma sferica, e quindi far variare a piacimento sia uno dei poli magnetici della superficie, sia la posizione dei centri d'azione, per risolvere immediatamente un gran numero di questioni che le teorie del magnetismot^iOOQLe
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