Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DECOMPOSIZIONE — DECORARE, DECORATORE, DECORAZIONEterrestre hanno fin qui lasciate senza soluzione definitiva. Secondo Duperrey, le linee di uguale inclinazione (V. Inclinazione dell'ago magnetico) hanno, come le linee di uguale declinazione, l'inconveniente di non essere l'espressione di un fatto unicamente dipendente dall'azione del magnetismo. Nelle sue carte pubblicate nel 1836 la declinazione dell'ago calamitato trovasi impiegata secondo la sua vera destinazione, che è di far conoscere la direzione del meridiano magnetico in ciascheduno dei punti in cui è stata fatta l'osservazione, e quindi la figura generale delle curve che hanno la proprietà di essere da un polo all'altro i meridiani magnetici di tutti i luoghi in cui passano. Le numerose osservazioni che si sono fatte e che si stanno tuttavia facendo in tutte le parti del globo fanno sperare che si giungerà alla scoperta delle diverse cause che concorrono alla produzione dei fenomeni magnetici, quando lo stabilimento degli osservatorii magnetici provocato da Humboldt e la partecipazione alle osservazioni simultanee desiderata da Gauss avranno ricevuto una maggiore estensione.
      Gli apparecchi che s'impiegano per osservare la declinazione sono chiamati col nome di bussole, e consistono essenzialmente in un ago calamitato sospeso per il suo centro di maniera che possa muoversi in un piano orizzontale (V. Bussola).
      Se un ago orizzontale avesse una larghezza infinitamente piccola, la sua direzione sarebbe sempre quella delle risultanti orizzontali delle azioni magnetiche terrestri ; ma dovendo esso avere una sensibile larghezza, non può riuscire di costruzione perfettamente simmetrica rispetto all'asse di figura, e può succedere che questo asse non coincida colla direzione delle dette risultanti, vale a dire con quella dell'asse magnetico, ed allora le estremità dell'ago non indicheranno la declinazione. Per evitare questa causa di errore si fa uso del metodo di rovesciamento. Perciò si osserva primieramente la declinazione coll'ago quale trovasi collocato nella bussola; quindi si ripete l'osservazione rovesciando l'ago senza cangiare la posizione dei poli, di maniera che la faccia superiore diventi l'inferiore. La media dei due risultamenti dà il valore cercato. Infatti il punto di sospensione rimanendo lo stesso, la traccia del meridiano terrestre del luogo in cui si fa l'osservazione continua a passare per questo punto; inoltre rovesciando l'ago la linea dei poli rimane parallela a se stessa, poiché è una condizione dell'equilibrio dell'ago. La linea media tra queste due linee che passa per il centro di sospensione è appunto quella che vuoisi conoscere, giacché l'angolo cercato è quello che il meridiano terrestre forma con questa linea, di cui non si conosce ancora la direzione, ignorandosi dove siano i poli. Ora, se si segnano sulla carta queste diverse linee colle due che rappresentano gli assi di figura nelle due posizioni dell'ago, i quali assi passano per il centro di sospensione e fanno lo stesso angolo col meridiano magnetico, si vede che la declinazione è uguale alla semisomma degli angoli che i due assi fanno col meridiano terrestre. La posizione dell'asse di figura essendo conosciuta insieme con quella del meridiano terrestre, il metodo di rovesciamento dà immediatamente la declinazione,.]senza che sia necessario di determinare anticipatamente la posizione dell'asse magnetico.
      Quando la posizione del meridiano terrestre è conosciuta, si determina direttamente la declinazione segnando la meridiana del luogo sopra di un piano orizzontale, e facendo coincidere con essa la linea nord-sud di una bussola. L'angolo che fa la direzione dell'ago con queste linee è la declinazione cercata.
      Per le osservazioni in mare si adopera la bussola nautica munita di traguardi, la quale non è altro che una bussola di declinazione s spesa di maniera che l'ago rimanga sempre in una posizione orizzontale, qualunque sia l'agitazione della nave (V. Bussola nautica o marina).
      Chiudiamo gli esposti cenni sulla declinazione magnetica col ricordare al lettore che le oscillazioni fornite dall'ago di declinazione servono a misurare con molta precisione l'intensità magnetica della Terra (V. Magnetismo terrestre). Per rilevare la detta intensità con questo metodo fa d'uopo considerare che la forza che fa oscillare l'ago di declinazione non è che una parte della forza magnetica terrestre, e tanto più piccola quanto l'Inclinazione (V.) è più grande. La formola dà questo risultato: che per avere il rapporto delle forze magnetiche in due luoghi differenti della Terra fa d'uopo moltiplicare il rapporto quadrato del numero delle o8dllaeioni dell'ago di declinazione per il rapporto inverso dei coseni d'inclina eione.
      Per maggiori particolari, vedi Ago magnetico e Bussola.
      DECOLLAZIONE (stor. sacr.). — Così suol chiamarsi il martirio del Battista (V. Giovanni [san] Battista).
      DECOLLATURA (geogr.). — Comune calabrese, provincia di Catanzaro, circondario di Nicastro, con 4715 abitanti.
      DECOLORANTI SOSTANZE (chim.). — Nei laboratori! di chimica e nelle officine industriali spesse volte occorre il bisogno di togliere a certe sostanze una o più materie coloranti che le accompagnano, affine di ridurle o ad uno stato maggiore di purezza, ovvero a quel candore loro proprio che era mascherato dalla mistioue di principii eterogenei aventi colore loro proprio.
      A tale scopo si usano le sostanze decoloranti, che possono dividersi in quattro classi circa alla ragione per cui posseggono la virtù in esse apprezzata.
      La prima comprende quelle che levano i colori per un'azione chimica di ossidazione o di disidrogenazione a cui danno origine. 11 cloro, gl'ipoclo-riti, l'ozono sono le più cospicue (V. Ipocloriti ed Ozono).
      La seconda comprende quelle che disossidano od almeno si presuppone che agiscano per tal causa; ad esempio, in varii incontri, l'acido solforoso.
      La terza contiene le sostanze che decolorano per una combinazione chimica la quale contraggono colla materia colorante : citiamo il suddetto acido solforoso per un certo numero di casi.
      La quarta finalmente abbraccia quelle che levano il colore per una precipitazione che inducono della materia colorante, in modo da farla aderiret^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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