Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DECORAZIONE - DECOZIONEparticolare nelle pubbliche adunanze, la prerogativa di qualche soprannome o titolo, qualche segno particolare nello stemma, formano ricompense che non recano detrimento al pubblico erario, e che producono tuttavia l'effetto che se ne attende.
      In tutte le età e presso tutti i popoli del mondo si seppe trar partito da questo mezzo di stimolare gli uomini alle azioni nobili e virtuose. I Greci decretavano premii ai vincitori nei giuochi olimpici ; presso i Romani una corona di quercia circondava la fronte del soldato ch'erasi segnalato con un bel fatto d'arme, o che aveva salvata la vita ad un cittadino. Il console Duillio insegna ai Romani l'arte di vincere sul mare, e gli si concede di farsi precedere di notte per le vie di Roma da un portatore di face e da un suonatore di flauto. Scipione, distruggendo Cartagine, sottomette l'Africa alla sua patria, e questa dandogli il soprannome di Africano è riputata abbastanza generosa. Tuttavia accanto a questa semplicità noi vediamo le pompe del trionfo e le follie dell'apoteosi. Anche ai dì nostri si danno talvolta corone, si coniano medaglie ad onore di uomini illustri ; e molte decorazioni novelle, differenti presso i varii popoli, furono immaginate, e si distribuiscono forse con una soverchia facilità che ne diminuisce il pregio. In Oriente e su tutto il littorale dell'Africa, i turbanti , i cavalli, le sciabole e le pellicce d'onore sono le distinzioni più accreditate; presso i Turchi il gransignore invia caffetani d'onore alle persone che vuole decorare, sovrattutto agli ambasciadori. Ai tempi nostri tutti sanno quanti croi facesse Napoleone attaccando sul campo di battaglia la propria stella d'onore sul petto del soldato che si era distinto.
      Non essendo nostro intento di dar qui una nomenclatura compiuta delle decorazioni, ci limiteremo ad accennare quelle il cui uso è più generale presso le nazioni moderne, rimandando agli speciali articoli ciò che è relativo agli ordini civili e militari.
      Nello Stato ecclesiastico le principali distinzioni inerenti all'ufficio sono la croce e l'anello. Dicesi croce pettorale quella dei vescovi, arcivescovi, abati ed altri dignitarii del clero. L'anello dei vescovi è il simbolo del loro sposalizio colla Chiesa, e il suo uso risale ad una grande antichità.
      Nell'esercito le decorazioni più comuni sono, oltre i diversi ordini, le sciabole, i fucili d'onore, le medaglie e s'mili.
      Nell'ordine civile sono varie maniere di croci, ritratti di sovrani, con diamanti o senza, conferiti talvolta con autorizzazione di portarli, chiavi di ciambellano, caffetani d'onore in Russia, ecc. (vedi Ordini civili e militari). DECORAZIONE (archit. e B. A.). V. Decorare.
      DECORRENTE FOGLIA (Foltum decurrens) (hot.). — Chiamansi decorrenti o scorrenti le foglie sessili colla lamina che si estende lungo il fusto fino a raggiungere la foglia inferiore; esempio: verbascum thapsus, symphytum officinale, ecc.
      DECOZIONE (chim., tecn. e mat. med.). — È un'operazione per mezzo della quale una o più sostanze organiche vengono sottoposte alla bollitura in un liquido, per lo più nell'acqua, onde estrarne i prin-cipii solubili che vi sono contenuti e ridurle ad un dato grado di rammollimento.
      Il prodotto che ne risulta chiamasi anche decozione e più comunemente decotto, e si distingue in semplice e composto, secondo che il liquido ha bollito con una o più sostanze. Al prodotto delle decozioni fatte con acqua e carne di vitello o di pollo, ovvero con carne di vipera, di testuggine, di rana, ecc., si dà il nome di brodo (V. Brodo [igien. e terap.]).
      La decozione si eseguisce in contatto dell'aria e talvolta in vasi ermeticamente chiusi, affine di evitare la dispersione dei principii volatili. Cosi alcune sostanze vengono sottoposte alla decozione nella pentola di Papin, ed alcune altre si trattano col-l'alcoole o coll'etere nel digestore di Chevreul.
      La durata della decozione è determinata dalla maggiore o minore facilità colla quale i corpi possono essere esauriti dal liquido bollente, e la quantità dei principii attivi che possono essere forniti da questi corpi determina quella del liquido da impiegarsi. Le sostanze di tessitura molle e dilicata, come le foglie di cedro, le radici di genziana, ecc., si sottopongono ad una decozione breve o leggera che dura pochi minuti ; quelle di tessitura legnosa e tenace, per esempio la china, il sassofrasso, ecc., si fanno bollire da 15 a 30 minuti, ed in questo caso la decozione dicesi media o mediocre; finalmente la decozione dee durare per una o più ore quando trattasi di sostanze molto dure o cornee, come il legno di tamarisco, il legno del Brasile, la raschiatura di corno di cervo, ecc., ed allora dicesi forte.
      Nell'eseguire le decozioni si dovrà badare non solo al tempo della bollitura ed alla quantità del liquido, ma ancora alla purezza delle sostanze ed alla natura dei loro diversi principii ; quindi si dovrà operare sopra questi corpi colle opportune avvertenze, perchè il prodotto non riesca dotato di qualità contrarie a quelle che si vogliono ottenere. Avviene spesse volte che certe materie rimangono alterate quando l'operazione è troppo prolungata ; così le materie estrattive assorbono l'ossigeno e diventano insolubili, l'amaro del lichen perde il principio amaro, il rabarbaro e la cassia perdono la loro virtù lassativa, ecc.
      I farmacisti preparano un gran numero di decozioni pegli usi della medicina. I tintori ricorrono alla decozione per ottenere molte materie coloranti vegetali. I fabbricatori di birra fanno una decozione di luppoli col liquido zuccherino tratto dai cereali, ecc. Le decozioni si eseguiscono generalmente a fuoco nudo in vasi o caldaje ove si possano facilmente rimescolare le materie, perchè non si attacchino al fondo od alle pareti, e non s'abbronzino stando a contatto col metallo, ciò che comunicherebbe al liquido un sapore disgustoso.
      Quando si opera in vasi chiusi, le sostanze vegetali sottoposte alla decozione vengono collocate in un recipiente concentrico alla caldaja e bucherato in ogni parte per il libero passaggio del liquido in cui trovasi immerso, ovvero si mettono sopra di un fondo perforato o fatto di tela metallica che si fissa a qualche distanza dal fondo della caldaja affinchè le dette sostanze non vengano a contatto colle sue pareti.
      A spogliare una materia di tutte le parti solubili
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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