Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DECOZIONE - DECRETALE
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      si don-anno talvolta ripetere le decozioni con nuove quantità d'acqua. Il liquido contenuto nel residuo & spreme col torchio.
      Fatta la decozione, si procede alla colatura del liquido bollente con ispremitura più o meno forte, in ragione dello stato in cui trovasi il residuo ; ovvero si depura il prodotto talvolta per mezzo del riposo e della decantazione, onde separare le particelle estranee che si depongono sul fondo del recipiente, e tal altra colla feltrazione od anche colla chiarificazione, avvertendo che in certi casi queste operazioni riescono più nocive che utili, come avverrebbe coi liquidi contenenti tannino o principii resinosi, i quali precipitando col raffreddamento ne verrebbero separati colla depurazione a danno della bontà del decotto.
      DECOZIONE (giurispr.). — Chiamavasi per l'ad-dietro cosi lo stato d'insolvibilità d'un individuo non commerciante. Il caso di decozione si verifica dunque allorquando i beni del debitore tanto mobili quanto immobili non bastano per soddisfare i creditori (V. Insolvibilità).
      DECREP1TAZI0NE (chim.). — Fenomeno offerto da parecchi sali che hanno, come il sai marino, la proprietà di scoppiettare dividendosi in piccole schegge, cui lanciano per ogni verso quando vengono gettati sui carboni ardenti o sottoposti all'azione istantanea di un forte calore. Tale fenomeno è attribuito alla pronta espansione di un qualche gas rinchiuso in questi corpi, od in vece al vapore che formasi dall'acqua inceppata tra le loro molecole, e che una temperatura molto elevata converte rapidamente in vapore. Tuttavia esistono alcuni sali privi d'acqua, per es. il solfato di barite perfettamente secco, il solfato di potassa, lo spato calcare, ecc., i quali decrepitano o crepitano con maggiore energia di quelli che contengono acqua madre imprigionata tra le loro molecole. Ma i sali anidri decrepitano per la stessa ragione che si rompono il vetro, il quarzo ed altre materie di consimile natura quando vengono riscaldate, cioè a motivo della loro poca conducibilità per il calorico e della disuguale dilatazione delle loro parti. Perchè un corpo crepiti al fuoco è necessario, secondo Baudrimont, che sia capace di clivamento e cattivo conduttore del calore. Allora le parti esterne essendo riscaldate prima delle altre, la dilatazione che provano le costringe a separarsi da quelle che non hanno ancora acquistato la stessa temperatura, separazione che è resa più facile dall'attitudine al clivamento.
      Quindi è che i mineralogisti ricorrono talvolta all'azione del fuoco per iscoprire il vero clivamento di alcuni minerali che a questo modo si spaccano e si dividono a seconda delle loro separazioni naturali (V. Acqua di cristallizzazione, Clivamento e Cristallografia).
      DECREPITEZZA (fisiol.). V. Età.
      DSCRÈS (dnca) Dionigi (biogr.). — Vice-ammiraglio francese, nato a Chaumont (Alta-Marna) l'anno 1761. Entrato a diciassette anni nella marina, fece le prime campagne nei mari d'America sotto De Grasse, fu destituito nel 1793 dal Governo rivoluzionario perchè nobile, rimesso in carica nel 1795, e poi spedito nella qualità di contrammiraglio in Egitto, dove comandava una fregata alla battaglia di Abukir.
      Dopo il disastro di quella giornata, Decrès si rifugiò a Malta, di cui contribuì lungamente alla difesa; ma tentando poi di recarsi in Francia col Guglielmo Teli, fu fatto prigione dagl'Inglesi dopo un ostinato combattimento.
      Tornato in libertà, nel 1801 venne chiamato al ministero della marina, che occupò costantemente sino alla caduta di Napoleone, di cui godette sempre la confidenza, e da cui fu insignito del titolo di duca. Le opere gigantesche del porto di Cherbourg, la creazione dell'arsenale e dei cantieri d'Anversa, la maggior parte dei porti dell'impero migliorati, la costruzione in tredici anni di 83 vascelli e di 65 fregate, sono il frutto del lungo suo ministero, il quale tuttavia fu singolarmente funestato dalla perdita di parecchie grandi battaglie navali, e di alcune colonie, e dal cattivo successo di diverse spedizioni.
      Uscito di carica dopo la prima caduta dell'imperatore, vi rientrò al di lui ritorno dall'isola d'Elba; ma alla seconda ristorazione cessava di aver parte ai pubblici affari. Egli era felice nella vita privata, allorché, la notte del 22 novembre del 1820, un servo, dopo di avergli rubata una grossa somma, gli pose alcuni cartocci di polvere fra i materassi del letto, e verso la mezzanotte vi appiccò il fuoco per mezzo di una miccia. L'esplosione gettò Decrès fuori del letto e gli cagionò gravi ferite. Alle grida di soccorso il colpevole servo spaventato fuggiva e cadeva in un cortile con una violenza tale, che in poche ore gli cagionava la morte. Decrès stesso sopravvisse soltanto quindici giorni a quella catastrofe.
      Per chiarirsi delle cagioni dei rovesci della marina francese durante l'Impero, attribuiti a Decrès dagli avversarli suoi, il lettore consulterà utilmente la Correspondance de Napoléon avec le ministre de la marine depuis 1814 jusquen avril 1815, extraite d'un portefeuille de Sainte Hélène (Parigi 1837, 2 voi. in-8°).
      DECRESCENDO o DIMINUENDO (mus.). — È il passaggio dal forte al piano, e dal piano al pianissimo per mezzo di una gradazione insensibile e dell'addolcimento dei suoni. È il processo contrario del Crescendo (V.); scrivesi d'ordinario abbreviato decres. o dimin. o col segno > contrario a quello del crescendo <.
      Usansi altresì le voci calando, mancando, morendo, smoreaìido, perdendosi, il cui significato è a un di presso il medesimo, per certi passi nei quali il suono si lascia gradatamente diminuire di forza, finché finisce per non essere più inteso. La marcia di Rossini neH'^sser/io di Corinto è un bell'esempio di decrescendo. DECRESCIMENTO (miner.). Y. Cristallografia.
      DECRETALI (dir. can.). — Sotto questo nome com-prendonsi le decisioni dei papi, qualunque sia la forma, in materie di dritto ecclesiastico. Leone IV, in una lettera ai vescovi d'Inghilterra (cap. 6), fece uso di questa denominazione ; e Niccolò I, scrivendo a Fozio, disse le Decretali avere avuto origine dai primi pontefici, ed essere state rese di tutta autorità dalla sanzione dei sinodi e dei con-cilii (epist. 6). Per l'autorità delle Decretali si pronunziarono pure i Concilii romani dell'863 (cap. 5) e del 1074 (cap. 3). Questi decreti dei pontefici,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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