Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEF1BRINARE - DEFINITORE
      ?olte degli avvenimenti. Prendiamo l'esempio da una nazione che da oltre mezzo secolo vide tanti mutamenti, tante ambizioni agitarsi, tante passioni ribollire, tanti scandali, tante fedi rotte, vogliam dire la Francia. Quanti nomi illustri non vi perdettero per ciò la loro aureola di gloria? E infatti troppo spesso questo mutar di parte fu occasionato dalla cupidigia, dall'ambizione ed altre simili lordure ; per non dar mala voce anche a coloro che mossi fiirono da onorate cagioni ; tanto è difficile l'uscirne ad onore a chiunque in sì fatto pelago si mette.
      Tuttavia l'immobilità in siffatte bisogne non può darsi ; le idee, l'intelligenza umana si vanno allargando, nè l'uomo può immobile rimanersi quando tutto si muove dintorno a lui, riproducendosi sotto novelle forme. La gioventù, che si slancia nelle cose nuove vedendole a traverso il prisma di un'immaginazione ardente ed esaltata, perchè non dovrà essere lodata se nell'età più matura si avvede dell'imprudenza sua e tenta fame ammenda onorata? Al primo aprirsi delle idee politiche nella nostra mente, quasi sempre si è trascinati passio-natamente al parteggiare con un abbandono, uno slancio di entusiasmo che non fa luogo alla riflessione. Si può essere stato sedotto dall'apparenza del pubblico bene, dell'onore, della gloria, essersi dato in corpo ed anima a persone che si credevano disinteressate, zelanti, sincere ; ma dopo di avere qualche tempo versato entro questo turbine assor-datore, tocco finalmente dalla dura mano dell'esperienza, dissipate le lusinghevoli illusioni, l'uomo può essere dalla coscienza e dall'onestà stimolato a ricredersi. E in questo stato di cose perchè dovrà esserne biasimato? Per qual giusta cagione gli si rinfacceranno i primi passi, e si tenterà di fargli forza per distoglierlo dall'abbracciare idee più sane e più ragionevoli? In tal caso si palesa grande animo a calpestare il cicalio dei partiti e a secondare i dettami di una coscienza meglio illuminata; e checché se ne pensi, allora, ma allora soltanto, la defezione politica è lecita ed onorevole.
      DEFIBRINARE (chim.). — Dicesi del togliere la Fibrina (V.).
      DEFICIENTE (imatem.). — Dicesi in aritmetica il numero, le cui parti aliquote sommate insieme non equivalgono nel loro totale al numero stesso ; così 16 è un numero deficiente, perchè le sue parti aliquote, 1, 2, 4, 8, insieme sommate, non fanno che 15. — In geometria è deficiente l'iperbole di terzo grado, la quale non ha che un solo assintoto rettilineo.
      DEFICIT (econ.pubbl.). — Parola latina introdotta da non molto tempo nel linguaggio finanziero, la quale, per la non esatta applicazione che comunemente se ne fa, vuol essere rigorosamente definita. In generale coloro che sono stranieri alle cose finanziarie applicano questa malaugurata parola di deficit ad ogni bilancio il quale presenti le entrate ordinarie di un anno come inferiori alle spese dello stesso anno, qualunque sia la loro natura, e senza esaminare se queste spese riguardino servizii ordi-narii soggetti a riprodursi annualmente con una grande regolarità, ovvero se risultino da bisogni accidentali e da circostanze straordinarie, che non debbono riprodursi costantemente. Per ben com-
      prendersi in materie di finanza e soprattutto per parlare la lingua degli uomini pratici, non si debbono paragonare insieme se non cose che siano corrispondenti tra loro. Le spese straordinarie determinate da una guerra o da una minaccia di guerra, cagione di uno sviluppo di forze che ecceda i limiti dei crediti annuali, debbono essere paragonate con le entrate straordinarie che un governo si procura per farvi fronte, per esempio, cogl'imprestiti e colle alienazioni dei beni dello Stato. Le entrate ordinarie non possono mettersi a confronto se non colle spese ordinarie, e non si deve aspettare che suppliscano a gravi carichi che possono sopraggiungere nell'ordine degli avvenimenti impreveduti. Stabilita questa distinzione, importa il ricordarsi che in finanze si è generalmente convenuto di riserbare la parola deficit per esprimere la differenza fra le entrate e le spese ordinarie. Egli è evidente che nessuna contabilità finanziaria, nessun rigore d'amministrazione può fare che le rendite ordinarie destinate a far fronte ai bisogni preveduti siano sempre soprabbondanti al segno di sopperire a tutte le eventualità onerose che la politica può far nascere quando mene» ci si pensa. Conviene adunque che la spaventosa denominazione di deficit non sia data a tutte le situazioni finanziarie nelle quali le entrate non pareggiano compiutamente le spese.
      Altre volte chiamavasi deficit ogni differenza esistente tra le entrate e le spese, e la stessa parola serviva a caratterizzare i due fatti, che si crede di avere qui distinti con qualche precisione. Sono tuttavia notevoli a questo riguardo le espressioni che 8'incontrano nel Compte-rendu del mese di marzo 1788 presentato da Necker a Luigi XVI : « Se la differenza esiste fra le entrate e le spese ordinarie, il deficit è abituale e permanente ; esso è passeggero ed eventuale se la differenza proviene da cause straordinarie che diminuiscono l'entrata od aumentano l'uscita ».
      Siccome abbiamo accennato, la denominazione di deficit, nell'accettazione moderna della parola, converrebbe alla prima delle specie qui riferite, e non alla seconda, alla quale si riserba il nome di disavanzo.
      DE FILIPPI Giuseppe. V. Filippi (de) Giuseppe (biogr).
      DEFINITO (Definitus) {bot.). — Si fa uso di questo aggettivo per significare che alcuni organi delle piante, particolarmente gli stami, sono costantemente in numero determinato. Così, per esempio, trattandosi di classi o di famiglie, dicesi che gli stami sono in numero definito quando si ritrovano in numero di uno, due, tre, fino a dieci inclusiva-mente. Ma tuttavolta che una pianta ha da venti a cento stami o più, questi chiamansi indefiniti (stamina indefinita).
      DEFINITORE (stor. eccl.). — Oggi si dà questo titolo a quel religioso che è deputato ad assistere al generale o al provinciale nell'amministrazione degli affari dell'Ordine. Nel medio evo fu sinonimo di visitatore, trovandosi in tal senso nella constituzione di Gregorio IX (che sedette dall'anno 1227 al 1241) in favore dei Benedettini.
      Negli Ordini agostiniano, benedettino ed altri, si dicono defini tori i nove superiori eletti in capitolo generale, i quali sono investiti dell'autorità principale
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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