Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DELAUNAY CARLO EUGENIO - DELA VIGNE GIOVANFRANCESCO CASIMIRO 227
      di quel degenerato Impero. I delatori si diedero principalmente a denunziare come cospiratori gl'individui ricchi, dei quali erano ammessi a dividere le spoglie ; ma non tralasciarono di valersi del loro vergognoso mestiere per sagrificare coloro coi quali avevano qualche particolare inimicizia. I padroni furono denunziati dagli schiavi e dai liberti ; e figliuoli indegni di questo nome tradirono o vendettero i genitori.
      Tuttavia alcuni imperatori repressero la delazione con severi decreti e punirono i delatori. Domiziano, che al suo salire al trono diede speranze menzognere come Nerone, cominciò il suo regno col dare Ù bando a quegl'infami ; Antonino il Pio e Teodosio ne mandarono parecchi a morte. Le ricchezze e gli onori acquistati per via della delazione non poterono però mai fare che i delatori non fossero odiosi all'universale e non si riguardassero con orrore siccome gente altrettanto vile e codarda quanto immorale e crudele. È noto il detto di Diogene, il quale, parlando delle corti di certi principi, vi distingueva due classi di persone, e chiamava animali mansueti gli adulatori, belve feroci i delatori.
      L'uso ha quasi resi sinonimi i vocaboli denunzia-tore e delatore, tanto si vuol essere delicati in ciò che riguarda l'onore ; ma vi sono circostanze in cui un denunzia tore fa un atto di coraggio o riempie un doloroso dovere divenendo accusatore, invece che l'altro si avvolge sempre nelle tenebre per assassinare da traditore.
      DILAUNAY Carlo Eugenio (biogr.).—direttore dell'Osservatorio di Parigi, membro dell'Istituto, professore alla Scuola politecnica e alla Facoltà delle scienze, ingegnere capo delle miniere, nacque il 9 aprile 1816 a Lusigny, nel dipartimento dell'Aube ; mori il 6 agosto 1872 annegato nella rada di Cher-bourg, mentre vi passeggiava in barca. Entrato a diciott'anni alla Scuola politecnica, ne uscì due anni di poi per darsi tutto allo scavo delle miniere. Fu il primo che abbia ottenuto il premio stabilito dal marchese Laplace pel migliore allievo che fosse uscito dalla Scuola politecnica. Cinque anni più tardi lo troviamo ripetitore a quella stessa Scuola dov'era stato scolare e alla Scuola delle miniere, e nel 53 ingegnere di la classe e professore di meccanica. Non contava che trentanove anni quando l'Accademia delle scienze gli apri le sue porte e l'accolse per la parte astronomica in luogo del Mauvais ; e due anni prima della sua morte la Società Reale di Londra gli accordava il sup più grande premio, ed il presidente l'accoglieva con queste lusinghiere parole: « Signore, nulla mi è più dolce che presentarvi questa medaglia a nome della Reale Società astronomica, la quale desidera testimoniarvi per mezzo di questo dono l'alta stima ch'ella fa dei vostri lavori; io ho studiato colla più grande ammirazione le vostre belle ricerche, e son lieto di potervi manifestare che la nostra Società segue col più attento studio il vostro grande lavoro, e quantunque esso non sia ancora completamente finito, non può più a lungo indugiare a riconoscere l'alta importanza delle vostre investigazioni. Ci rallegriamo di vedervi in mezzo a noi, e facciamo voti ®be la vostra salute e le forze vostre durino lungamente perchè possiate ancora arricchire la scienzacol frutto del vostro grande ingegno ». Gli scritti che egli lasciò sono molti ed importanti; la maggior parte sono stampati nelle Memorie dell'Accademia, nella Connaissance des Temps e nel Journal de VEcole Polytecnique. La pregiatissima tesi pubblicata quando si presentò per ottenere il grado di docteur ès sciences è intitolata : Sur la distinction des maximà et de minimd dans les questions qui dépendent de la méthode des variations. Il suo capolavoro è la teoria del movimento della Luna, pubblicatosi per ordine dell'Accademia in due volumi in-4° grande, il primo di 883 pagine, nel 60, il secondo di 931, nel 67. Tutti gli studenti conoscono pure le tre opere divenute classiche : Cours élemen-taire de mécanique, Cours elémentaire d'astronomie, Traité de mécanique rationnelle, nelle quali è notevole la rara chiarezza ch'ei seppe portare nelle più ardue trattazioni della meccanica e dell'astronomia. Fra i lavori cui applicava lo stupendo ingegno e che la morte troncò, è pregio ricordare la revisione del Catalogo di Lalande, la continuazione dell'Atlante eclittico, le determinazioni delle longitudini di Brest, Greenwich, Neufchàtel, ecc. Nel 71 era stato chiamato a dettare astronomia e geodesia alla Scuola politecnica, essendo stata affidata al Resal la sua cattedra di meccanica. Con lui, non solamente la Francia, ma la scienza intera ha perduto uno dei suoi più nobili cultori.
      DELAV1GNE Germano (biogr.). — Drammaturgo, collaboratore dello Scribe, nato il 1° febbraio 1790 in Giverny (Eure) ; morto in Montmorency il 3 novembre 1868. Fu fratello maggiore di Casimiro Delavigne, morto nel 1843, e conosciuto come il poeta più popolare della moderna Francia, dopo Béranger e Scribe. Compiè Germano i suoi studii nel collegio di Santa Barbara, in cui ebbe a condiscepolo lo Scribe, col quale strinse intima amicizia, troncata sol dalla morte. Mentre che il suo fratello indirizzava i suoi primi versi al re di Roma, egli diede al teatro dei Vaudevilles, insieme con Scribe, le sue prime produzioni, che furono: Les Dervis, nel 1811, e Uau-berge des Pyrénées, nel 1812, sono ignoti affatto. Incoraggiato più tardi dai brillanti successi del suo amico, prese parte di bel nuovo ai costui lavori, per guisa che non iscrisse, fino al 1830, giammai nè da solo, nè con altri. Fra i drammi che vennero accolti dal pubblico col massimo favore, ci accontentiamo di citare i seguenti : La Sonnambule, nel 1819 ; Lemariage enfantin, nel 1821 ; Levieux gargon, nel 1822 ; L'hériUère, nel 1824, e Le diplomate, nel 1827 (tutti cinque vaudevilles); Laneige,nel 1823 ; Lema-Qon, lo stesso anno ; La vietile, nel 1826, opere buffe ; e l'opera seria La muette de Portici. Scrisse nel 1843, col fratello Casimiro, il libretto per l'opera Charles VI del maestroHalévy, e più tardi,collo Scribe, i libretti: Mistères d'Adolphe, nel 1852; La nonne sanglanie, nel 1854, ecc.; senza contare la commediola in un atto, Henriette et Raymond, che composta aveva nel 1832 con Liadières, e che fu rappresentata sulle scene del Théàtre frangais con molto successo.
      DELAVIGNE Giovanfrancesco Casimiro (biogr.). — Poeta lirico e tragico francese, nato all'Havre l'anno 1794. Mandato di buon'ora a fare i suoi studii a Parigi, pubblicò, nel 1811, un Dittramboper la nasata del re di Roma, che fu il preludio nel giovane autore


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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