Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DELFIN1TE — DELFINOlari, più o meno profondamente divise in cinque a nove segmenti (le florali e le ramulari trifide od indivise) ; segmenti più o meno profondamente tri-fidi o trilobi, o variamente inciso-dentati ; grappoli radi; petali liberi; sperone brevissimo, interno, a due petali ; cassule turgide ; bratteole inserite alla base del pedicello ; picciuoli pelosi ; pedicelli due volte più lunghi del fiore; fiori turchini o bianchicci o porporini ; semi lunghi da 6 ad 8 millim. e larghi quasi altrettanto.
      Questa specie bienne nasce in Grecia, in Sardegna, nell'isola di Teneriffa, nell'agro di Nizza, di Mompellieri, ecc. ; si conosce volgarmente sotto le denominazioni di erba dei pidocchi, stralfisaria, strafizzeca. Tutta la pianta esala un odore viroso ; i semi (di sapore amaro, acrissimo) soprattutto sono velenosissimi sì per l'uomo come per i bruti, e specialmente per i pesci, sebbene siano stati talvolta adoperati internamente a piccolissime dosi come rimedio drastico ; vengono tuttavia adoperati per uso esterno. H decotto di questi semi è un ottimo detersivo delle ulceri inveterate ; polverizzati ed incorporati alla sugna costituiscono una pomata efficacissima per disti uggere i pidocchi.
      Delfinio a grandiflori (Delphinium grandi florum L.). — Erba perenne, glabra e coperta di finissimi peli; radice fibrosa; fusto eretto, foglioso; foglie palmati- o pedati-spartite, coi segmenti fessi in tre
      0 più lacinie lineari, distanti ; pedicelli più lunghi della brattea ; petali liberi, più brevi del calice, i due inferiori col lembo ovato, intiero, curvato obliquamente, barbati nel disco; sperone allungato, interno, a due petali ; ovarii da tre a cinque.
      Questa specie, nativa della Siberia, trovasi spesso coltivata nei giardini per i suoi ampii e bellissimi fiori, che facilmente indoppiano e che compariscono in luglio ed in agosto.
      DELFINITE (1mmer.). — Minerale chiamato anche acanticone e sciorlo verde del Delfinato. È una varietà di Epidoto (V.).
      DELFINO (zool.). — Le specie cui si applicò questo nome costituiscono un gruppo assai numeroso delia seconda sezione dei cetacei veri o cetacei ordinarii,
      1 quali distinguonsi dai cetacei erbivori per essere forniti di sfiatatoi, ossia di narici alla sommità del capo, per le quali fanno passare dell'acqua ingurgitata, e si scostano dal tipo dei mammiferi molto più che i lamantini e le foche. Le loro estremità anteriori sono quasi affatto inette a serrar contro al petto qualsiasi corpo, compresse e conformate di guisa da somigliar molto alle pinne dei pesci. La testa dei delfini è di varia mole e conformazione, ma sempre proporzionata alla massa e alla lunghezza del corpo; ha uno sfiatatoio unico fatto a mezza luna e situato sul vertice; i loro denti in arabe le mascelle sono conici e piantati verticalmente ; il tronco è quasi bislungo, e la pinna caudale larga e biforcuta. Sono poi agilissimi si per nuotare come per far salti spiccatissimi ; stanno d'ordinario in alto mare, dove vivono in frotte e si nutrono di animali oceanici, non accostandosi alla riva che spinti dalle tempeste. Si riconoscono oggidì come favole tutte le leggende narrate in antico intorno all'intelligenza, alla dolcezza e alla simpatia del delfino per l'uomo, giacché, qualunque peso sivoglia dare alle asserzioni di gravi scrittori, non è men vero che i delfini sono animali stupidi, brutali e voraci, dotati appena di quell'istintiva intelligenza che è necessaria per divorar la preda e cercare la propagazione della specie.
      Il gruppo dei delfini fu dai moderni naturalisti e specialmente dopo i lavori di Federico Cuvier, autore della più compiuta monografia su tale argomento, distribuito in otto famiglie, che sono: la prima dei delfinorinchi, distinti pel muso aguzzo e più lungo del cranio ; la seconda dei delfini propriamente detti, alla quale appartiene il delfino comune, e che hanno il muso ed il becco meno stretto ed ( allungato dei precedenti ; la terza dei platanisti, che si conoscono alla ristrettezza delle loro ma-ascelle; la quarta dei delfinatteri, che mancano di T pinna dorsale : la quinta degli ossitteri, che hanno 1 due pinne dorsali ; la sesta dei marsovini, il cui muso non termina in becco ; la settima dei globice-fati, che hanno la parte anteriore della testa sferica ; l'ottava dei bdugi, che mancano di pinna dorsale, e non hanno la separazione che si osserva nei delfinatteri tra il cranio ed il muso.
      A malgrado però di questi studii di classificazione, convien confessare che la storia di tutte le specie di delfini e sovrattutto la loro sinonimia presentano ancora grandissime incertezze, giacché questi animali abitando costantemente in alto mare, non possono esser che di rado osservati e analizzati dai zoologi. Inoltre i caratteri sui quali si fonda la distinzione delle specie sono molto variabili, e possono dipendere dall'età, dal sesso e da mille altri accidenti. Limitandoci perciò a parlare delle specie più note, diremo esser queste il delfino volgare e il marsovino.
      II delfino volgare (D. delphis) ha il muso distinto dal cratere e molto sporgente, i denti acuti e una pinna dorsale smarginata e ricurva verso la caudale. Le femmine amano i proprii figli e li allattano portandoli con molta cura sotto le lor pinne pettorali, giuocando con essi, e li difendono intrepide, finché sicno in grado di far da sé. Il fatto più volte notato che i delfini accorrono in folla verso i navigli e li circondano, diede origine all'idea ch'essi sieno amici dell'uomo ; ma quelle feste e quei capitomboli ch'essi fanno ai navigli non sono che effetto d'ingordigia e avidità d'abboccare quanto si getta da bordo.
      Il marsovino comune (D. phoccena) ha il muso rotondato e corto, e la pinna dorsale triangolare e Rettilinea. Giunto alla massima statura è lungo circa tre metri. Vedesi quasi sempre in truppe numerose scherzar sulle onde agitate come in perfetta calma ; è rapido nei suoi movimenti ; la femmina mostrasi sollecita della prole, il maschio serba affezione alla compagna. 11 nome suo deriva da una corruzione del tedesco merrschwein, porco di mare, sotto il quale é conosciu'.o nei paesi del Nord.
      Se ne mangia la lingua, che dicesi di buon sapore ; dura n'è la carne e di difficile digestione, e si tien conto del grasso od olio di cui abbondano.
      DELFINO (lat. delphinus, gr. SeXGreci, consistente in una grande massa di ferro o di piombo appesa ad un albero, che sporgeva in fuori a foggia di un'antenna.
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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