Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DELFINULA — DELFO 0 DELFIgalee. Era doloroso per Giovanni Delfino essere stato inalzato al dogato per avere la sventura di apporre il suo nome al trattato di Zara, ed egli se ne accuorò infatti a tal segno che, dopo perduta la vista, poco appresso se ne mori.
      Vedi Daru, Histoire de la République de Veni se.
      Pietro, generale dei Camaldolesi, nacque a Venezia nel 1444, e di buon'ora si dimostrò propenso alla pietà ed agli studii. Educato da Pietro Parleoni da Rimini alle lettere latine, a quattordici anni aveva letto quanto di più perfetto ammirasi in esse. Entrato nei Camaldolesi in San Michele di Murano, sali in fama di virtù e di sapere. Divenne abate e dipoi, a trentasei anni, generale dell'Ordine. Ricusò il cappello cardinalizio che la Repubblica Veneta voleva ottenergli dal pontefice. Morì ricco di meriti nel 1525.
      Esiste di lui una 1Raccolta di lettere (Venezia 1524, in-fol.), divisa in dodici libri, opera estremamente rara. Mabillon ne vide nel monastero di Camaldoli quattro volumi manoscritti che ne contenevano meglio di 4000.1 due dotti maurini D. Mar-tène e D. Durand ne pubblicarono altre 241 non comprese nell'edizione veneta citata, nel volume v dell'opera Vcterum scriptorum et monument. etc. amplissima collectio.
      Zaccaria, cardinale. Studiò a Padova, donde passato a Roma, esercitò varii impieghi impoi tanti sotto Giulio III e Paolo IV. Fu nunzio in Allemagna nel pontificato di Pio IV, e vi trattò gli affari della santa Sede con tale destrezza e zelo illuminato, che il pontefice, benché assente, lo creò cardinale il 12 marzo 1565, e nell'anno seguente Pio V, succeduto a Pio IV, gli affidò l'amministrazione della chiesa di Giavarino. Ritornato in Roma, morì nel 1583, e fu sepolto in Santa Maria in Trastevere.
      Giovanni, cardinale. Nacque nel 1545, fu ambasciatore della Repubblica appo la santa Sede e di poi procuratore di San Marco. Clemente VIII, nel 1603, promosselo al vescovato di Vicenza, e tre anni dipoi lo creò cardinal prete. Era il Delfino uomo d'ingegno vasto, saggio nel condurre gli affari, di che diè prova luminosa nelle contese insorte tra la Repubblica e Pio V. Rinunciando al vescovato, si ridusse in patria, ove mori nel 1622, ed ebbe sepolcro in San Michele di Murano, dove Niccolò, suo nipote, pose un' iscrizione.
      Giuseppe, fu capitano generale della flotta veneta nel 1654, illustre per la combattuta battaglia contro il Turco, all'uscita dei Dardanelli. L'armata nemica, comandata da Amurat, pascià di Buda, era tre volte maggiore della veneta; ma ei seppe tanto coraggio ispirare nei suoi, che giunse a sottrarre il proprio naviglio (disgiunto dalla flotta, abbattuti gli alberi, crivellato dalle palle di cannone) a quattro galee e due sultane turche che l'accerchiavano.
      Giovanni, poeta italiano, nato a Venezia nell'anno 1617, morto in Udine il 20 luglio del 1699, nominato nel 1656 coadjutore di G. Gradenigo, patriarca di Aquileja, gli succedette ed ebbe il cappello cardinalizio nell'anno 1667. Nella sua gioventù ei compose quattro tragedie: Cleopatra, Lucrezia, Medoro e Creso, le quali, senza ire immuni, al dire del Tira-boschi, dai difetti del tempo, pareggiano per nobiltà
      di stile e condotta dell'azione le migliori del secolo precedente. La Cleopatra fu stampata per la prima volta nel voi. m del Teatro Italiano di Maffei. Un Olandesi le pubblicò tutte quattro ad Utrecht nel 1730; ma quest'edizione, fatta sopra una cattiva copia, è assai manchevole. Cornino ne diede un'ottima secondo i manoscritti originali, intitolata : Le tragedie di G. Delfino, senatore veneziano, poi patriarca d'Aquileja e cardinale, col dialogo apologetico dell'autore non più stampato (Padova 1733). Abbiamo inoltre di lui Sei dialoghi filosofici in versi, inseriti nella raccolta intitolata Miscellanea di varie opere.
      Vedi Tiraboscbi, Storia della letteratura italiana
      (voi. vm).
      Girolamo, provveditore generale, comandò in Dalmazia dal 1694 al 1699. Mentre la Repubblica conquistava la Morea, ei ne slargava il dominio nell'Albania e nella Bosnia, ed i suoi conquisti furono raffermati a Venezia dalla pace di Carlowitz (1699). Ma nella guerra susseguente del 1714 la Repubblica provò la fortuna avversa, e Girolamo, dapprima provveditore in Morea, poscia capitan generale della fiotta veneta, vide i Tinelli conquistare sotto gli occhi suoi tutta la Morea e le piazze che ancora resistevano in Candia, senza che gli riuscisse tirare l'ammiraglio turco, che destreggiava, ad una battaglia decisiva.
      Daniello Marco, cardinale. Sorti i natali nel 1654 in Venezia. Recatosi, in compagnia di suo zio, al conclave d'Innocenzo XII, ottenne la qualifica di cameriere segreto. Spedito in Francia, qual vice» legato di Avignone, e dipoi nunzio presso la Corte di Luigi XIV, si addimostrò uomo di spiriti elevati e di gran dirittura nel trattare gli affari. Amante delle lettere, ne protesse i cultori, ed ei stesso vi esercitò l'ingegno con buona riuscita, siccome dimostrano due volumi di poesie varie, nella materna favella, che lasciò. Innocenzo, nel 1698, lo promosse alla sede vescovile di Brescia, e nell'anno seguente alla porpora cardinalizia ed a varie congregazioni. Morì di cinquantanni, benemerito della sua Chiesa, in fama di pietà e di sapere.
      Daniello, cardinale. Attese con frutto agli studii in Panna, e fu dipoi coadjutore di suo zio, patriarca di Aquileja, cui successe. Pio e zelante, celebrò un sinodo nel 1740, gli atti del quale, pubblicati nelle stampe, si ritengono per modello in tal genere. 11 Senato veneto avendo a parole di molto onore raccomandato il patriarca al pontefice Benedetto XIV, questi lo creò cardinale nel 1747. Trasferito dipoi in Udine, ritenute le insegne patriarcali, ne fu primo arcivescovo. Aggiovò grandemente la diocesi per opere lodevoli. Mori nel 1762 di settantaquattro anni.
      DELFINULA (zool.). — Genere di molluschi gasteropodi pettinibranchi, della famiglia dei trochidi, a conchiglia spirale con giri rotondi, bocca intiera con margini riuniti e provveduti di un rigonfiamento. Vivono nei mari caldi. Se ne trovano nello stato fossile.
      DELFO o DELFI (lat. Delphi, gr. AeX?of, oggidì Kastri) (geogr. aut.). — Città della Focide, ed una delle più famose nel mondo ellenico per il suo santuario di Apollo, della quale daremo qui alcune
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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