Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DELHI 0 DEHLringlese e luoghi attigui. La massima perdita ebbero a soffrire le truppe assalitrici nell'avanzare per le mura verso la porta di (Jabul, dove il nemico le riceveva con fuoco gagliardissimo, ed auche nell'atto che volevano penetrare nelle vie più folte della città, sorpassato quel punto dirigendosi alla moschea di Giumna. Perdettero in tutto 500 tra morti e feriti, e fra i primi otto uffiziali, e tra i trenta feriti di costoro l'egregio generale di brigata Nicholson e suo fratello. I rivoltosi si diedero a fuggire in massa verso il S. della città, alla volta di Cutub ed oltre il fiume di barche, lasciando libero il varco alla cavalleria inglese, mentre la fanteria di già vittoriosa si tratteneva ancora nello spazio abbastanza aperto tra la porta di Cascemir e le conquistate mura dai due lati, per non internarsi con troppa fretta nelle anguste strade dell'interno della città. 11 quartiere generale inglese si stabili nella casa così detta Skinner, in memoria di un famoso cavaliere di questo nome, e tosto fu tutto approntato per discacciare il nemico dal palazzo reale, dal forte di Selimghur e dagli altri edifizii fortificati. La mattiua del 15 cominciò il bombardamento, e quella sera stessa fu già aperta una breccia nel muro del ben guernito cortile dei magazzini: il dì 16 fu dato l'assalto al palazzo, e poco dopo caddero in mano degli assalitori 125 cannoni, ed i nemici battevano la ritirata; un po'più tardi tacque anche la batteria di Kiscengange, ed il numero dei cannoni presi giunse a 200. Nei giorni 17, 18 e 19 continuò il bombardamento, difendendosi i rivoltosi
      colla disperata risolutezza di gente che nè desidera, nè atteude il perdono, finché cedendo al nerbo poderoso delle artiglierie, si ritrassero e misero in salvo, seguiti da torme innumerevoli di cittadini, ricchi e poveri, giovani e vecchi, alla mescolata, e i vincitori furono nel giorno 20 settembre 1857, dopo sei giorni di continuo bombardare e battagliare, padroni assoluti della vastissima Delhi, capitale insigne del gran Mogol e città santa per eccellenza appo tutta la razza degl'ludù.
      Non ci dilungheremo qui a descrivere le orribili scene che insanguinarono le strade di Delhi mano mano che vi entravano i vincitori, ai quali fu contrastato il terreno palmo a palmo, e gl'indigeni ebbero perfino il disperato coraggio di trucidare le proprie donne, affinchè non cadessero vive in balia dei soldati inglesi. Costoro, ebbri di sangue, mieterono a centinaia le vite di quei fanatici che ricusavano di arrendersi, e posero a sacco le case più ricche della città. I giornali narrarono a ribocco come si vedessero correre i medesimi all'impazzata per le vie della conquistata Delhi, onusti di oggetti d'oro, di perle e pietre preziose, non ricordandosi più dell'ordine emanato dal generaleFig. 2039. — Ruine dell'antica Delhi.
      in capo. Sembra però che il contegno degli uffiziali superiori dell'esercito debellatore non sia rimasto esente da censure, perchè un giornale scozzese, l'Ayrshire Express, ebbe ad avvertire, sulla testimonianza di persona dimorante nel contado di Delhi, che i tre principi della dinastia mogolica decapitati in quella metropoli si erano arresi al capitano Hodgson, fidando sulla sua parola d'onore che avrebbero avuta salva la vita. Così non fu, perchè vennero giustiziati con processo sommario, considerati come rei di fellonia ; il che non valse certo ad ammansare gl'insorti, anelanti ancor di vendetta.
      Soggiungeremo qui alcune più particolari notizie sulla grande metropoli indiana.
      Secondo le tradizioni indiane, questa città sarebbe stata fondata da Delu 300 anni avanti l'èra volgare, Anticamente essa era posta sulla riva sinistra ossia orientale della Giumua, e dicesi che occupasse uno spazio di 50 cliilometri quadrati. Il viaggiatore Bernier, che scrisse la relazione del suo viaggio nel 1663, quattro anni dopo l'avvenimento al trono di Aureng-Zeb, le dà una circonferenza di non più di 13 chilometri per la parte fortificata,
      non inchiusi i sobborghi. Ma si sa che questa capitale fu grandemente ampliata sotto il regno di Aureng-Zeb, cosicché Rennell riferisce che sul finire del xvii secolo si credeva popolata da due milioni di abitanti, il che pare confermato dalla grande estensione delle sue rovine. L'imperatore Scià G e h a n fece costruire, nel 1631, una nuova città sulla destra riva della Giumna, e le diede il nome di Sciahgehanabad,che non ha poi ritenuto. È dessa l'odierna Delhi, la quale ha circa 12 chilometri di circonferenza, ed è circondata da mura formate di grossi massi di granito grigio, con torri e bastioni a certe distanze.
      Un muro merlato alto circa 8 metri stendesi dal bastione Wellesley, punto il più meridionale in cui viene il fiume a bagnare la città per circa 9 chilom., in semicerchio irregolare fino al tìar di Selimo, antico forte che nell'estremità meridionale si appoggia alla corrente. Lungo il lato fluviale od orientale della città, per un terzo di estensione al N., fanno le veci di questo baluardo le mura del regio palazzo, il quale prolungasi dal N. al S. circa 1 chilometro. L'intervallo verso il bastione Wellesley è più debolmente difeso, ma riparato in qualche modo dal braccio del fiume, tra cui e la corrente principale giace un'isola sabbiosa con piantagioni di poponi. 11 fosso sotto le mura di cinta è largo 16 e profondo 5 metri, e gli spalti sono così coperti, che da lungi non si ravvisano. La città ha undici porte : al S. E. la porta di Delhi, da cui si va al N. O. a quelle di Turcaman e Agnud; fuori di questa trovasi il grande mausoleo Gasi-Can, ove stavano accampati 3000 insorti ; seguono poi le porte Furusc,
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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