Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DEL1CET0 — DELINEATE
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appariscenti delle composizioni, si compiace in quelle, e sa giudicare dove esse stiano entro i limiti del vero, dove se ne scostino ; dove l'ideale faccia danno al reale, dove lo ajuti ; se qui l'individuale sia scambiato per l'universale; se colà in vece di espressione non siavi per avventura altro che movimento di membri,leziosità invece di grazia, fracasso in vece di movimento. E pari al sentire è il gusto ; e quale è il gusto, tale è la preferenza ed il giudizio ch'egli porta.
DKLIC1T0 (geogr.). — Comune di Basilicata, provincia di Foggia, circondario di Bovino, con 4714 abitanti.
DELIE FESTE (archeol.). — La principale festa di questo nome celebravasi ogni cinque anni a Delo in onore di Apollo, ed era stata istituita da Teseo, che al suo ritorno di Creta vi collocò una statua datagli da Arianna. Cingevasi questa statua di ghirlande, s'intrecciavano carole, nelle quali s'imitavano gli andirivieni del labirinto cretese da cui Teseo era scampato, e si terminava la solennità con una corsa di cavalli.
Un'altra festa dello stesso nome celebravasi annualmente dagli Ateniesi a Delo, istituita pure da Teseo, il quale andando a Creta fece voto che se tornava vittorioso, avrebbe visitato ogni anno in modo solenne quel tempio d'Apollo. Coloro che a ciò erano deputati, e che componevano la così detta teoria, chiamavansi dettasti e teori, e dovevano recarsi processionalmente al tempio. La nave che li doveva portare, e che era la stessa che già aveva portato Teseo (stata conservata con tutta cura dagli Ateniesi), chiamavasi pur essa teoride e deliade, e quando era pronta pel viaggio il sacerdote di Apollo ne ornava solennemente la prora di ghirlande. I teori si avanzavano incoronati di alloro, preceduti da uomini armati di asce, in commemorazione dell'aver Teseo purgata la strada fra Trezene ed Atene dai ladroni che l'infestavano. Giunti a Delo, offerivano sacrifizii solenni al dio dell'isola, e celebravano una festa in suo onore. Al loro ritorno gli abitanti di Atene andavano in folla ad incontrarli: tutta la città era in festa, tutte le porte si aprivano, e i cittadini si prostravano al passare della processione dei déliasti. Fra l'andare e il tornare della teoria non era lecito di porre alcun condannato a morte, e per questo motivo la vita di Socrate fu prolungata di trenta giorni.
DELIBAZIONE (chir.). — Applicazione metodica delle fasciature alle ferite. Anticamente formava un ramo speciale della chirurgia, e chi la esercitava chiamavasi deligator plagarum o medicus vtUnerarius.
DELILLE Giacomo (biogr.).— Questo poeta francese, la cui fama presente è lungi dall'agguagliare quella di cui godette in vita, nacque ad Aigues-Perses nel-l'Alvernia, il 22 di giugno 1738, di poveri parenti, e venne educato a Parigi. Fu dapprima assistente nel collegio di Beauvais e poi professore di umanità nel collegio di Amiens, dove pose mano a tradurre le Georgiche di Virgilio. Tornato a Parigi, fu nominato professore del collegio De la Marche. Quivi incominciò la sua riputazione di poeta per alcuni componimenti che diede in luce. Ma egli deve principalmente la sua fama alla pubblicazione delleGeorgiche, lavoro cui fu confortato da Voltaire. Questa traduzione fu letta con entusiasmo, e si cominciò a credere che la lingua francese fosse capace di rappresentare tutte le bellezze dell'antichità. Pure l'invidia gli si scagliò contro, scuotendo dalla polvere vecchi e dimenticati poemi per esaltarne il merito a scapito della di lui fama. Nel 1774 fu nominato socio dell'Accademia, e poco appresso pubblicò Les jardins, poemetto che, quantunque lodato, non ottenne la popolarità delle Georgiche.
Seguì De Choiseul nella sua ambasciata a Costantinopoli, cogliendo il destro di visitare Atene, e compose in quella pellegrinazione il poema L'ima-gination. Reduce a Parigi, fu fatto professore di letteratura all'Università e di poesia latina al Collegio di Francia. La rivoluzione lo spogliò di ogni sua proprietà. Alla celebrazione della festa dell'Ente Supremo, durante il terrorismo, Robespierre il richiese di un'ode ; ed il poeta, vedendo che a nulla tornava il rifiutare, scrisse una poesia ditirambica sull'immortalità dell'anima, in cui caldamente sosteneva questa dottrina. I tumulti della capitale lo indussero, nel 1794, a passare a Saint-Diez e quindi in Isvizzera, dove il cantone di Berna gli diede il ! diritto di cittadinanza. Quivi terminò L'homme des champs e Les trois règnes de la nature. Visitò poscia Londra, dove si applicò a tradurre il Paradiso perduto di Milton, e nel 1801 tornava a Parigi. Quivi cessava di vivere nel 1813, universalmente compianto.
Sebbene Delille non sia da mettersi a paro coi grandi poeti, è da credersi che sarà sempre in onoro presso i Francesi. Ei riformò la lingua, e scrisse versi con una facilità ed un'eleganza non prima conosciute. Coloro che si dilettano del verso alessandrino debbono pigliar piacere (quanto alla sua struttura) nel leggere i poemi didascalici di Delille. : Troppa lode sarebbe certamente il dire ch'ei fu poeta di genio; ma egli è senza dubbio assai più che un mero verseggiatore, come taluni pretesero di qualificarlo. Le immagini da lui adoperate sono spesso, come i suoi versi, di una grande eleganza; e siane d'esempio un'espressione che s'incontra nel poemetto Les jardins, dove, dopo di aver notato che la beltà del soggetto doveva ispirarlo, egli soggiugne :
Et comme un rayonpur colore un beau nuage, Des couleurs du sujet je teindrai mon langage.
La conversation è un poemetto dilettevole, in cui alla maniera dei Caratteri di Teofrasto l'autore dipinge le varie sorta di persone che han luogo in conversazione. Vi si trova peraltro il difetto che hanno per lo più coteste opere sui caratteri morali , i personaggi introdottivi essendo piuttosto astrazioni personificate che individui quali incon-transi in natura.
Vedi, per maggiori notizie: Lingay, Eloge de Jacques Delille et critique de son genre et de son école (Parigi 1814) — Mordani, Elogio storico di Giacomo Deltlle (Fossombrone 1845) — Cousin d'Avalon, Delilliana, pubblicate da Serieys (Parigi 1813).
DELINEARE (B.A.). — È l'eseguire con sole linee e semplici tratti alcun disegno di figura, di prospet-
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