Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DELIRIO DEF BEVITORI
      — DELISLE GIUSEPPEgran giovamento. Quanto alle deplezioni sanguigne, converrà impiegarle colle debite cautele ed indagar prima la condizione dell'infermo, perchè, se il delirio fosse cagionato da semplice perturbamento dell'innervazione, esse tornerebbero più nocive che utili.
      DELIRIO DEI BEVITORI (Delirium tremens) (patol.). — Questa malattia, la quale venne confusa da alcuni coll'encefalite, è comune nei paesi settentrionali, specialmente in coloro che abusano del vino e delle bevande spiritose. Accennarono già a tale infermità Celso e Vogel, considerandola come una specie di frenite : ma la distinsero da questa Sutton, Salvatori, Rayer, Armstrong, Albers, Wesen, Behr, Eichel-berg, Heinecken , Berndt, Topken, Hoffbauer, Trotter, Fitzchkan, Kriebel, Andrée, Broussais, Duméril, Dupuytren, Foville, Pinel-Grandchamp, Gòden, Clifton e molti altri recenti, fra i quali si distinse Amedeo Demoulon, triestino, che scrisse una breve ma succosa ed interessante dissertazione su questo argomento. I sintomi vengono distinti in prodromi e costitutivi. Annoveransi fra i primi debolezza somma, anoressia, disordini di ventre, stupidità, mancanza di memoria, frequenza e minutezza di polsi, tremore alle mani, sonni turbati, veglia, tristezza, continuando il desiderio immodico di bevande spiritose. Fra i sintomi costitutivi abbiamo tremito gagliardo e continuo, specialmente delle mani, pallidezza del viso, occhi scintillanti ; perdita tale di memoria che non si riconoscono i nostri più cari, spasmo dei muscoli, passaggio dalla tristezza a somma gajezza, continuo desiderio di vino e di liquori alcoolici, persuasione di star bene, vista di fantasmi, d'insetti, bestie, serpenti, spettri, nemici da cui crede l'infermo di essere circondato e che cerca di allontanare, aberrazione dei sensi del gusto e del tatto, passaggio dai discorsi più serii ai discorsi ed alle azioni più stravaganti, ed anche criminose, senza saperlo; insonnia assoluta, sussulti di tendini, polsi celeri e minutissimi, calore quasi naturale e sudore profuso. Questo stato cessa poco per volta ove l'infermo venga restituito alla salute, oppure degenera in encefalite, peripneumonia, idrocefalo, idrotorace, febbre nervosa, manìa, fatuità ed apoplessia. Le sezioni cadaveriche mostrarono talvolta lesioni gravissime, altre volte di nissuna importanza, e perciò le une e le altre sono inette a rivelarci la condizione patologica di questa malattia, che devesi riporre in un'alterazione particolare della polpa nervosa e segnatamente dell'encefalo. Considerando poi che tanto la sintomatologia del delirio tremefa-ciente quanto i rimedii stati riconosciuti vantaggiosi escludono ogni idea di malattia flogistica, non crediamo andar lontani dal vero nel risguardare questa malattia come un esaurimento della fonte dell'innervazione provocato dall'eccesso degli stimoli in coloro in cui, mancando la forza per reagire, non potè accendersi un'affezione flogistica. Comunque sia la cosa, eccettuati alcuni casi in cui eravi vera meningite lenta celata sotto le apparenze del delirio tremefaciente, gli autori in generale si accordano nel prescrivere l'oppio a dosi generose qual miglior rimedio in questa specie di delirio. È vero che non mancano contraddienti a tale opinione ; ma forse un errore diagnostico, in cui assai facilmente si può incappare, sarà causa di queste differenze. Infattiquelli che parteggiano per usare il salasso o gli antiflogistici nel delirio tremefaciente sono tutti scrittori italiani, eccettuato qualche francese ed inglese, ed in Italia specialmente tale malattia è rarissima, essendovi assai più frequente la frenitide acuta o lenta, mentre invece essa è piuttosto comune nei paesi settentrionali. La frenitide poi, come dicemmo, si può confondere col delirio tremefaciente soltanto da chi non abbia ancora veduta la prima infermità. I dottori Cramer< /strong> e Adersbach di Berlino descrivono una specie di delirio tremefaciente accompagnato da brama irresistibile di liquori ardenti, il quale è detto da Hufeland dipsomania. In questa, premesso qualche salasso, l'oppio è pure raccomandato.
      Convien però confessare esser questa una delle malattie più difficili a curarsi con metodo razionale, e basta leggere le varie opere in cui si discorre di essa per convincersi come disparati siano i concetti dei medici sulla condizione patologica e sui mezzi terapeutici del delirium tremens. Si potrà intorno a tale argomento consultar con profitto una memoria del dottor Léveillé, Sur Vencéphalopathie crapu-leuse, negli atti dell'Accademia Reale di Medicina, tom. i, e l'opera di Barkhausen, Beobachtungen uber den sauferwahnsinn (Brema 1828), e quella di Ware, Remarle on the history and treatment of delirium tremens (Boston 1851). Come pittura terribile degli effetti del morbo, consigliamo a leggere il romanzo di Emilio Zola, L'Assommoir, 1877.
      DELISLE Guglielmo (biogr.). — Geografo francese di gran celebrità ai suoi tempi, nato a Parigi nel 1675. Si mostrò, giovanissimo, assai inclinato allo studio della geografia, per modo che di soli nove anni era già valente nel costruire carte geografiche. In questi studii fu grandemente secondato dal padre, ch'era versatissimo nella geografia e nell'astronomia. Nel 1699 pubblicò un mappamondo che, insieme con altre carte e con dissertazioni intorno alla geografia, fu cagione ch'ei fosse fatto socio dell'Accademia delle scienze nel 1702, e poco dopo geografo del re.
      La celebrità del Delisle non solo fu grande in Francia, dove nessun'opera di storia o di viaggi avevasi per compiuta senza le sue carte geografiche, ma si estese per tutta Europa. Parecchi monarchi
      10 invitarono a stabilirsi nelle loro capitali, e Pietro
      11 Grande, quando fu a Parigi, si recò da lui per indurlo ad andare in Russia. Non accettò alcuno di questi inviti, ma diede a Pietro una serie di ottime carte geografiche degl'immensi suoi domimi, sicché Fontenelle dice, nell'Elogio del Delisle, che questi ne conosceva i limiti meglio del loro possessore stesso. Si fu per avventura in grazia di lui che il fratello suo Giuseppe fu nominato dallo czar direttore dell'Osservatorio di Pietroburgo con generoso stipendio. Delisle mori di apoplessia nel 1726. I più pregiati dei suoi scritti si trovano nelle Memorie dell'Accademia Francese. Quanto alle sue carte, se oggidì se ne hanno delle più esatte, non gli si vuole tuttavia negare il merito di avere grandemente promosso la scienza.
      DELISLE Giuseppe (biogr.). — Fratello minore del precedente, nato nel 1688, si rese chiaro nell'astronomia. I suoi scritti pubblicati cominciarono dav^ooQie


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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