Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DELITESCENZA — DELO
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un'eccellente osservazione intorno al grande eclisse totale del Sole accaduto nel 1706, quand'egli era di soli diciottenni ; e nel 1714 fu fatto socio dell'Accademia nella sezione dell'astronomia. Nel 1724 visitò l'Inghilterra, dove, mediante i buoni uffizii di Newton e di Halley, che moltissimo lo stimavano, fu nominato socio straniero della Società Reale. Nel 1726 fu fatto astronomo dello czar Pietro, offizio nel quale si rimase per ventun anni, tornando poscia a Parigi per cagione di salute. Fu quindi nominato professore d'astronomia nel Real Collegio di Francia, cattedra che tenne per più anni, e nella quale ebbe a discepoli Lalande e Mèssier. Morì nel 1768. Pubblicò una Storia dell'astronomia (1738, 2 voi in-4°), e molti scritti nelle Memorie dell'Accademia ed altrove.
DELITESCENZA (fi8. e chim.). — Dicesi del fenomeno per cui un cristallo perde la sua acqua di cristallizzazione, per modo che le sue lamine si staccano e si rompono in particelle. — Dicesi anche del disaggregarsi e cadere in polvere di un corpo.
DELITESCENZA (periodo di) (patol.). — Denominazione colla quale s'indica quel tempo in cui un principio contagioso qualunque stato assorbito rimane nascosto nel nostro corpo senza manifestarsi coi sintomi proprii (V. Contagio).
Più propriamente ancora dicesi della scomparsa repentina di un tumore, di una eruzione, di una raccolta purulenta, prima che abbia percorso i suoi periodi, e senza che ne avvenga alcun accidente, nè che la malattia si riproduca in altra parte del corpo. Quest'ultima circostanza distingue la deltte-scenza dalla metastasi.
DELITTO (dir.pen.). — Nel linguaggio ordinario qnesta parola si adopera per denotare tutte le azioni criminose nocevoli altrui. Nella lingua del diritto la parola delitto significa il reato che è punito con pena correzionale, e tiene perciò il luogo di mezzo tra il Crimine e la Contravvenzione (V.). Dicesi che un delinquente è colto in flagranti quando viene sorpreso nel momento stesso che commette il delitto. Quasi-delitto è il fatto di colui che arreca altrui un danno, non per mala volontà, ma per negligenza od imprudenza.
DELLO (geogr.). — Comune della provincia e del circondario di Brescia, con 1273 abitanti.
DELLO DI NICCOLO' DELLI (biogr.). — Trovasi cosi registrato nella Matricola dell'arte degli speziali, all'anno 1417, questo artefice fiorentino, il quale, secondo il Vasari, sarebbe morto di quarantanove anni di età, verso il 1421. Ma il Filarete, nel suo Trattato di architettura ins., parlando di quegli artefici che avrebbe voluto adoperare alla costruzione della Sforziade, ne novera parecchi, distinguendo i già morti dai tuttora viventi (vedi Gaye, i, 200). E fra i primi ponendo il beato Angelico e Lorenzo Ghiberti, che morirono dopo il 1455, e fra i secondi Dello, conchiudesi evidentemente che il Vasari non bene si appose nell'assegnarne l'età.
Bello (nome probabilmente accorciato dal diminutivo di Leonardo, o simile) lavorò nei primi suoi anni in terra cotta, dei quali lavori esiste oggidì solo l'Incoronazione di Nostra Donna nell'arco che è sopra la porta di Santa Maria Novella, essendo periti gli altri notati dal Vasari. Da un documentotesté scoperto rilevasi ch'egli attendesse anche ai lavori di getto, essendogli, nel 1424, stato allogato di condurre una statua in ottone (ad faciendum quemdam hominem de adone (sic)propulsati do horas) per battere le ore nell'orologio della torre di Palazzo a Siena. Ma datosi a dipingere, avendo buon disegno, gli riuscì agevolmente, come ne dimostrano molte pitture fatte nella sua città e massimamente di figure piccole, nelle quali egli ebbe miglior grazia che nelle grandi assai (Vasari, Vita di Dello). In seguito operò in fresco, di verde-terra, nel chiostro di Santa Maria Novella, ora detto Chiostro verde, la storia d'Isacco che benedice Esaù, che, sebbene molto guasta, fu data incisa dal Rosini (Storia, voi. n, p. 244). Poco dopo condotto in Ispagna al servigio del re, sali in credito e ricchezze, e fu creato cavaliere. Ivi morì ed ebbe onorato sepolcro. L'autore del libro intitolato Les arts iialiens en Espagne dice che delle tante opere che Dello fece per Giovanni II (1406-1454) non resta che una sola pittura segnata Dello eques florentimis.
Questo pittore, sebbene non debba annoverarsi trai più perfetti disegnatori, fu incontrastabilmente dei primi che cominciassero a scoprire con qualche giudizio i muscoli nei corpi ignudi. Uccello Paolo (V.) ne lasciò il di lui ritratto nella storia di Noè itieb-briafo dipinta nel suddetto Chiostro verde.
DELMAZIO o DALMAZIO (biogr.). — Figlio di Costantino (.'loro e della sua seconda moglie Flavia Massimiana Teodora, ebbe dal fratello, Costantino il Grande, il titolo di censore e l'incarico di appurare l'accusa mossa dagli Ariani ad Atanasio, di aver ucciso Arsenio, vescovo d'Ipseli. Ei pare che Delmazio morisse nel 335 dell'era volgare.
Vedi Tillemont, Histoire des empereurs (voi. iv, p. 288).
DELMAZIO Flavio Giulio (biogr.). — Figlio del precedente, educato a Narbona sotto la direzione del rettorico Esuperio, segnalossi per la repressione della rivolta di Calocero in Cipro, fu nominato console nel 333, e, due anni dopo, cesare dallo zio. Nella divisione dell'Impero ebbe per sua porzione la Tracia, la Macedonia e l'Acaja, e fu posto a morte dai soldati nel 337, condividendo per tal modo la sorte dei fratelli, nipoti e ministri principali di Costantino.
Vedi : Teof., Chronograph. (p. 282) — Tillem., Histoire des empereurs (voi. iv, pp. 251, 259, ecc.).
DELO (geogr. ant.). — Isoletta dell'Arcipelago, faciente parte del gruppo delle Cicladi, e situata nello stretto fra Micone e Renea. Secondo la tradizione poetica, essa era originariamente galleggiante. Più nomi le diedero gli antichi, tra i quali quelli di Ortigia, Cinzia e Asteria. Fin da remotissimi tempi fu celebrata come una delle sedi del culto d'Apollo, che si voleva quivi nato ad un parto colla sorella Diana. Il tempio di lui e quello di Latona sua madre erano nella città in una piccola pianura dalla parte ' occidentale dell'isola, appiè di un alto monte chiamato Cinto. Il fiumicello Inopo gettavasi nel mare al mezzodì della città, e nel sacro ricinto era un picciol lago di forma circolare, detto rpo/ostòr,? XiW/j (Erod., ir, 170 ; Tournefort, Voyage du Levant,xo\. i). Delo era luogo di riunione per i Jonii al tempo di Omero, e vi si celebravano giuochi atletici cont^iOOQLe
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