Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      delolme Giovanni luigi — delorme Filiberto
      danze e canto in onore di Apollo (Tucid., ih, 104). Policrate di Samo consacrò l'isola adjacente, detta Renea, a quel dio, e la congiunse a Delo per mezzo di una catena. Delo cadde in potere degli Ateniesi al tempo di Pisistrato, e allora ebbe luogo una purificazione parziale dell'isola, allontanandosi tutte le tombe ch'erano a vista del tempio. Nell'anno 426 avanti Cristo vi fu fatta dagli Ateniesi una purifica^ zione compiuta ; se ne tolsero tutte le tombe e pro-clamossi che d'allora innanzi più nessuno avesse a nascere o a morire a Delo, ma che tutte le persone vicine a morire o a partorire fossero mandate a Renea (Tucid., i, 8; ni, 104). Gli Ateniesi vi celebravano feste, dette Delie (V.), e vi mandavano annualmente una nave sacra, detta Teoride, in commemorazione della liberazione d'Atene dal tributo cretese, operata da Teseo. I Persiani avevano tanta venerazione per Delo, che quando veleggiavano alla volta dell'Eubea, l'anno 490 avanti Cristo, non vollero approdarvi, ma mandarono ad offrirvi un sontuoso sagrifizio ad Apollo Delio (Erod., vi, 97).
      Fig. 2040. — Medaglia di Delo.
      Grandezza vera (rame, gr. 55).
      E fu probabilmente pel rispetto che aveasi da tutti a questo tempio che gli Ateniesi lo scelsero come luogo di deposito del tributo che raccolsero dagli alleati dopo la guerra persica (Tucid., t, 96). Nel 422 avanti Cristo gli Ateniesi trasferirono tutta la popolazione di Delo ad Adramittio, dove il satrapo Farnace le concesse di stabilirsi e dove molti furono poi proditoriamente trucidati dai Persiani (Tucid., v, 1 ; vm, 108). Quando Corinto fu distrutta da Mummio, Delo sottentrò a quella città nel commercio, e per qualche tempo fu assai florida; ma i generali di Mitridate essendovi approdati nella guerra tra quel monarca e i Romani, l'isola fu da essi devastata e rimase in uno stato deplorabile. Nei tempi della loro prosperità i Delii facevano con la Cilicia gran traffico di schiavi, migliaja dei quali vi erano sbarcati e venduti in un sol giorno. I nomi moderni di quest'isoletta sono Delo, Deli, Dili e Sdilli. Essa non è quasi più che una massa di sterili roccie.
      DELOLME Giov. Luigi [biogr.). — Nato a Ginevra nel 1740, era avvocato nella sua patria, quando i torbidi intestini cui aveva preso parte con un opuscolo intitolato Examen des trois points de droit lo costrinsero a riparare in Inghilterra, ove passò alcuni anni in grandi strettezze. La sua alterezza piaceasi in questa umile indipendenza e disdegnava ogni soccorso, finche fu costretto ad accettarlo dalla Società di beneficenza degli scienziati poveri, per far ritorno, circa il 1775, in patria. Egli morì il 16 luglio 1806 in un villaggio della Svizzera. Quando giunse in Inghilterra, l'anarchia aristocratica era giunta al colino in Isvezia e in Polonia, e lo stesso temevasi in Inghilterra, il che diede occasione allasua celebre opera : Constitution de VAnglelerre, oh état du Qouvernement anglais compari aree la forme républicaine et avec les autres monarchies de VEurope (Amsterdam 1771, tradotta in molte lingue e ristampata a più riprese), ed al suo Paralisi between the English Government and the former Government of Sweden (Londra 1772). La prima di queste due opere, popolarissima un tempo, contiene acute osservazioni sulla costituzione inglese, sulla forza che emana dall'accoppiamento della monarchia con la libertà popolare, sulla libera stampa, ecc. Meritano oltrecciò menzione queste altre due opere di Delolme : History of the Flagellants, or memoriate of human super stition (Londra 1782), ed Essai/ containing strictures on the union of Scotland with England (ivi 1796).
      DELORME Filiberto (biogr ). — Questo celebre architetto nacque a Lione verso l'anno 1518, e mori nel 1577. Studiò specialmente l'arte di costruire, nella quale divenne eccellente ; ma per delicatezza di gusto e ricchezza d'invenzione rimase inferiore al suo contemporaneo Pietro Lescot.
      All'età di 14 anni era già in Roma, ove ebbe a protettore Marcello Cervino, divenuto poi papa sotto il nome di Marcello II, il quale lo ricevette nel suo palazzo e contribuì all'educazione del giovane artista, il cui ingegno lasciava concepire le più belle speranze. Arricchito dei disegni e delle misure degli antichi monumenti, tornò a Lione, ove attese a costruire la facciata della chiesa di San Nazario, opera interrotta perchè l'artista fu chiamato a Parigi dal cardinale Belley. Questi lo presentò alla Corte di Enrico II e de' suoi figliuoli, dove i venne incaricato di costruire il cosi detto Ferro di cavnllo a Fontainebleau ; ma gli furono ben presto affidati lavori più importanti nei castelli d'Anet e di Meudon. Una delle più belle opere di Delorme fu la tomba dei Valois a Saint-Denis, che demolita a motivo della cattiva costruzione, si riconosce ora soltanto pei disegni intagliati da Marot.
      Caterina de' Medici lo impiegò nella formazione dei disegni pel palazzo delle Tuileries, in cui vuoisi che gli fosse associato Bullant ; ma benché si dicano mirabili cose della bellezza delle decorazioni ch'egli fece eseguire in quella regia dimora, poco ora ne rimane, pei tanti cambiamenti avvenuti, onde nulla se ne può dire, e resta soltanto all'autore il merito di avere immaginato uno de' più grandiosi edifizii della Francia.
      Quantunque Delorme fosse architetto molto abile, egli deve peraltro la sua più durevole fama al suo Trattato d'architettura, ricco di belle dottrine e di giudiziose osservazioni. La sua Nuova invenzione per ben fabbricare con poca spesa è anche osservabile pel metodo da lui trovato di sostituire alle grandi e spendiose armature di grossi legnami un sistema composto di curve di tavole commesse e collegate in modo da formare centine di qualsiasi curvatura, atte a sostenere il coperto degli edifizii. Questo metodo consiste nel formare le curve o centine con pezzi di tavole lunghi 1 metro o lm,30 e larghi 3 decimetri circa, commessi doppii e collegati alternativamente. Per dare la necessaria forza a queste curve, si collocano di coltello e colla base commessa in una piattaforma di legname stesa sui^.ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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