Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DE LUCA GIOVANNI BATTISTA - DEMADElui ci rimangono. Le varie sue opere a stampa sono le seguenti : Dieci orazioni dei santi Qrisostomo, Basilio, Gregorio Nazianzeno., con un'Epistola di san Basilio al Nazianzeno, tradotte dal greco (Venezia 1760), ristampate ad Imola (1832). Jacopo Morelli le giudicava t tali da uguagliarsi all'originale nella grandezza del verseggiare e fatte con iscelta bellissima di toscano stile » ; Gli Orti Esperidi e Cinque egloghe di G. Fontano tradotte in versi sciolti (Venezia 1761) assai lodati dal suddetto Gaspare Gozzi; Sonetti ed altri componimenti per l'Accademia Granellesca, pubblicati postumi da Giulio Trento nel tomo x di una Raccolta di operette di varii autori (Treviso 1795). Fra tutte queste poesie è tutto brio il così detto Campo dei beccamorti che portano Varcigranellone alla sepoltura. Altre poche poesie del De Luca trovatisi sparse in varie raccolte. Sermoni (Venezia 1818), ristampati nella Raccolta di poesie satiriche ecc. (Milano 1827). Questi sermoni, tutti indirizzati ad accademici gra-nelleschi, fecero rivivere il De Luca alla fama letteraria. Vincenzo Monti, in un articolo magistrale nella Biblioteca Italiana intorno ai sermoni d'Ippolito Pindemonte ed a quelli del De Luca, osservò come quest'ultimo, che più degli scherzi di Fiacco amava gli sdegni di Giovenale, non ha un solo fra i suoi diciassette sermoni, ove non sia ricchezza di bei modi, tutti alla foggia di Orazio e del Gozzi senza essere nè del Gozzi nè di Orazio. Lodando poi lo stile in generale, che è tutto oro, conchiudeva che se il milanese Zanoja formò epoca dopo il Gozzi, gl'ingegni robusti metteranno il De Luca immediatamente dopo lo Zanoja; e diremo bene senza tema d'ingannarci che il De Luca, andando per vita, non avrebbe ceduto ad alcuno, e che, corretta dagli anni quella soverchia sua foga ed abbagliati certi lumi troppo vivi, comune gli sarebbe col Gozzi la fama come la patria; Stanze ora pubblicale per la prima volta (Venezia 1832) : stavano inedite in un codicetto della Marciana, e furono pubblicate per le nozze Giustinian Doria. Natale dalle Laste e il Farsetti composero amendue bei veisi latini in lode del nostro letterato.
DE LUCA Giovanni Battista (biogr.). — Prelato italiano, nato a Venosa (nel reame di Napoli) nel 1614; morto a Roma il 5 febbrajo 1683. Apparteneva ad un'oscura famiglia e s'inalzò pe' suoi meriti alle più alte dignità della Chiesa. Ei fu referendario delle due segnature ed ud.tore di papa Innocenzo XI, che lo nominò cardinale il 1° settembre 1681. Prima di vestir l'abito ecclesiastico Luca era stato avvocato, e il sunto delle sue consulte e de' suoi lavori giuridici forma la sua grand'opera intitolata Theatrum veritatis etjustitice (Lione 1097, 7 voi., ristampati in molti luoghi). Questo vasto repertorio, che tratta non solo del diritto canonico, sì anche del diritto civile, gode d'una grande stima appo i giureconsulti romani. De Luca scrisse inoltre : De pluritate hominis legali et imitate plurimi formali (Napoli 1822); Concilium Tridentinum ex recensione J. Gallemarti et Ang. Barbosce cum notis cardinalis De Luca (Colonia 1664). Sotto il titolo d'Opera varia furono pubblicate in Lione (1697) varie altre opere di De Luca.
Vedi Tirabosclii, Storia della Ietterai, ital. (vm).
DE LUCA Ignazio (biogr.). — Geografo tedesco, nato a Vienna nel 1746, si applicò con molto zelo allo studio della legge e della statistica de' varii Stati dell'Impero germanico. Poiché ebbe professato per più anni la geografia e la storia nel Liceo di Lintz e nell'Università d'Innsbruck, tralasciò di correre l'arringo dell'insegnamento per attendere a lavori letterarii, tornò a Vienna nel 1784, rimase senza impiego fino al 1795, epoca in cui accettò la cattedra di statistica nel collegio Teresiano. Egli mori il dì 24 di aprile del 1798. Scrisse un numero grande di opere, tutte in tedesco, ma superficiali e poco esatte, e tra le altre: L'Austria dotta, o catalogo degli scrittori e degli artisti austriaci viventi (Lintz 1776, 2 voi. in-8°); Cognizione degli Stati austriaci (Vienna 1786, un voi. in-8°); Stato della città di Vienna sotto il regno dell'imperatore Giuseppe 11 (Lipsia 1787, in-8°); Lettere storiche e statistiche per la cognizione degli Stati dell'Austria (Vienna 1789-97, 2 voi. in-8°); Manuale geografico degli Stati austriaci (ivi 1790-92, 6 voi. in-8°) ; Codice politico (ivi 1789-95, 14 vol.in-8°) ; Lezioni sulla costituzione della monarchia austriaca (ivi 1792, in-8°); Codice della giustizia (ivi 1793-95,5 vol.in-8*); Esposizione delle leggi politiche della monarchia austriaca, in trenta quadri (ivi 1794, in-fol.); Cognizione pratica degli Stati dell'Europa (ivi 1796, in-8°) ; Frammenti di statistica (ivi 1797, in-8°); Epoche memorabili del regno di Francesco li, tomo primo (ivi 1798, in-8°). Tale volume è il solo che sia venuto in luce.
DELVAULXINA (min.). — Specie di fosfato di ferro.
DELVINO (geogr.). — Città della Turchia europea, nella provincia di Albania, con 2000 abitanti.
DELWIG (barone) Antonio Antonowitch (biogr.). — Celebre poeta lirico russo moderno, nacque nel 1798 a Mosca, ove fu educato nel Liceo con Puschkln (V.), e strinse amicizia con quel gran poeta. Da principio ei diè prova di poca inclinazione allo studio; ma la lettura di Klopstock, Schiller, Hòlty, in un con quella d'Orazio, lo invaghirono delle bellezze degli antichi e moderni poeti. Egli conosceva molto addentro tutti i poeti russi, in ispecie Derzawin. Nelle sue produzioni letterarie egli segui due indirizzi : imitazione dei classici antichi, con che arricchì la lingua russa di nuove forme poetiche ; ed imitazione della canzone popolare, nella quale fu specialmente fortunato. Dclwig morì nel 1831 a Pietroborgo, e lasciò idillii, canzoni, sonetti e romanze, distinti tutti per profondità di sentimento e poetica malinconia. Dopo la sua morte il suo amico Puschkin pubblicò altre sue poesie (Pietroborgo 1*32). I suoi Fiori nordici comparvero, sotto forma d'Almanacco delle Muse, dal 1825 al 1830, e della sua Gazzetta letteraria, incominciata nel 1830, furono pubblicati soltanto 72 numeri.
DEMADE (stor. ani.). — Oratore e demagogo ateniese, contemporaneo di Demostene. Secondo Suida, egli era originariamente marinajo ; secondo Proclo, pescivendolo. Parteggiò per Filippo nell'affare di Olinto, e fu largamente guiderdonato da quel re, che lo ricevette cortesemente quando cadde in sue mani dopo la battaglia di Cheronea. Fu uno dei principali autori della pace tra Filippo e Atene, conchiusa dopo quella vittoria. Quando Alessandro,
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