Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DEMBOWSKI EDOARDO — DEMETRIO I POLIORCETE
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nerale Gielgud e fece tutta la campagna della Lituania. Quando vide il suo capo risoluto a passare sul territorio prussiano, ricusò seguirlo e ricondusse tutta la sua divisione a Varsavia, traversando tutte le linee dei Russi. Il suo arrivo eccitò nella capitale un grande entusiasmo, e la Dieta dichiarò che Dembinski e i suoi compagni avevano bene meritato della patria. Ei fu tosto chiamato a surrogare Skrzynecki nel comando dell'esercito nazionale ; ma tentando impadronirsi della dittatura, perdò la sua popolarità e cadde, in capo ad alcuni giorni, dal potere.
Dopo la resa di Varsavia, il generale Dembinski si ricoverò in Prussia con gli avanzi del corpo di Bybinscki. Di là trasferissi in Francia, ove pubblicò i suoi Mémoires sur la campagne de Lithuanie (Strasborgo 1832). NelTistt sso tempo venne in luce a Lipsia un'opera in tedesco scritta sotto di lui, col titolo La mia campagna di Lituania ecc. Nel 1833 parti per l'Egitto, e rimase per qualche tempo al servizio di Mehemet Ali Reduce nel 1835 in Francia, si mostrò sempre fedele alla causa dell'indipendenza, ma stette lontano dai tentativi dei democratici polacchi.
Dopo la rivoluzione del febbrajo 1848, lasciò la Francia ed assistè ai congres- i slavi a Breslavia ed a Praga. Di là trasferissi in Uugheria, ed offri la sua spada al Governo magiaro miuacciato da Wiu-dischgràtz. Kossuth gli diede il comando in capo di tutte le truppe ; egli formò un nuovo piano di campagna, ma non potè ottenere l'obbedienza di Goer-gey, di cui il tardo arrivo cagionò la perdita della battaglia diKapolna (20-28 febbrajo 1849). Costretto a ritirarsi dietro la Theiss, Dembinski depose il comando nelle mani di Vetter, che lo trasmise a Goergey. Egli rimase due mesi a Debreczin, aju-tando co' suoi consigli il Governo rivoluzionai io, ed insistè sulla necessità di unire la causa dell'Ungheria a quella della Polonia, e proponeva una spedizione in Gallizia. 11 suo piano essendo stato rigettato, ricusò il comando dell'esercito ungherese del nord ; ma all'appressarsi dei Russi accettò le funzioni di quartier mastro generale sotto gli ordini di Mes-saros, chiamato al comando in capo in luogo di Goergey (2 luglio 1849). Ei diresse la ritirata dell'esercito verso Szegedin, ove il Governo erasi ricoverato. Vinto il 5 agosto a Szoereg, marciò su Temesvar, e sotto le mura di questa città diede senza successo un ultimo combattimento agli Austro-Russi. La demissione di Kossuth e la capitolazione di Goergey a Vilagos (13 agosto) l'impedirono di continuare la lotta disperata. Egli seguì sul territorio turco tutti i capi principali della rivoluzione, giunse a Vidino, indi a Scimmia, ed ottenne dall'ambasciata di Francia di essere naturalizzato francese. Dopo il 1850 visse nella ritiratezza a Parigi fino al termine di sua vita.
DEMBOWSKI Edoardo (biogr.). — Scrittore polacco, nato nel palatinato di Plock verso il 1810, pubblicò, nel 1844, un Compendio della storia della letteratura polacca, e collaborò in molti giornali politici e letterari!. Nel 184G prese parte attivissima ed energica nell'insurrezione di Cracovia, ed era membro della deputazione inviata dagli abitanti di questa città agli Austriaci per dar prova della loro innocenza,
ed impedire, se era possibile, gli eccidii della Gallizia ; ma i soldati austriaci scaricarono le loro armi su quell'inerme deputazione, e Dembowski fu ucciso dei primi, il 24 febbrajo del 1846.
DEM-EL-MUJA (patol.). — Malattia assai comune nell'Egitto e descritta da Prospero Alpino quale encefalite, mentre Pugnet la crede essere vera febbre intermittente perniciosa, curabile colla corteccia del Perù e con eccitanti a gran dosi.
DEMEMBRÉ o SMEMBRATO (arald.). — Voce blasonica indicante che le membra dell'animale effigiato sono tagliate dal corpo.
DEMENZA (patol). V. Follia.
DEMERARA (geogr.). V. Guiana inglese.
DEMETRA (1HMHTHP) (mitol.). — Nome greco di Cerere (V.).
DEMETRIANO. V. Detrlano (biogr.).
DEMETR1E FESTE (archeol). — Erano feste annuali che gli Ateniesi istituirono nell'anno 307 av. Cristo in onore di Demetrio Poliorcete, il quale, insieme con suo padre Antigono, fu consacrato col titolo di Nume Salvatore. Celebravansi ogni anno nel mese di munichione, il cui nome e quello del giorno in cui correva la festa furono cambiati in demvtrione e demetriade.
A viemaggiormente onorare il nuovo dio gli Ateniesi cambiarono nello stesso tempo il nome delle feste dionisie in quello di dometrie, godendo il giovine principe di sentirsi a paragonare a Dionisio ossia a Bacco. Le demetrie menzionate da Ateneo (mi, p. 530) sono probabilmente le dionisie. Rispetto alle altre stravaganti adulazioni con che gli Ateniesi piaggiarono Demetrio e Antigono, veggasi Ateneo (vi, p. 2.Y2).
DEMETRII (i falsi) (slor. mod.). — La storia della Russia ricorda varii impostori e sedicenti Dimitri o Diiuln (alterazione russa e greca moderna del nome Demetrio), che nel secolo xvn usurparono il potere per farsene scala al trono. Ma noi non diremo se non di quei due che levarono maggior rumore di sò (V. Demetrio o Dimitri Samozvanetz [biogr.]).
DEMETRIO (slor. aut.). — Due principi hanno regnato con questo nome in Macedonia, dopo lo smembramento dell'Impero di Alessandro.
DEMETRIO I, surnominato POLIORCETE (biogr.). — Figliuolo d'Antigono (uno dei succesojri di Alessandro il Grande) e di Stratonice, fu distinto col soprannome di Poliorcete, che significa espugnatore o piuttosto assediatore di città. Nacque, a quanto pare, intorno all'anno 334 av. Cristo, poiché Plutarco dice ch'egli era di anni ventidue quando fu sconfitto a Gaza da Tolomeo e Seleuco (312 av. Cristo). Ma riparò ben presto a un tale rovescio col riportare una compiuta vittoria su Cille, generale di Tolomeo. Nella divisione dell'Impero di Alessandro, seguita poco appresso, fu determinato di liberare la Grecia dal dominio di Cassai idro, impresa alla quale di buon grado Demetrio si accinse. Governava a quel tempo Atene, per Cassando», Demetrio Falereo, ch'erasi grandemente cattivata l'affezione del popolo ; ma quando Demetrio Poliorcete prese Municliio e offerse una forma di governo democratica agli Ateniesi (307 avanti Cristo), il discepolo di Teofrasto si reputò a gran ventura di dovere alla generosità del suo nemico di potersi rifuggire in sicurezza a
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