Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DEMIDOFF — DEMOcui aveva distrutto l'ingegno e il corpo. Impotente a qualunque lavoro, sarebbe morto allo spedale se la carità cittadina non lo avesse sostenuto. Una grave caduta, seguita da breve malattia, lo condusse al sepolcro. Fu tumulato a spese degli amici nel camposanto di Salviano, fuori di Livorno.
DEMIDOFF (geneal e biogr.). — Una delle più grandi e più antiche case commerciali di Mosca, pari per ricchezza, potenza ed importanza di credito ai Sina di Vienna, ai Bethmann di Francoforte, ai Baringdi Londra, agli Hope d'Amsterdam, ai Rothschild, ecc., esercita ancora al dì d'oggi una grande influenza sull'industria russa e la circolazione monetaria dell'Impero. Diamo qui l'elenco de' suoi membri principali nel loro ordine cronologico.
Nlklta, semplice fabbro di Tuia, stabilì a Ne-viansk (distretto di Jekaterinburgì, il 23 aprile 1099, la prima fonderia in ferro di tutta la Siberia, ove quest'industria è sì fiorente al dì d'oggi. Pietro il Grande lo nominò commissario imperiale, e fu sì soddisfatto di lui, che gli donò la fonderia e gli conferì la nobiltà.
Aklmfl, figlio del precedente, fece esplorare dai minatori tedeschi le ricche miniere d'oro, d'argento e di rame dell'Obi superiore e dell'Aitai, e rizzò, nel 1725, appiè del monte Magnete, la fonderia Nisch-neitagilsk, che è ancora al dì d'oggi la più importante di tutta la Siberia. Il Governo russo lo ricompensò col titolo di consigliere di Stato imperiale.
Basilio, fu nominato, nel 1741 , segretario del Senato, e dipoi consigliere di Stato del pari che Ivan Demidoff, il quale fu anche eletto, nel 1764, contrammiraglio.
Paolo Gregorlerite, nato a Revel nel 1738, morto a Pietroborgo nel 1826, viaggiò, nella sua gioventù, pei- tutta l'Europa, diede opera allo studio delle scienze naturali e fondò a Mosca un ricco gabinetto di storia naturale, di cui fece poi dono all'Università di questa città, ove istituì anche una cattedra di scienze naturali. La città di Jaroslaw gli va debitrice del Liceo Demidoff. Fgli era consigliere privato, membro delle principali società dotte d'Europa, e l'imperatore fece coniare in suo onore una medaglia.
Niccolò, nipote del precedente, nato nel 1774, morto nel 1828, entrò giovinetto nell'esercito e se-gnalossi, come ajutante di Potemkin, nella guerra contro i Turchi. Appresso sposò la contessa Stro-gonoif e fu nominato consigliere privato e ciambellano dell'imperatore. Il gusto delle belle arti e delle scienze gli fece intraprendere molti viaggi, e nel 1812 levò un reggimento a proprie spese. Possessore d'una ricca e celebre galleria di quadri, formò altresì un non men celebre gabinetto di storia naturale, di cui fece dono all'Università di Mosca, e compose alcuni opuscoli, raccolti e pubblicati sotto il titolo di Opuscules d'économie politique et privée (Parigi 1830).
Anatolio, figlio di Paolo, nato a Firenze nel 1812, morto a Parigi nel 1870. Visse quasi sempre in Francia ed in Italia Dopo il suo matrimonio con la figlia di Gerolamo Bonaparte, perdette per alcun tempo il favore dell'imperatore Niccolò, a motivo della deliberazione presa di educare la prole nella religione cattolica. Durante la guerra di Crimea, fumembro del Corpo diplomatico russo a Vienna. Come altri della sua Casa, spese egregie somme nel promuovere le arti belle e le lettere. La magnifica opera Voyage dans la Russie méridionale et la Crimée, par la Hongrie, la Valachie, scritta ed illustrata da lui, associato con scrittori ed artisti francesi, fu tradotta in parecchie lingue europee.
DEMIDOFFITE (minar.). — Varietà di crisocolla che accompagna la malachite, sotto forma di piccole incrostazioni mammellonari, nelle miniere di Tagilsk (Urali).
DEMIURGI (archeol.). — Vuoisi da alcuni grammatici che questi magistrati, il cui nome (^utouayo*, da ovjy.'.o;. pubblico, ed *pyov, opera) accenna il servizi che prestavano al popolo, fossero peculiari agli Stati dorici; ma ciò forse asserirono senz'altro fondamento che la forma dorica della parola iautoopyot. Miiller (Dorii, ii) nota all'incontro che non erano rari nel Peloponneso, mentre non s'incontrano spesso negli Stati dorici. Esistevano presso gli Elei e Mantinei, fra i quali pare che formassero il supremo magistrato, da noi detto potere esecutivo (Tucid., v, 47). Troviamo pure menzione di demiurgi nella lega achea, dove probabilmente venivano dopo gli strategi, e proponevano le questioni da votarsi nella generale assemblea de' confederati (T. Liv., xxxh, 22 ; xxxvm, 30). I Corinti mandavano rpidemiurgi, ossiano demiurgi superiori, al governo della loro colonia di Potidea (Tucid., i, 56).
DEMIURGO (mitol.). — Denominazione formata di due parole greche, pubblico, ed Épyov, opera,
e data nella mitologia dei filosofi della Grecia ad uno degli Eoni (V.) imp:egati dalla Divinità suprema nella creazione del mondo. Si dice di lui che pretendesse al dominio del nuovo mondo da lui formato, e totalmente escludesse la suprema divinità da ogni parte nel suo governo.
DEMMIN [geogr.). — Città della Prussia, nel governo di Stettino, sulla Peene, che 11 presso riceve il Trebel e la Tollense, con 9856 abitanti, e grandi manifatture di lana, birra, distillerie, ecc.
DEMO (archeol,). — La parola che originariamente indicava presso i Greci un distretto o tratto di terra, venne poscia applicata alla popolazione in esso stabilita, e finalmente passò ad essere la denominazione di quelle corporazioni politiche che noi chiamiamo comuni. Ristringendoci a parlare specialmente dei demi del contado dell'Attica, accenneremo anzitutto che qualunque incertezza regni intorno all'origine delle quattro tribù di quel paese ed alla loro natura prima dei tempi di distene (V.), le alterazioni da costui introdotte per diminuire il potere dell'aristocrazia non lasciano luogo ad alcuna dubbiezza. Egli annientò le quattro tribù primitive, e in vece loro sostituì dieci tribù locali (cpuAat tomxat) portanti il nome di un eroe dell'Attica, ciascuna delle quali fu da principio suddivisa in dieci demi. Tutti i cittadini residenti nell'Attica ei-ano inscritti nei ruoli di alcuno di questi demi, tranne forse quelli che erano nativi della stessa Atene. E da notarsi però che ai tempi di Strabone i demi non erano più ristretti a 100, ma se ne contavano 174, probabilmente a cagione di nuove erezioni di comuni o di ripartizioni di territorio fatte dopo l'opera di distene.
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