Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEMODOCO — DEMOLIZIONEimmagini di forma umana. Quanto alla filosofia morale, diceva non aversi a cercare altro che uno stato allegro di mente (eue, eufonia). È noto com'egli ridesse continuamente delle follie degli uomini, dond'ebbe il nome di filosofo ridente, in opposizione ad Eraclito, o filosofo piangente.
      In Diogene Laerzio (ix, 46-49) si ha un indice dei moltissimi scritti di Democrito divisi in cinque categorie principali, cioè, etica, fisica, matematiche, letteratura ed arti, e nella Bibliotheca grceea del Fabricio sono anche accennate le opere erroneamente attribuitegli, e le ragioni per cui sono credute spurie. Fra queste sono gli scritti sulla magia, che Plinio (Stor. nat., xxx, 1 ) considera come autentici.
      Vedi : Magenus, Democritus reviviscens, sive vita et philosophia Democriti (Pavia 1636) — Espinoza y Malo, Vidas de los filosofos Democrito y Heraclito (Zarag. 1676) — Andreas Nercopensis, Dissertatio de vjtaxM Democriti (Upsala 1681) — Burchard, Commentano critica de Democriti Abderitce desensibus philosophia (Mind. 1830).
      DEMODOCO (biogr.). — Il celebre bardo dell'Odissea, il quale, secondo l'usanza dei tempi eroici, rallegrava gli ospiti del re Alcinoo durante il banchetto, cantando le geste dei Greci a Troja, gli amori di Marte e Afrodite e la storia del cavallo di legno (Od., vm, 62, ecc.). Ei fece avvisato altresì Agamennone a custodir Clitennestra e ad esporre Egisto in un'isola deserta. Eustazio dice ch'egli era un Lacone, che guadagnò il premio ai giuochi pizii, e tenne poi dietro ad Agamennone a Micene. Scrittori posteriori, considerando questo mitico menestrello come un personaggio storico, lo descrivono come un vecchio e cieco cantor di Corcira, autore d'un poema sulla distruzione di Troja ( 'l/a'ou vófams) e Bui maritaggio di Vulcano e di Afrodite (Plut., De Mus., 3; Eudoc., p. 407; Foz., Btbl, p. 152). Plutarco (De flum., 18) cita persino il primo libro di un poema epico sulle geste di Eracle ('HpaxXeia).Ma tutte queste relazioni sono favolose.
      DEMOGORGONE (mitol).— Misteriosa divinità degli antichi, di cui l'origine, gli attributi e la storia sono involti in grande oscurità. Il Boccaccio (Genealogia degli Dei), sull'autorità di Teodonzio, ce lo rappresenta come un vecchio pallido, macilento, coperto di musco, che teneva sua stanza nelle viscere della terra in compagnia dell'eternità e del caos. Consi-deravasi come generato da niuno e padre di tutte le cose, credenza che ebbe principio dagli antichissimi rustici d'Arcadia, i quali veggendo la terra produrre da sè le selve e gli arboscelli, nudrir tutti gli animali, vomitar fiamme, mandar venti e ruggiti dalle sue cavità, alimentare le varie correnti, e finalmente inghiottire tutte le cose che muojono, s'indussero a credere ch'ella fosse sede di qualche essere spaventevole ed onnipotente, e immaginarono il Demogorgone, che significa genio terribile, o, secondo altri, abitante della terra, componendosi di Sa^wv, demone o genio, e Yopyóc, terribile, o Yeojpyó;, cultore o abitante della terra. Narravano che, annojato della solitudine sotterranea, si costrusse una piccola palla, su cui s'assise, e levatosi in aria girasse attorno a tutta la terra e formasse per tal modo il cielo. Davangli a figliuoli la Discordia, Pane, le tre Parche e l'Èrebo. Altri vogliono ch'egli fosse un mago digran potere. Comunque sia, egli è certo che era piuttosto oggetto di terrore che di culto ; e infatti non osavasi profferirne il nome, e solo i maghi se ne ser» vivano nelle loro esorcizzazioni allorché l'arte loro da sè non bastava a produrre gli effetti che se ne aspettavano.
      DEMOGRAFIA (sciens. soc.). — Quella parte della statistica che si riferisce alla Popolazione, cioè alle Nascite, ai Matrimonii, alle Morti, ed ai fenomeni 8econdarii relativi a questi varii capi ( V. gli accennati vocaboli e Statistica).
      DEM01VRE Abramo (biogr.). — Illustre matematico, nato a Vitry nella Sciampagna l'anno 1667, e per la revoca dell'editto di Nantes costretto ad abbandonare la Francia e a rifuggirsi in Inghilterra. Aveva cominciato i suoi studii matematici in patria e li perfezionò a Londra, dandovisi con molto ardore dopo che ebbe veduto i Principii di Newton. Presto fu considerato come uno dei primi matematici e fu accolto nella Società Beale di Londra, quindi nelle Accademie di Berlino e di Parigi. Il suo merito era così stabilito presso la Società Reale, ch'e6sa lo scelse a decidere la famosa quistione fra Newton e Leibniz intorno all'invenzione del metodo delle flussioni. Egli mori a Londra nel 1754, e le Transazioni filosofiche di quella metropoli contengono parecchie delle sue Memorie, tutte interessanti. Pubblicò pure alcune opere eccellenti, quali sono : il Trattalo sulle annualità (Annuities on lives ; 1724,in-8°) ; Miscellanea analytica de seriebus et quadraturis (1730, in-4°) ; e la Dottrina della probabilità (Doctrine of chances ecc.), opera venuta alla luce per la prima volta nel 1718, in-4°, e dedicata a Newton, ristampata poscia con molte aggiunte e variazioni nel 1738. I molti calcoli fatti da questo matematico sulle probabilità lo indussero a formare Yipotesi cui è rimasto il suo nome, che « di ottantasei persone che nascono, ne muore una ogni anno, cosicché in ottantasei anni sono tutte estinte ». Quindi Demoivre chiamava complemento della vita ciò che mancava ad ogni individuo per toccare l'età di ottantasei anni.
      DEMOLIZIONE (archit.). — Demolire è atterrare un edifizio qualunque. Una demolizione può aver luogo per diversi motivi: 1° quando l'edifizio è guasto, insufficiente, pericoloso o inutile ; 2° quando impedisce nuove costruzioni. Si demoliscono gli edifizii coperti cominciando naturalmente dal tetto, e si fa discendere la copertura in varii modi, secondo la sua qualità ; le tegole, assicelle, ardesie e simili, che sono le coperture più comuni, si fanno discendere per canali a piano inclinato appoggiati all'orlo del tetto ed al suolo, e si mette paglia od altra materia soffice nel luogo ove cadono i materiali per impedire l'effetto della velocità acquistata nella caduta, e conservarli possibilmente interi. Quindi si toglie Tannatura del tetto osservando maggiore o minore diligenza nel disgiungere i legami secondo la loro importanza. Ciò fatto, se l'edifizio non è a vòlta, si disfà il primo solajo e si procede all'abbattimento dei muri fino all'altro soffitto, e così di seguito fino al suolo. Ma la maggiore difficoltà nelle demolizioni s'incontra allorché trattasi di edifizii a vòlta e che non sono isolati in modo da poterli far cadere ad un tratto o con mine a polvere o coll'in-debolire i punti di appoggio sostenendoli intanto con
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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