Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
278 DEMOLIZIONEriuscite; ripartire questa carica in un certo numero di mucchi comunicanti per forti Bementelle, e da ultimo otturare fortemente le uscite e le estremità.
Trattandosi di voler demolire una torre, se questa avrà metri 6 o più di diametro interno, si seguirà la disposizione della fig. 10, ponendo i fornelli un po' più vicini alla parete interna che all'esterna. Se non avrà più di metri 4 a 5 di diametro interno (Tavola CCXXXI, fig. 1), si scaverà un pozzo nel suo centro sino al di sotto delle fondamenta, vi si porrà un fornello carico, come se la linea di minor resistenza fosse compresa tra il suo centro ed il piede esterno del muro, poi si puntellerà contro il muro della vòlta. Allorché l'acqua impedisce quest'operazione, o quando la torre è forata da feritoje, pongonsi le polveri sul pavimento in un cofano fortissimo e puntellato da ogni parte contro i muri. Se la torre è quadrata ed ha varii piani, si potranno disporre fornelli ai quattro angoli del piano terreno, riempiendo di terra tutto il primo piano.
Se avrassi a demolire un ponte, seguirannosi diversi procedimenti secondo la loro d versa natura. Se le pile saranno di pietra e grosse da metri 1,30 a metri 1,60 (fig. 2), in una di esse si praticano fornelli di 50 a 60 chilogrammi, e se ne dispongono acconciamente i fuochi, sicché lo scoppio loro sia contemporaneo, valendosi di salsiccie da mina poste sopra una tavola sostenuta da ramponi. Se la pila avrà metri 2 a" 3 di grossezza (fig. 3), i fornelli debbono essere caricati con 150 a 200 chilogrammi di polvere. In difetto di tempo basterà scavare, nella direzione della chiave della vòlta, uua trincea di metri 0,50 di profondità, e riporvi 150 a 200 chilogrammi di polvere. Con questo processo si ruppero vòlte a tutto sesto di metri 8 di diametro e di metri 1,30 di grossezza alla chiave. Si può ancora scavare nel mezzo dell'arco una trincea in croce sino al dosso esterno, e porre in ciascun braccio chilogrammi 76 di polvere per una vòlta che abbia 1 metro di grossezza, poi si cuopre questa polvere con tavoloni coperti di terra (fig. 4). Si può ancora sospendere al di sotto dell'arco un albio pieno di polvere, o anche semplici barili, o finalmente ripartire la polvere in mucchi sopra la vòlta (tre mucchi di chilogr. 100 ciascuno), e saranno possenti a far crepare una vòlta di metri 2 di grossezza alla chiave. Avendosi poi poca polvere, si scaveranno due pozzi nella direzione dei fianchi sino al dosso esterno dell'arco (fig. 5), e al fondo dell'uno di essi si porranno due a tre fornelli almeno, di 12 a 15 chilogr. ciascuno, poi si copriranno di legno e terra con sopra le pietre scavate.
Tutti i ponti in legno si fanno saltare sospendendo barili di polvere sotto qualcuna delle loro travate. Trenta chilogr. di polvere entro una cassa di piombo posta al fondo di un fiume di m. 2,30 di profondità sotto un ponte di cavalietti, ne rimossero 'tre travate. Questa quantità di polvere posta sul ponte ispezzò un solo cavalletto senza impedire il passo. Se la carica di polvere è di 100 chilogrammi, posta sul ponte, basterà a dStruggerlo ; se sarà minore, tornerà più sicuro il collocarla sotto la travatura di esso.
I ponti in legno si distruggono ancora col demolirli semplicemente o col bruciarli. Avendosi il tempo di demolirli, se ne schiodano le tavole, se ne sconnettono le traverse, ecc., onde poterle al bisogno levar prontamente. Tutto il legname vuol essere bruciato o nascosto, sicché il nemico, giungendo, non possa giovarsene. Il miglior modo di bruciare un ponte è d'incatramarlo, di caricarlo e invilupparlo tutto di fascine e di legno secco incatramato. In molti casi può bastare di ardere la travatura che trovasi dalla parte del nemico, o di accendere almeno alcune cataste di legno raccolto sul tavolato per arrestarne la marcia. Un ponte di barche si cola a fondo forandole nella più bassa loro parte con trivelle o a colpi di scure. Se ne tagliano le corde, e se ne getta in acqua una parte del tavolato. Caviglie coniche e sporgenti, infisse prima nel fondo delle barche, servono a colar prontamente il ponte col toglierle via.
Per far saltare questa maniera di ponti, si pongono barili di polvere, o bombe, o granate al di sotto * del tavolato, e vi si mette il fuoco con salsicce da mina, stopiglie, sementelle e simili.
Romponsi i ponti di battelli del nemico col mandarvi contro pesanti macchine galleggianti per distruggerli coll'urto o per gettarvi sopra il fuoco. Le zattere di cui si fa uso per trascinare questi ponti sono composte di uno o di due strati d'alberi; dal loro mezzo sorge un albero fortemente puntellato e tanto alto da non poter passare sotto il ponte. Le grandi barche destinate allo stesso effetto si caricano di tutto il peso che consente la loro forma e la profondità del fiume. Quanto alle macchine che s'impiegano per far saltare in aria i detti ponti, esse consistono in brulotti muniti di quantità sufficiente di granate, le quali scoppiando successivamente, impediscono al nemico di avvicinarsi per rattenerli ; ovvero sono barili fulminanti o casse incatramate, ripiene di polvere, che sporgono pochissimo fuori dell'acqua, ed hanno una leva adattata ad un ingegno per mettere il fuoco alla polvere al momento in cui urtano qualche parte del ponte. Tali macchine debbono lanciarsi in tempo di notte ed in gran numero ad una volta e guidarsi il più che si possa in prossimità del ponte prima di abbandonarle alla corrente, onde avere maggior probabilità di successo.
Volendo demolire gallerie di mine, casematte o simili, si disporranno petardi nei piedritti delle gallerie, regolando convenientemente la lunghezza delle salsicce per farli giuocare quattro per volta. Si potrà in altro modo operare, stabilendo fornelli dietro i piedritti, caricandoli con 5 a 6 chilogr., regolandone l'accensione come sopra, riempiendo di terra i fori praticati, poi puntellarli contro l'opposto piedritto (Tav. CCXXXI, figg. 6 e 7).
In egual modo si procede per demolire androni, casematte e simili.
Se avrannosi a demolire magazzini di polvere, si stabilirà una serie di fornelli nei loro piedritti e nei muri di comignolo per maniera che i loro effetti s'incrocino alquanto. Se il tempo stringe, basta ammucchiar polvere sul pavimento del magazzino ; si puntellano le porte, si dà fuoco con una salsiccia da mina. In questi casi bisogna calcolare quanti fornelli
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