Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      Oltre di questi pronomi, ha il demotico alcuni suffissi pronominali che contengono la pura radice dei pronomi, e sono di grande importanza nella formazione di tutti i pronomi e nella conjugazione dei yerbi.
      Tavola dei suffissi pronominali.
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      Aggiungendo a questi suffissi la sillabanti/ otteniamo una lista di pronomi che rappresentano il genitivo, come enti, di me, entak, di te, e così dicendo. Se invece aggiungi la preposizione n si ha il dativo, ni, nek, nev, ecc., a me, a te, a lui. I medesimi suffissi uniti al verbo, come nelle lingue semitiche, esprimono l'oggetto. In questo caso alcuni fanno qualche piccola mutazione, cioè quello di prima persona singolare che oltre i fa pure t ; la prima del plurale che fa en ed an; la seconda ien e tan. Vi hanno inoltre delle forme demotiche precedute da un t, come ti, tele, tei, tev, tes, ien, tetm, tetou, che si mettono dopo alcuni verbi. I medesimi affissi servono di pronomi possessivi aggiunti ai nomi. Così ran-i, il nome mio, het-ti, il cuor mio. Combinando le diverse forme dell'articolo determinato coi pronomi primitivi affissi, si ottiene una nuova classe di possessivi che si collocano avanti i nomi. Questa maniera di possessivi è più in uso nel demotico che nella lingua sacra ; perciò da questo canto di nuovo si avvicina più al copto. Tali sono, per esempio, i pronomi pa, pek, pai, pav, pas, ecc., il di me, il di te, il di lui, il di lei, ecc. 11 pronome relativo è ent, n, ed ate, che rispondono nel copto ad ent, et, e. Questo unito all'articolo determinato, dà luogo ad un pronome relativo determinato, pent, tent, nent, oppure pa at, ta at, na at, che significano: colui il quale, colei la quale, coloro i quali. Ha inoltre il demotico una serie di pronomi vaghi 0 indefiniti, che sono: 10 new, niw, ogni, tutto, in copto nibi; 2° sep, reliqui, in copto sepi; 3° la figura di un uomo assiso, nel significato di alcuno, che in copto si pronunzia ouoti; 4° l'unione di questo col primo dà luogo a quello che risponde all'otto» niben del copto; 5°le due forme dell'articolo indeterminato nel senso di : l'uno... l'altro, colla pronunzia di oua... oua, che risponde al copto oua, ouai; 6° il pronome ment che risponde al-J'ó òsTvot dei Greci ; 7° £a}he, per alius, come il coptoice se, affine al que dei Latini, xal dei Greci ; e sotto altra forma keta, ka-t kat per il mascolino, kat-t pel femminino, che rispondono al ket copto. Ha pure il dialetto popolare aggettivi derivati dai verbi (come il copto) colla particella av, come av-anch vivente, pei mascolini, as, come as-aw pura, pei femminili. Il demotico poi ha in comune colla lingua sacra e colla copta questa particolarità, che i diversi gradi di paragone non si possono esprimere con parole proprie, come fa l'italiano coi vocaboli più, meno. Esso invece adopera certe disposizioni della frase, come si può vedere dai seguenti esempi : « U primo dei primi, l'ultimo degli ultimi ; il primo dei grandi ; tu, 0 Dio, Aah (luna) il grande delle stelle ; il Dio grande grande (grandissimo) ». Resta ora la parte più importante, il verbo. Nel demotico il verbo sostantivo si confonde col pronome dimostrativo: poti, tou, naou. Soventi però è sottinteso ; esempio : « Schiuma di luna, una pietra bianca ». Talora si pone in luogo di pou la parola aou, che corrisponde all'cm geroglifico, pd all'd copto. Vi ha pure un verbo oun che risponde all'otton copto. Finalmente chepi che risponde a schiopi. I verbi attributivi si partono 1° in primitivi, dei quali, come nel copto, alcuni raddoppiano la sillaba radicale, come sep-sep, allettare, ket-ket, tagliare ; 2° in derivati per mezzo delle sillabe ta, ev; e più di rado per mezzo di se, che risponde alla s dei geroglifici prefissa alla radice ; così ia-ai, far crescere, er-chepi, far essere, generare, se-rat, piantare ; 3° in composti : a) o per mezzo di nomi, come ta-ma, facere veritatem, giustificare, b) di aggettivo, come er-nover, essere utile, c) di verbo e preposizione, come ta-en-choun, introdurre, ta-en-chri, vendere, ta-en-her, proteggere, ta-en-wol, vendere, petet-em-en-sa, perseguitare. La conjugazione del verbo demotico si fa in due modi : 0 con la semplice addizione dei pronomi personali semplici, che fanno distinguere pe rsona, numero e genere ; 0 pel mezzo di alcuni verbi sostantivi, che per la conjugazione servono di ausiliari. Il presente si forma per l'addizione dei suffissi, t, k, t, v, s, en, ten, ou. Pure siccome questo tempo ha anche il valore di aoristo e di perfetto, pare che il nome di presente sia improprio e debba usarsi quello adoperato da Schwartze pel corrispondente copto, cioè, perfetto ed aoristo dell'indicativo. Il perfetto, 0, come lo chiama Brugsch, perfetto-aoristo-presente, si forma mediante il verbo ausiliare a (essere) seguito dai pronomi semplici ; così av-ti, egli ha dato. 11 piucchè-perfetto-imperfetto è formato dalla particella e» e dal tempo presente ; così en-ia-i, io dava od aveva dato. Nel copto invece i segni dei pronomi semplici si pongono tra la caratteristica ne ed il verbo: così in luogo di en-tai-ì, si dice ne-ai-ti. Il futuro ha tre forme, l'una colla particella ta seguita da suffissi che si prepone alla radice, come ta-i-as, invocherò, invocherai. Una seconda forma si trova coi suffissi aggiunti alla lettera a (essere) seguiti dalla radice; così: ai-n-ta, ak-n-ta, che risponde al modo di dire : io sono per parlare, tu sei per parlai e. Finalmente avvene una terza in «a (che è il verbo venire) seguito da suffissi preposto alla radice, così: en-ita, io parlerò, come il francese.;* vais parler. Secondo la grammatica di Schwartze si trovano pure le tre forme nel copto, 1° colla caratte-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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Tvot Greci Latini Greci Dio Aah Dio Schwartze Brugsch Schwartze