Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEMOTICO SISTEMA DI SCRITTURAappartengono alla categoria dei contratti; ed i più preziosi si trovano al Museo di Torino. La seconda epoca è la più perfetta, quando la scrittura ha una forma netta e particolare. I manoscritti sono facili a decifiarsi, salvo alcuni segni idrografici, e consistono in contratti di vendita, di compra, di conti e di quitanze. Alcuni decreti o proschinenii sulle pioti e mostranolo stile lapidario. Abbraccia il regno de' To-lomei, ed ha monumenti sparsi in tutti i musei d'Europa, che per lo più derivano dalle tombe della Te-baide. La terza ed ultima epoca è quella del governo romano. La scrittura è molto sottile ed elegante, i caratteri slanciati e tutto il manoscritto offre l'aspetto di una scrittura corsiva. La grammatica è tanto vicina alla copta, che non se ne distingue quasi. I contratti sono rari, ma diventano più frequenti le iscrizioni funerarie, le dedicatorie, gli squarci gnostici, ed anche estratti del libro dei morti tradotti in demotico. Grande quantità di tali monumenti si trova nei musei di Parigi, di Leida, di Londra e di Berlino. Nel Museo di Leida il signor Brugsch scoperse un papiro che contiene un testo religioso e magico, e quantunque di data recentissima, affetta un arcaismo di scrittura.
      La storia delle ricerche sul demotico non conta ancora molti anni; ma non è per questo meno importante per l'ajuto che porse al deciframento della scrittura geroglifica fatto da Young e da Cliam-pollion il giovane. La pietra di Rosetta colla sua triplice iscrizione geroglifica, demotica e greca destò bentosto l'attenzione dei più distinti filologi. 11 barone Silvestro de Sacy fu il primo che con un acutissimo paragone servendosi dell'egiziano moderno, ossia del copto, giunse a stabilire il significato di più gruppi demotici. Nella sua lettera a Chaptal (Parigi 1802) dimostrò i gruppi che in demotico dovevano rispondere ai nomi proprii del testo greco riToXsaa?o;, Hepevixii, 'AXi^avSpo?, ecc. A lui succedette nel difficile arringo lo svedese Akerblad. Questi stabili pel primo un vero alfabeto demotico che applicò rigorosamente a qualche parola del testo intermediario del decreto di Rosetta, ponendovi a lato il copto. Yedi questo esimio lavoro nell'opera che ha per titolo: Lettre sur Vinscription éyyptienne de Rosette, adressée au citoyen Silvestre de Sacy (Parigi 1802). Questi due dotti si accordavano di considerare il demotico come puro alfabetico. L'inglese Young concepì alcuni dubbii su questa opinione, ed aggiunse ai segni alfabetici, che contenevano il suo sistema, anche un certo numero di caratteri simbolici. Egli era giunto a questo risultato per mezzo di un paragone affatto matematico delle parole del testo greco colle corrispondenti del testo egiziano, e così giunse a dare una traduzione congetturale ed interlineare di varii testi demotici che si trovano nella sua opera, Hiero-glyphics collected by the Egyptian Society (Londra 1823). Gli ultimi risultati di questo dotto inglese, che per dire il vero cangiava spesso di sistema, si trovano nell'altra opera, liudiments ofan Egyptian Dictionary in the ancient enchorial character. Anche Chanipollion il giovane si occupava del demotico. Ma la maggior parte de' suoi lavori intorno a questo argomento non sono che manoscritti ; appena qualche passo staccato se ne trova nel Précis.
      Nella sua opera postuma, La Grammatica egizia, non vi sono che due o tre luoghi dove l'illustre autore dà la spiegazione di alcune parole demotiche. Ma oltre la tavola di Rosetta, un papiro greco recato in Europa dal cavaliere Grey fornì un altro fonte alle ricerche su questo genere di scrittura. È questa la copia di un contratto di vendita, il cui testo originale demotico si trovò in due scritti indirizzati ciascuno a duo fratelli da un terzo che loro cede certi diritti di proprietà funerarie. L'uno di questi fu trovato dal signor Young in un rotolo di papiro conservato a Parigi, l'altio da un dotto tedesco, il signor Kosegarten, nella collezione dei documenti demotici a Berlino. Si possono consultare le due operette di questo valente tedesco, l'una cho ha per titolo : Bemerkungen iiber den (igyptischeii Text ecc. (Greifswald 1824); l'altra : De prisca jJ'Jgy-ptiorum litteratura commentatio ecc. (Weimar 1828), nelle quali ha già chiaramente determinato il valore di qualche forma isolata. Quindi lo studio del demotico progrediva sempre più per mezzo di un papiro gnostico (del Museo di Leida) che contiene trascrizioni interlineari in greco. Il signor Reuvens fu il primo a farlo conoscere nella sua opera che ha per titolo: Lettres à M. Letronne sur lespapirus bilin-gues ecc. Il papiro fu poi pubblicato dal detto direttore del Museo di Leida, il signor Leemans. Nel 1833 la grammatica demotica si arricchiva di una dotta dissertazione del signor Hincks di Dublino, The enchorial languages of Egypt. Se non che anche il celebre accademico Saulcy, già noto per lo studio di altre antiche iscrizioni, rivolse la sua attenzione al demotico. Frutto de' suoi laboriosi studii in questo genere è l'opera che ha per titolo : Analyse grammaticale du texte démotique ecc. (Paris 1845). Ma chi inalzò lo studio del demotico ad un'altezza che non era stata prima nemmeno sospettata, fu l'egregio giovane Enrico Brugsch, che a questo studio principalmente deve la meritata sua fama. Egli sedeva ancora come studente sui bauchi dell'Università di Berlino, che già pubblicava uno schizzo di grammatica : Scriptura JEgyptiorum demotica ecc. (Berolini 1848). D'allora in poi perfezionando i suoi studii in tutti i musei d'PJuropa, fu in grado di pubblicare una lunga serie di operette più o meno importanti sopra la lingua demotica. Basti citare la scoperta del rotolo del papiro demotico di Berlino, del quale trovava in gran parte la copia greca a Parigi; e finalmente come lavoro unico in questo genere la sua Grammaire démotique (Berlin 1855).
      È noto che il demotico tiene una posizione intermedia tra il dialetto sacro espresso nei geroglifici e la lingua egizia moderna, rappresentata graficamente per mezzo di un misto di lettere greche e di segni demotici alfabetici. Quindi esso acquista maggior importanza ; poiché solo per mezzo del demotico si possono spiegare alcune anomalie tra la lingua sacra ed il copto. Molti nomi proprii demotici sono trascritti in greco secondo la pronunzia degli antichi Egiziani a quel tempo, i quali, paragonati alla pronunzia dei dialetti copti, possono rischiarare i principii del fonetismo copto. Lo studio delle trascrizioni greche di parole demotiche ha dato la certezza che la differenza di trascrizione della medesima parola ci sforza ad ammettere una diversità
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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