Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEMOTICO SISTEMA DI SCRITTURA
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      di dialetti che esisteva certamente al tempo de' To-lomei, e forse rimonta fino all'origine della scrittura demotica. In generale si crede che questa varietà si ridncesse ai due dialetti parlati nelle due contrade dell'Egitto, il menfitico ed il tebano; il primo nel basso Egitto, l'altro nell'Egitto superiore. Nella dissertazione del signor Brugsch, De natura et indole lingua popularis ecc., si trovano varii esempi in prova di questa asserzione. Qui basti accennare che i Tebani, come si ricava dalle trascrizioni, pronunziavano il vocabolo che significa sole pre, mentre i Mentiti lo chiamavano plirè; nello stesso modo che Vulcano è detto Ptah dai primi, e Phtah dai secondi. Tuttavia è singolare che questa doppia pronunzia non ci apparisca che dalle trascrizioni greche, o non ve ne sia il menomo vestigio nel demotico. Ciò rende probabile la congettura che, malgrado lo svolgimento del doppio dialetto, il tebano e il menfitieo, la scrittura della lingua volgare conservasse in ogni tempo e luogo l'antica lingua volgare quale esisteva al tempo della formazione della scrittura, e forse anche prima. In una parola, si cangiasse la pronunzia e si conservasse identica la scrittura, come ha fatto il francese della lingua latina. Questa particolarità si scorge ancor meglio nelle vocali, che nella scrittura demotica si riducono unicamente a tre articolazioni, cioè A, I, U, mentre che lo studio delle trascrizioni greche ci porge la prova evidente che nella lingua viva tutte queste modificazioni e gradazioni di suono già esistevano come nel copto, quantunque non fossero espresse. Perciò quando si formò l'alfabeto copto e s'introdusse nei libri la trasformazione della scrittura, dovette produrre grande confusione. Come dunque stabilire tutto ad un tratto colle 24 lettere greche aumentate di qualche carattere tolto dall'antica scrittura, un nuovo modo di scrivere, i cui principii fossero da tutti riconosciuti? Tanto più che i riformatori non potevano essere che preti e monaci poco eruditi. Questo ci dà la ragione delle grandi differenze che vi sono nei manoscritti copti, specialmente per le vocali. Il signor Schwartze diede alcuni principii ai quali si riducono queste confusioni di lingua; ma questi sono così numerosi, che non possono adoperarsi come regole generali. 11 cangiamento delle due scritture fu troppo rapido, e così poco regolato da una convenzione generale, che quasi ogni distretto aveva il suo modo particolare e le sue variazioni dialettiche. Così, mentre nel corso del tempo il demotico conservava sempre l'antica ortografia, la scrittura copta esprimeva separatamente ciascun dialetto. Laonde il demotico non può appartenere alla classe di quelle scritture alle quali si applica la nota regola: « scrivi come parli ». Quando il tempo non potè più cangiare l'antico sistema, era naturale che questo genere di scrittura divenisse l'oggetto di studii profondi. Quindi è lecito di pensare che non tutti in Egitto fossero capaci di esprimere i loro pensieri con caratteri antichi così complicati ; poiché si doveva conoscere l'antico idioma volgare, ciò che non era possibile che agli eruditi, come il dice Clemente Alessandrino negli Stromat*. E questi sono quelli che nelle iscrizioni geroglifiche o ieratiche portavano il titolo di Scriba.
      L'oggetto della letteratura demotica non è già
      una collezione d'opere che pel loro contenuto e per la loro composizione letteraria possano destare la curiosità dei dotti. Anzi non vi ha uno scritto, un documento che sia degno di richiamare l'attenzione dal canto letterario. Quindi il vocabolo letteratura non è qui usato che per indicare l'insieme dei monumenti composti in caratteri demotici e nella lingua volgare. 11 numero di questi avanzi tramandatici da un'alta antichità non è molto grande nè per la loro estensione, nè pel loro contenuto, quantunque la quantità di questi documenti autentici in iscrittura corsiva degli Egiziani superi quella dei documenti grafici analoghi di tutti i popoli dell'antichità. Questi preziosi resti si classificano in questo modo:
      A. Monumenti pubblici in pietra.
      Daremo come esempio più conosciuto il decreto di Rosetta, che contiene un testo demotico in caratteri lapidarli in trentadue linee, e i due decreti di Philae.
      B. Iscrizioni dedicatorie in pietra.
      Queste iscrizioni proschinemi (7rpo<;xuvv>aerea) rinchiudono ben sovente una materia bene sviluppata, come quelle che si trovarono nella via di Qosseir e nell'isola di Phila?, dove sono compilate brevemente ed in istile veramente lapidario. Queste si trovano spesso sulle pietre votive, statuette conse-crate come testimonio di riconoscenza a qualche propizia divinità. Gran numero di questi monumenti si trovano nelle iscrizioni di Berlino, di Parigi, di Torino ed altrove.
      C. Contratti di compra e vendita su papiri.
      Il numero di questi papiri in quasi tutti i musei egizii di Europa è considerevole. Il Museo di Berlino ne possiede più di venti, che datano tutti da diverse epoche dei regni dei Tolomei in Egitto. I più antichi si trovano al nostro Museo di Torino. È probabile che tutti questi documenti, salvo alcuni papiri trovati nella necropoli di Menti, derivino da una sola catacomba posta nei dintorni di Tebe.
      D. Quitanze ed enumerazione di testimonii su tessere.
      Questi frammenti non sono privi d'ogni importanza, specialmente per ciò che riguarda la conoscenza di certi nomi proprii che non si trovano altrove. Tutti i musei, come quello di Torino, ne possiedono un grande numero.
      E. Iscrizioni funerarie sopra sarcofagi in legno, steli e papiri.
      Il monumento più importante di questo genere è il papiro funerario scoperto da Brugsch alla Biblioteca nazionale di Parigi, che contiene qualche capitolo del rituale funerario geroglifico, il libro dei morti. Altri esemplari di simili iscrizioni funerarie esistono in quasi tutti i musei d'Europa. Si cita come un monumento molto curioso e singolare un piccolo papiro demotico conservato nel Museo giapponese di Dresda, che ha in capo del suo testo, come titolo, queste parole : € Libro della trasmigrazione (dell'anima) ».
      F. Papiri gnostici del Museo di Leida,
      G. Tavole di conti su papiri.
      Vedi il libro di Brugsch, Numerorum apud veteres Egyptios demoticorum doctrina.
      Basterà, crediamo, questa divisione per far co-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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