Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DEMOTICO SISTEMA DI SCRITTURA 12
non ve ne sono che pochi che entrino nella composizione dei nomi stranieri, come greci o latini. Sono quelli solamente che vengono sotto i numeri : 2, 4, 8,9, 12, 13, 16, 17, 19, 21-28, 32-36, 40, 42. Nella formazione dell'alfabeto copto cinque lettere demotiche furono aggiunte all'alfabeto greco, come non esistenti nella lingua greca. Sono queste che tengono della forma e della pronunzia del demotico corrispondente :
4? s!
q y Vh Ch
e ? HT
SeCome nelle scritture geroglifica e ieratica, cosi pure nel demotico vi ha una certa classe di segni semideografici e semifonetici. Questa classe, che sta in luogo di due o tre caratteri fonetici, dei quali tuttavia si può porre in guisa di pleonasmo il primo o l'ultimo al principio od al fine del segno, o tutti e due, prendono il nome di segni sillabici. Per dare un esempio di questo pleonasmo grafico, citeremo la sillaba TeM espressa dall'unico segno 24, a cui talora si aggiunge il T iniziale, e ne risulta il segno éc • Ma tuttavia mantiene sempre la sua pronunzia di TeM. La sillaba cheT si scrive col segno 24- ; eppure qualche volta prende al fine un T finale , senza cangiare di pronunzia. Quanto al segno ^ che risponde graficamente alla sillaba asch, talora prende per pleonasmo la lettera i ch, ma più sovente si tralascia, come si scorge nelle varianti e J»^ aschi (aauy-i?). Congetturando dal numero dei segni sillabici che si trovano nella scrittura geroglifica, è probabile che il numero di questi segni nel demotico non oltrepassi il centinajo. Ma nella Tavola XV suddetta, dove abbiamo recati quelli che s'incontrano più frequentemente nella scrittura demotica, arrivano solo al numero di 48. Alcuni di questi segni, come, per esempio, quelli del n° 3, 10, 16, non sono adoperati che in un solo gruppo; altri sono divenuti così frequenti che tengono luogo di segno alfabetico, come quelli del n° 1, 4, 18 : altri infine non si trovano che in qualche manoscritto, mentre altre redazioni dànno i gruppi composti dei segni alfabetici. Questo è il caso del segno 4 che risponde alla sillaba MS, MiS, che non si trova che nel papiro di Leida, dove leggiamo, pag. 4, t^Jf , cioè HeMS, le spighe, ed a pag. 8 jvfJ MeS, il serpente. Alcuni di questi segni sillabici sono derivati da segni puramente ideografici, prendendo alcuni la natura d'un semplice suono alfabetico. Ma vi sono alcuni segni fonetici che non possono noverarsi nè tra gli alfabetici, nè tra i sillabici, quantunque la loro natura sia perfettamente fonetica. Anzi nelle scritture geroglifica e jeratica appartengono veramente ad una di queste classi; ma per un'imitazione affatto particolare della forma jeratica in demotico hanno
preso una figura così rara, che non ci è lecito di collocarli in una delle due classi fonetiche. Piglisi, per esempio, la parola demotica Ra che significa bocca, la quale nei geroglifici si scrive o col leone coricato, o coll'ovale che rappresenta la bocca; jera-ticamente si scrive , cioè con segni puramente alfabetici R ed A, mentre il demotico ci dà la forma curiosa (oppure col determinativo , nato senza dubbio dalla forma jeratica). Ma questi segni s'imparano meglio coll'uso. Veniamo ora a quei segni che per mezzo di un'immagine più o meno fedele d'un oggetto fisico rappresentano in modo figurativo o simbolico una parola intiera che significa od un oggetto naturale, oppure un concetto astratto. Sono questi i segni che si chiamano ideografici. I figurativi, che sono d'un uso molto frequente, servono ad esprimere per mezzo di un'immagine tutto che si offre ai nostri sguardi nell'ampio regno della natura. Siccome il demotico non è che una scrittura corsiva, è quasi sempre impossibile di ravvisare l'immagine di queste forme bizzarre. Noi rimandiamo il lettore alle Tavole XVI e XVII dove rappresentiamo le forme jeratiche e geroglifiche che han dato origine a questi caratteri demotici. Qui non daremo che pochi esempi delle diverse specie nelle quali vengono suddivise le due classi. Quella dei figurativi contiene, 1° immagini di corpi celesti o, °o, 'o (RA),sole; a (AAH), luna; * (SIOU), stella; £ (ToRH), notte; 2° immagini della figura umana colle sue parti; (ReM), l'uomo; Lj (SfliME), la donna; \ (chroT), il fanciullo; 9 (Tew),il dito; d/ (MTO), il phallo; 3° immagini di animali o di qualche loro membro; (HOU), la parte posteriore ; ££ (chew),l'ape;4° finalmente prodotti dell'arte e dell'industria umana; 5 (SowTi), il muro; ìC (Hi), la casa; )f (MA), il pane ; £ (HoN), il vaso. Quella dei simbolici non è meno numerosa dell'altra. Eccone alcuni dei più principali: (Hiw), la panigiria; f (Renpi), l'anno, % mese, {9 (HoU), il giorno, * (OUN), l'ora, (AM), mangiare; {» (ANCH), vivere, (SOUI), secco. Per dare un esempio del modo con cui si forma la parte ideografica del demotico nelle parole composte, recheremo questo gruppo: b, il quale consta, l°del vaso, 2° dell'ape, per significare il miele. Rimane ora per ultimo a spiegare la seconda grande classe dei segni ideografici, che sono chiamati determinativi, che, come abbiamo detto più sopra, indicano l'oggetto in un modo solamente generico, non individuale. Quindi vi sono i determinativi di genere e di specie. Tra i primi annoveriamo il segno che si pone per determinare il nome dei quadrupedi, che trae origine dal segni geroglifici e jeratici che rappresentano la parte inferiore del bue, e la gamba del quadrupede ; quello dei nomi degli uccelli, dei nomi dei pesci, dei nomi dei rettili. Aggiungiamo a questi il segno pei nomi dei diversi prodotti del regno vegetale, che è il medesimo che accompagna pure il verbo piantare; quello pei nomi dei fiori; quello per tutte le sostanze che si offrono sotto la forma di pillole, grani, piccole particelle, che deriva dal segno geroglifico che rappresenta grani e molecole rotonde; quello per diverse specie di pietre e di monumenti, come di edifizii costrutti in pietra. Inoltre vi ha una quan»
t^iOOQLe
| |
Tavola XV Leida Tavole XVI SfliME Tew SowTi Hiw Renpi Rimane
|