Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
312 DENDERMONDE — DENDRITEricche che quelle del gran tempio. Pare che fosse principalmente consociato ad Iside ed Horo. La porta di levante è compresa nella grande cinta di mattoni che attornia i principali edifizii di Denderah, ed ò quasi intieramente sepolta tra le macerie. La forma e le dimensioni sono simili a quelle della porta di mezzanotte. Le sculture dei due edifizii hanno grande analogia. Essa si distingue per una iscrizione in bei caratteri greci, ripetuta su ciascuno dei listelli della cornice. Questa iscrizione ci fa saliere che: « L'imperatore Cesare, dio, figlio di Giove liberatore, Augusto, essendo governatore Publio Ottavio, e comandante generale M. Claudio Postumo, e comandante particolare delle truppe Try-phone, i cittadini della metropoli e della prefettura consacrarono il propileo ad Iside, massima Dea, ed agli Dei onorati con lei, l'anno xxxi di Cesare, nel mese sacro di Thoth ». Ad 80 metri circa dalla porta di levante accostandosi alla catena libica si trova una piccola cinta quadrata, in mattoni crudi, ciascun lato della quale ha 120 metri di lunghezza. L'interno è pieno di monticoli di macerie ; e tutto fa supporre che vi fosse un tempio egiziano. Rimane ancora una parte vicino a maestro molto ben conservata e simile, ma in minore proporzione, a quelle di mezzanotte e di levante. Le sculture vi sono lavorate con grande diligenza.
Tra i lavori di questo tempio che più destarono la curiosità fu il celebre zodiaco che diede luogo a tante discussioni. Oia si sa con certezza che appartiene all'epoca dei primi Cesari, come la parte del tempio nella quale fu trovato. Ma se ha perduto il prestigio d'un'antichità favolosa, ritiene tuttavia qualche pregio per l'astronomia. Prima di tutto fuori del cerchio si vedono quattro donne ritte, che rappresentano i quattro punti cardinali. Esse sostengono il cielo, e sono ajutate da otto Nori a testa di sparviero. Sul cerchio che si appoggia sulle mani di queste dodici divinità procede la serie di trentasei decani, specie di numi che presiedevano alle treiitasei decadi dell'anno. Quando lo zodiaco greco fu introdotto in Egitto, tre genii furono attribuiti a ciascun segno, e così fu composta la lista dei decani zodiacali in uso fra gli astrologi. Nel medesimo cerchio si vedono pure altre costellazioni dell'astronomia egizia. Sopra di questi personaggi il cerchio dello zodiaco comincia col seguo del leone : l'ultimo segno, il cancro, rientra nel cerchio al di sopra del leone, in modo che il tutto descrive una spirale. Secondo l'opinione di Lepsius, 1 pianeti sono rappresentati da cinque personaggi che camminano tranquillamente collo scettro in mano dentro del cerchio zodiacale. Questi hanno dopo di loro scritti i loro nomi. Le altre .figure sparse nel planisfero sono le stelle e le costellazioni del cielo egizio. La più celebre è Sothis, o Sirio, rappresentata dalla vacca d'Iside coricata in una barca, colla stella in capo e il segno della vita pendente dal collo. Sothis infatti era Iside in cielo. Si crede di ravvisare l'anima d'Osiride in un personaggio che cammina a grandi passi avanti Sothis collo scettro in mano e lo staffile sulla spalla, ornato della corona meridionale. Si scorge pure fra le costellazioni la dea a testa d'ippopotamo che porta il nome di nutrice e di grande madre, collasua lunga mammella e la sua spada: Nacht o il vincitore : la gamba di bue o Cliopesch, menzionata dal ritual funerario. Finalmente il centro, che, secondo M. Biot, rappresenta il polo nordico, è occupato dallo sciakal, che porta ordinariamente il nome di corno (od estremità) delle vie celesti. Duo simili sciakal servono ad indicare la mezzanotte ed il mezzogiorno in alcuni monumenti che si vogliono orientare. Quindi questo planisfero è un quadro del cielo stellato quale se lo rappresentavano gli Egiziani dei primi secoli della nostra èra, qualunquo sia stato lo scopo che si erano proposto nella disposizione delle parti.
Vedi: Lepsius, Chronologie der jEgypter — Biot, Memoires de VAcademie — Rouyé, Noti ce des ino-numents, Description de VEgypte — Chabas, Sur Vantiquité de Denderah — Duiniclien, Neucste Mitihcilungen atis JEyypten, e Bauurkunde der Temptlanlagen von Denderah, 18G4.
DENDERMONDE (geogr.). — Così, ed in fiammingo Ttrmonde, è chiamata una città del Belgio, nella provincia di Fiandra orientale, alla confluenza del Dender e della Schelda, con 8300 abitanti (1870). Invano assediata da Luigi XIV nel 1667, fu presa da Marlborough nel 1706. Ha fabbriche di panni, pizzi, cotonificio, ecc.
DENDRAGATA (min.). — Dicesi delle agate dendritiche o arboreggiate (V. Agata e Dendrite).
DENDRERPETON (palcont.). — Genere di batraci fossili, trovati nel terreno carbonifero della Nuova Scozia.
DENDRITE (fis. e min.). — Nome derivato dal vocabolo greco SévSfov, albero, che significa arborizza-zione, e si applica ai corpi che presentano l'apparenza delle ramificazioni di certe piante. Tali sono quelle figure delicate, composte di tante ramificazioni, che in tempo d'inverno rivestono la superficie delle invetriate, e sono dovute al vapore acquoso sparso nell'aria rinchiusa nelle stanze, il quale si depone sul vetro e vi si congela. Tali sono ancora le cristallizzazioni elegantemente diramate che si formano sulle pareti dei vasi contenenti certe dissoluzioni saline. Nella mineralogia poi diconsi dendriti quei disegni naturali variamente colorati, comunemente nerastri, che si osservano in parecchi minerali, e specialmente sul rame nativo, l'argento, l'oro, gli ossidi misti di ferro e di manganese, sotto la forma di vegetazioni minutamente ramificate somiglianti alle eriche, ai muschi ed alle conferve. Alcune specie di marino e le agate arboreggiate o muscose offrono un esempio di questi fenomeni.
Le dendriti sono di due specie, le une superficiali, le altre profonde. Le prime, che sono le più comuni, s'incontrano alla superficie delle pietre schistose, e spariscono sotto il più leggiero sfregamento ; tali sono quelle che si trovano nelle fessure del calcare compatto, della marna calcare solida o fissa in alcune cave, sugli ossi fossili, ecc.; queste dendriti sono per lo più di un bruno rossastro o di un nero carico. Le marne che alternano coi letti di pietra gessosa a Montmartre presso Parigi sono coperte di dendriti minutissime, di un bel nero ed assolutamente superficiali ; sono pure superficiali le bellissime dendriti del feldispato compatto dell'isola d'Elba.
Le dendriti interne sono più rare, e si presentanoL^OOQle
| |
Iside Horo Denderah Cesare Giove Augusto Publio Ottavio Claudio Postumo Try-phone Iside Dea Cesare Thoth Cesari Nori Egitto Lepsius Sothis Sirio Iside Iside Osiride Sothis Nacht Cliopesch Biot Egiziani Lepsius Chronologie Egypter Memoires VAcademie Noti Description VEgypte Sur Vantiquité Denderah Neucste Mitihcilungen JEyypten Bauurkunde Temptlanlagen Denderah Ttrmonde Belgio Fiandra Dender Schelda Luigi XIV Marlborough Dendrite Nuova Scozia SévSfov Montmartre Parigi Elba OOQle Rimane Sothis Biot Alcune
|