Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DENDROBATl — DENDROCOLA PTE
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sotto la forma di un arboscello o di piccoli albori solidi inceppati nella sostanza siliciosa ; se ne veggono nel calcare compatto delle vicinanze di Firenze e nel feldispato compatto delle miniere della Siberia.
In generale le dendriti sono frequentissime in certe pietre calcaree, in alcune marne, nel grès di formazione antica e nelle agate.
Le selci agate racchiudono d'ordinario le più belle dendriti ; le orientali sono conosciute col nome di pietre di Moka. Queste agate sono molto stimate. Un'agata arboreggiata del gabinetto di Drée, di linee 21 sopra 17, è stata comprata al prezzo di 2700 lire.
Daubenton fu il primo che fin dal 1782 abbia chiamato l'attenzione dei geologi sopì a l'arboriz-zazione dei ealcedonii e delle agate muscose, attribuendo questo fenomeno alla presenza degli avanzi di certi vegetali. Quest'opinione, abbracciata da Mac-Culloch e da altri naturalisti, i quali sostenevano con Blumenbach e Lenz che nelle agate stavano inceppati bissi e conferve, e pretendevano di avere isolato alcune di queste dendriti, fu combattuta dai moderni naturalisti, i quali affermarono che i filamenti di cui si tratta presentano caratteri incompatibili con quelli delle conferve, quale è specialmente l'irregolarità dei ramoscelli e il disordine delle loro anastomosi ; donde trassero la conclusione che i fenomeni dendritici dovevano essere l'effetto di permeazione di materie metalliche posteriore o contemporanea alla formazione delle agate, ed essenzialmente di quella del ferro in diversi stati di ossidazione unito al manganese o ad una piccola quantità di silice. Tuttavia questa teoria va soggetta ad alcune obbiezioni, poiché se nelle dendriti superficiali la penetrazione delle evoluzioni metalliche nelle fessure del minerale suppone lo stato solido del minerale medesimo al momento della formazione delle dendriti, al contrario l'introduzione e lo spandimento della materia colorante nelle dendriti profonde suppone la mollezza, lo stato gelatinoso del minerale all'istante dell'arborizzazione; ora queste pietre nel loro stato attuale sono di una durezza che resiste a tutti gli agenti chimici, ed inoltre non è possibile di determinare la causa della mollezza primitiva di questi minerali, mollezza che in questo sistema è indispensabile alla spiegazione delle dendriti profonde. Quindi è che la teoria delle permeazioni metalliche è nuovamente contrastata, ed alcuni naturalisti considerano certe dendriti quali avanzi di conferve e di altre crittogame. Raspail pretende che i vegetali avvolti dalla materia minerale non possono trovarsi in istato di perfetta conservazione a motivo della forte compressione o dell'essiccazione subita dalle conferve fossili; ed egli ne provò l'effetto sopra alcune piante fresche, e col-l'ajuto del microscopio riconobbe forme analoghe alle arborizzazioni. È opinione di questo chimico che la silice ha dovuto deporsi in virtù di una precipitazione acquosa o di una decomposizione di alcuni silicati, operata dall'effetto di un acido che ha reagito sui vegetali: ed a conferma di questa teoria avendo fatto digerire alcuni filamenti di conferve nell'acido idroclorico diluito, ottenne con questo processo deformazioni simili alle figure arboreggiate delle Agate. Da queste sperienze egli conchiuse che learborizzazioni non possono essere l'effetto di una permeazione posteriore o contemporanea all'agatiz-zazionc. Questo sistema di Easpail sarebbe convalidato dalle osservazioni del Dr Jaeger, conservatore del museo di Stuttgard, dove si veggono alcune agate contenenti avanzi di vegetali, e da quelle del dottor Jameson, il quale asserisce che nell'Irlanda si vanno tuttavia formando calcedonii o specie di agate che avvolgono naturalmente muschi e conferve nel loro impasto.
Egli pare che, oltre alle piante, certi corpi organizzati abbiano potuto influire sulla produzione dei fenomeni dendritici. Knorr, nel suo Trattato delle petr ideazioni, cita l'esempio di un crostaceo, che sembra essere un gambero, e la cui superficie è tutta ricoperta di dendriti.
DENDROBATI (zool.). — Genere di anfibii anuri, della famiglia dei rospi, le cui specie sono per la maggior parte americane, con zampe terminate con dischi vischiosi, sicché possono attaccarsi agli alberi. La specie più notevole è il dendrobates tiìictorius, al cui sangue gl'indigeni attribuiscono la proprietà di tingere le piume dei pappagalli.
DENDR0BI0N (hot.). — Genere di piante della famiglia delle orchidee, tribù delle malassidee, che contiene specie numerose originarie delle Indie, che vivono parassite sugli alberi e che si coltivano sopra pezzi di legno sospesi, o entro costine piene di pezzi di terra torbosa o di muschio. Hanno fiori grandi, violacei nel centro, marginati di bianco, portati su brevi peduncoli color lilla.
DENDROCOLAPTE (zool.).— Genere di uccelli della famiglia de' rampicanti, che ha per caratteri : becco lungo o mediocre, lateralmente compresso, piuttosto forte, convesso, diritto o ricurvo, o solo ricurvo verso l'estiemità, puntuto; narici laterali rotonde, aperte ;
Fig. 2051. — Dendrocolaptes procurvus.
lingua breve e cartilaginosa ; terza, quarta e quinta remiganti più lunghe ; timoniere rigide e puntute ; dito posteriore più corto; unghie moltissimo ricurve, striate. Citeremo ad esempio il dendrocolaptes prò-curvus di Temininck, D. trochilirostris dì Wiede-mann. Quest'uccello è della grossezza del merlo; ha becco notabilmente ricurvo Q della lunghezzaCjOOQle '
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