Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DENIS (SAINT-) - DENNER GIOVANNI CRISTOFORO
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      Dopo aver vissuto ancora tre anni a Monaco, ritiratosi nel Palatinato, vi passò gli ultimi giorni della sua vita.
      DENIS (SAINT-) (geogr. e sior.). — Città di Francia, capoluogo di uno dei circondarii del dipartimento della Senna, particolarmente conosciuta per la rinomata sua badia. Essa ebbe origine dalla fondazione di una chiesa sul sepolcro del santo martire (Dionysius) di cui porta il nome, la quale vuoisi eretta (altri la dicono solamente arricchita) dal re Dagoberto nel vii secolo. Questo re vi fondò pure una badia, che dotò riccamente, conferendole a un tempo grandi immunità e privilegi; e morendo vi fu sepolto nella chiesa, esempio che fu seguito per molti de' suoi successori, sicché quel luogo divenne la sepoltura ordinaria dei re di Francia.
      Nell'832 i monaci vi erano divenuti così corrotti, che l'abate Ilduino vi dovette introdurre una compiuta riforma. Con tutto ciò la badia fu in breve data in commenda da Carlo il Calvo (840-77), e fu successivamente tenuta da molti laici: ma Ugo Capeto (987-96) restituì ai monaci il diritto di scegliere i loro abati. Fra questi si annovera il celebre Sugero, il quale servì come guerriero e uomo di Stato sotto i re Luigi VI detto il Grosso (1108-37) e Luigi VII detto il Giovane (1137-80), e allora fu che l'orifiamma, dapprima stendardo degli abati nelle loro guerre private, divenne quello della I nazione. Sugero accrebbe grandemente le posses-; sioni della badia, fondò molti priorati, che riempì de'suoi monaci, e ricostrusse quasi tutta la chiesa in un modo assai più magnifico di prima. Una parte del presente edilizio è di costruzione di quell'epoca. Matteo di Vendóme, altro abate, amministrò gli affari dello Stato durante la seconda crociata di san Luigi, e finì quella parte di chiesa che era rimasta imperfetta sotto i suoi predecessori.
      I primi monaci erano Benedettini, ma avevano tanti privilegi, che si potevano quasi riguardare come appartenenti ad un ordine distinto, soggetto unicamente al papa. Ad essi era affidata la custodia della corona, dello scettro e degli altri ornamenti adoperati nella consacrazione ed incoronazione dei re di Francia.
      Verso i tempi di Luigi XIV la badia era grandemente decaduta. Ridotta ad essere una semplice dipendenza dell'Ordine de'Benedettini, le sue rendite furono in parte applicate ad altri stabilimenti, e la giurisdizione ecclesiastica dell'abate fu ristretta al solo monastero, invece che prima stendevasi su tutto il territorio della città. La Rivoluzione finalmente la soppresse nel 1792.
      La chiesa presente, costrutta a varie epoche, offre una grande varietà di stili, ma il tutto non lascia di essere imponente. Siccome si è detto, essa conteneva le tombe della maggior parte dei re di Francia, e con essi erano sepolti parecchi altri individui eminenti, come Bertrand du Guesclin, Turenne, ecc. La Convenzione decretava, nell'anno 1793, la distruzione delle tombe di Saint-Denis, ma nello stesso tempo nominava una commissione incaricata di conservare quei monumenti che sa-rebbersi riputati degni di riguardo. Le tombe dei re furono aperte, ed i loro avanzi deposti in una fossa comune. Il monumento di Turenne, traspor-
      tato prima al Museo dei monumenti francesi, fu poscia collocato da Napoleone nella chiesa degl'Invalidi. Intanto la chiesa sofferse gravissimi danni, essendone tolta gran parte della copertura di piombo, oltrecchè fu spogliata di ogni suo ornamento, e principalmente delle belle invetriate di vetri dipinti. Sotto il Consolato e durante l'Impero veniva però ristaurata, e Napoleone ordinava con apposito decreto che sarebbe il luogo di sepoltura degl'imperatori della sua dinastia ; che vi si stabilirebbe un capitolo di dieci canonici tutti vescovi in ritiro, e che quattro cappelle vi sarebbero erette, tre dove stavano le tombe dei re delle tre razze, la quarta sul luogo ch'era destinato agl'imperatori.
      Ma le speranze di Napoleone furono deluse, e alla Ristorazione vi si ristabilirono molte delle antiche tombe reali.
      Dopo la badia, l'oggetto più interessante della città è la Scuola per le figliuole dei membri della Legion d'onore, scuola che è stabilita nei chiostri stessi del monastero. Sotto Napoleone questa scuola era sussidiaria di quella d'Ecouen, creata dopo la battaglia d'Austerlitz, ma Luigi XVIII unì le due scuole in una, che pose sotto la direzione delle 6uore della Congregazione della Madre di Dio, e fissò il numero delle alunne a 400.
      Saint-Denis è così vicina a Parigi, che si p iò riguardare come una sua dipendenza, ond'essa partecipa a tutto il movimento della capitale. La sua popolazione (1872) è di 28,810 abitanti.
      In Saint-Denis si tennero parecchi Concilii. — IV primo fu tenuto nel marzo dell'anno 834, in cui l'imperatore Lodovico il Pio volle essere riconciliato con la Chiesa per lo ministero dei vescovi, e ricevere dalle loro mani la spada che gli era stata tolta nell'assemblea di Compiègne.
      11 secondo venne adunato nel 996 per le decime che si volevano togliere ai monaci e ai laici che possedevate, e restituirle ai vescovi. Abbone, abate di Fleury, vi si oppose con tal forza, che, infiammando i monaci di San Dionigi ed i servi loro contro i vescovi, sorse tale dissidio e turbamento, di che i vescovi provvidero alla propria salvezza con la fuga, e nulla fu concluso.
      Vedi Dizionario dei Concilii.
      DENIZLI (geogr.). — Città dell'Anatolia, nella Turchia Asiatica, con una popolazione di circa 9000 abitanti, la quale era molto maggiore prima del 1715, epoca in cui un terremoto distrusse la città.
      DENNER Giovanni Cristoforo (biogr.). — Inventore del clarinetto, nato a Lipsia il 13 agosto 1655, morto a Norimberga il 20 aprile 1707, recossi da fanciullo co' genitori in quest'ultima città, e diede opera a fabbricare flauti ed altri strumenti. Dotato di molti talenti musicali e meccanici, esercitò l'arte sua con tal successo, che i suoi strumenti, notevoli per giusta intonazione, furono grandemente apprezzati dagli artisti di que' tempi. Ma il suo nome va specialmente famoso per l'invenzione del clarinetto, da lui fatta verso il 1699 secondo alcuni, e verso il 1700 secondo altri. Il merito di quest'importante trovato non fu a prima giunta apprezzato, e solo dopo sessant'anni l'uso del clarinetto fu adottato nelle orchestre.
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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