Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DENTI
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comune delle persone, dacché anche autori di molto credito affermarono la stessa cosa, tanto che lo Spiess, nella sua Patologìa fisiologica, assicurò che
10 zucchero può stemperarne e gelatinificarne l'avorio e lo smalto. Altri scienziati opposero il contrario, quali il Reich ed il Molescott, desumendolo dal fatto che certe popolazioni in paesi in cui si coltiva la cannamele, sebbene ne consumino quantità strabocchevoli in forma di alimento, nondimeno mantengono bellissimi i loro denti.
11 prof. Mantegazza a risolvere la quistione fece istituire nel proprio laboratorio varie esperienze dal dott Labus, ora soffregando zucchero sui denti, ora macerandone de' sani entro soluzioni zuccherine di concentrazione diversa ed a temperatura di 20°, ora tenendone in saliva zuccherina, indi cercando la calce nel liquido di macerazione per accertarsi se vi si fosse disciolto fosfato di essa. Dalle prove fatte gli risultò : 1° Che lo zucchero non ha azione chimica sui denti, onde non può alterarli e provocarne la carie ;
2° Che può corrodere lo smalto, ma non al di là di quanto farebbe altro corpo duro, onde, perchè riuscisse nocivo, converrebbe masticarne di frequente di quello in pezzi od in polvere;
3° Che incomincia ad intaccarli quando soggiace a fermentazione lattica od acetica ;
4° Che l'abusarne potrebbe contribuire ad accrescere l'acidità delle secrezioni della bocca, e quindi agire indirettamente alla loro corrosione.
DENTI (anat.). — Il numero di questi ossicini nell'uomo è di trentadue. Essi sono conici ; vi si distinguono la base o corona che è la parte libera del dente, il collo e la radice, e si dividono in incisivi, canini e molari. Gl'incisivi, che hanno forma di un cuneo, sono otto, cioè quattro superiori e quattro inferiori, occupanti la parte centrale degli archi dentali; la loro corona è quadrilatera, anteriormente convessa, posteriormente concava, tagliente all'apice, triangolare ai lati, ed è separata mediante
11 collo dalla radice conica, unica, appianata trasversalmente e perforata nell'apice. I denti canini sono quattro, alle quattro estremità dei denti incisivi ; la loro corona è acuta e per lo più sorpassa il livello degli altri denti ; la radice molto lunga e solcata; essi sono più lunghi nella mascella superiore che nell'inferiore. I denti molari sono venti, otto minori, chiamati anche bicuspidali, e dodici maggiori, o policuspidati, dalla quantità dei tubercoli che presenta la loro corona. Essi hanno una loro radice duplice, triplice, quadruplice o quintuplice, e tali diramazioni sono divergenti o convergenti, ma tutte perforate all'apice come quella degli altri denti. I primi denti che appariscono nei bambini sono i denti di latte o caduchi in numero di venti, e comprendono i denti incisivi, i canini ed i molari bicuspidali ; colla differenza però che i bicuspidali degli adulti sono policuspidati nel bambino. Questi denti all'epoca della puerizia vengono corrosi nella loro radice da quelli della seconda dentizione, e quindi espulsi da essi, il che fece credere ad alcuni che i denti di latte non avessero radice.
Offriamo nella Tav. XXXIV la figura di parecchi denti e sotto diversi punti di vista.
Nuoya Encicl. Ital.
Yol.
Fig. BB — Denti delle due mascelle visti sul davanti.
Fig. AA — Denti delle due mascelle visti eia un lato.
Fig. A — Mascella inferiore di un bambino di quattro anni coi denti lattajuoli e coi loro alveoli.
Fig. B — Mascella superiore di un fanciullo di quattro anni coi denti lattajuoli e loro alveoli.
Fig. DF — Sezione della mascella inferiore e superiore coi primi denti e coi denti secondarii nei loro alveoli.
Fig. 0 — Vescichetta dentale di un dente lat-tajuolo inferiore colle sue vene.
Fig. W— Vescichetta dentale d'un dente permanente colle sue vene.
Fig. X — Sezione verticale d'un alveolo contenente una vescichetta dentaria.
Fig. M (a—e) — Denti della mascella destra superiore di un feto di circa otto mesi.
Fig. N (a—e) — Denti di un neonato.
Fig. 8 (a—e) — Denti d'un fanciullo di quattro anni.
Fig. T (a—g) — Denti della seconda dentizione della mascella destra superiore di un fanciullo di quattro anni, veduti internamente.
Fig. T bis — Gli stessi veduti dal dissotto.
Fig. V — a Denti lattajuoli di un fanciullo di sette anni; n denti permanenti.
Fig. U — Denti di un adulto.
Fig. P — Ultimo dente molare o dente della sapienza.
DENTI (fìsiol.).—I denti servono alla masticazione ed alla pronunzia; quando i due archi si scontrano per masticare, l'arco superiore circonda anteriormente l'inferiore, e si appoggia posteriormente sopra di esso. Inoltre i denti non s'incontrano esattamente, ma quelli dell'arco inferiore battono contro la riunione dei due appartenenti al superiore : durante la masticazione essi scorrono gli uni sopra, gli altri. Quantunque alcuni sotto il nome di dentizione intendano solamente l'uscita dei denti dal loro alveolo, tuttavia devesi anche comprendervisi la loro formazione e l'accrescimento, la logorazione, la caduta ed il surrogamento, con tutti i fenomeni che si osservano durante tali mutazioni. Alcuni autori parlano di una terza dentizione, ma tali anomalie si debbono attribuire al ritardo della nascita o alla caduta dei denti della prima e conseguentemente al ritardato accrescimento di quelli della seconda non bene avvertita. I germi dei denti di latte cominciano a comparire negli alveoli verso il secondo mese di gravidanza, e consistono in follicoli membranosi di forma olivare, attaccati ad un picciuolo nervoso-vascolare, coperto dalla gengiva. Questo follicolo sul principio è cavo e riempito da un liquido inucilaginoso senza colore, ma contenente qualche fiocco. Ad un'epoca più avanzata si riempie di una polpa vascolare e nervosa che si attiene soltanto all'estremità aderente di esso mediante un picciuolo, restando umettata dal liquido circostante, il quale diminuisce in quantità a misura che il germe cresce e s'indurisce. La parte ossea dei denti comincia a, formarsi tra il finire del terzo e del sesto mese dalla concezione, seguitando per ogni parte dei due archi l'ordine seguente, cioè:
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